Saturday, April 29, 2017

EGU, 10 anni dopo, vecchie e nuove generazioni di geologi

Questa settimana non ho avuto un momento di respiro, nonostante... non abbia partecipato attivamente all'assemblea annuale della EGU (unione europea di geoscienze). L'ultima volta che vi presentai qualcosa, non contando un poster clandestino nel 2012, fu nel 2007, quando ci venni con i colleghi del dipartimento di geologia (allora si chiamava ancora così, ora dipartimento di geoscienze) dell'università di Padova. Durante il mio primo post-doc a Vienna ero costantemente fuori città in questo periodo, o a Berlino per lavoro o in Italia in vacanza. Quest'anno non mi sono mossa e quasi ogni giorno ho avuto un pranzo e/o una cena con ex-colleghi, che mi hanno ricordato quanto accaduto in questi dieci anni.

Sabato sera ho rivisto tre degli ex-dottorandi di Vienna, ossia una ragazza polacca che ora si è stabilizzata in Polonia con il marito, un americano, che era venuto anche a Bxl ed ora fisso in Sudafrica con la moglie russa, anche lei geologa e con un dottorato a Vienna, ed un austro-ungherese astronomo che è rimasto in città. Mancava solo un altro astronomo veneto, che dopo due anni in Canada è tornato a Vienna per un anno. Gli altri ex-dottorandi di quel gruppo, arrivato nel 2010 come me, se ne sono andati dopo circa un anno. Si trattava di due italiane ed un tedesco, che poco dopo aver lasciato la città hanno trovato lavoro nel privato nei rispettivi paesi o altrove.

Domenica ho cenato con ex-colleghi pisani, tra cui un amico che vive da anni a Vienna e lavora(va) nel privato, un geologo che vive e lavora in Scozia e che conobbi prima ancora di laurearmi ad un corso a Basilea ed una geologa che solo ora è riuscita a rientrare a Pisa dopo aver trascorso anni di ricerca in Alaska, Sudafrica e Brasile. Abbiamo ricordato i vecchi convegni ove ci siamo conosciuti, le bevute assieme, i nostri ex-capi, i corsi a Perugia, etc. ossia i tempi in cui io iniziavo a conoscere il mondo accademico mentre loro, già con qualche anno di esperienza, me ne mostravano gli aspetti positivi. Con gli anni ho scoperto da sola quelli negativi, ad averli conosciuti subito forse non avrei intrapreso questa strada, nonostante l'entusiasmo non sia mai venuto a mancare.

Lunedì sono rimasta in ufficio, organizzando gli incontri dei giorni successivi. Martedì ho pranzato con gli ex-dottorandi viennesi del mio gruppo, quelli del sabato, ma cui si sono aggiunte anche l'attuale dottoranda turca, che lavora al convegno, e la moglie russa del collega americano, che ha svolto il dottorato su campioni provenienti dallo stesso affioramento su cui feci il dottorato e con cui ho amabilmente discusso di possibili future collaborazioni. A sorpresa ho pure rivisto un collega belga, da anni a Brema per un post-doc.

Mercoledì ho pranzato con un ex-compagno di università, ora a Roma, che ha sposato un'altra compagna di corso. Siamo scappati dal caos della zona convegno per poter conversare tranquillamente al sole, di fronte all'alte Donau. Tra aggiornamenti reciproci, idee per possibili collaborazioni e l'immancabile confronto Italia-Estero le ore sono volate. Dopo cena ho rivisto un amico di lunga data, ex-collega di Padova, venuto al convegno quasi senza preavviso e solo per un giorno.

Giovedì ho cenato con gli ex-colleghi dal Belgio, che avevo già visto velocemente martedì. Due di loro, un dottorando belga fiammingo ed uno di origine olandese, sono venuti un po' prima all'università, così hanno potuto vedere dove lavoro ora. Per cena ci ha raggiunto anche un dottorando brussellese e ci siamo lasciati solo dopo un numero appropriato di allegre chiacchiere e di birre austriache. Nonostante questi ragazzi lavorino su argomenti molto distanti da ciò di cui mi occupo, abbiamo legato a Bxl grazie ai numerosi pranzi assieme in mensa ed un'escursione in Baviera. La vita sociale dell'università resta uno dei pochi ricordi piacevoli della permanenza a Bxl.

Venerdì ho iniziato con la colazione con l'ex-collega pisana di domenica, per un ultimo saluto prima di chissà quanto, visto che l'ultima volta che c'eravamo viste risale credo all'autunno 2010 a Padova. Dopo un seminario di un ottimo ricercatore inglese che lavora a Padova (rarissimo caso di emigrazione al contrario...), per pranzo mi ha raggiunta un'ex-dottoranda triestina che aveva lasciato Vienna anni fa per iniziare una brillante carriera accademica nella sua città. Mi ha confermato l'effetto straniante nel tornare in questo posto, che non muta mai ed è fuori dal resto del mondo e dalla realtà.

Finalmente l'EGU è terminato. Per incontrare alcuni degli amici sono andata alla sede del convegno, ove lavoravano colleghi ed ex-colleghi dell'università di Vienna, quindi saltavo dall'inglese al tedesco e all'italiano in continuazione. È stata una settimana intensa. Per caso non ho rivisto alcune persone del mio passato accademico che preferivo non rincontrare (credo sia un sentimento reciproco, visto che non mi hanno cercata, pur sapendo che sono in città), non solo italiani. Al contrario, mi ha fatto molto piacere rivedere così tante persone, conosciute negli anni ed in giro per l'Europa. Spero di essere stata per i più giovani di loro quello che i più anziani sono stati per me all'inizio del dottorato ed ai primi convegni. Ognuno vive questa esperienza in modo diverso, ma sono più le persone che incontriamo che ci fanno crescere di quello che ci viene insegnato sulla materia.

Tuesday, April 25, 2017

Austria vs. Germania

Nella mia modesta esperienza ho avuto modo di conoscere l'Austria, principalmente Vienna (che è diversa dal resto del paese) e la Germania, soprattutto la Baviera (alquanto differente dagli altri Länder), ma posso dire di aver girato le due nazioni in lungo ed in largo, sperimentando le diverse tradizioni linguistiche, culinarie e culturali. Ciononostante l'italiano medio tende a considerare tutti i crucco-parlanti come un popolo, generalmente associandoli all'idea folkloristica dei bavaresi. Errore che fece pure un piccolo austriaco quasi un secolo fa. Ecco quindi, a chiarimento per i connazionali, 6 differenze e 4 cose in comune che ho riscontrato tra austriaci (viennesi) e tedeschi.

1. Lingua: non esiste un unico tedesco. Il tedesco austriaco per certi versi conserva parole del tedesco delle origini e per altre è contaminato dalle lingue dei paesi “colonizzati” dall’impero, con termini ungheresi, cechi, italiani, etc. Inoltre l’accento cambia completamente, ma questo già all’interno dell’Austria. Infine persino il genere delle parole, specialmente quelle di origine straniera, può cambiare varcando il confine (es. die oder das E-Mail), cosa che genera ancora più confusione. Ogni giorno imparo nuove parole austriache, incomprensibili per la maggior parte dei tedeschi. Di ogni parola devo memorizzare due versioni, l'austriaca e la tedesca ufficiale. Attenzione, ci sono delle differenze notevoli anche all'interno della Germania, anche radicate, come la parola usata per definire il sabato, Samstag per il sud, Sonnabend per il nord-est.
da qui

2. Socievolezza. I tedeschi di Germania, nonostante l’apparente freddezza, sono più propensi a scambiare due parole sul treno o sull’aereo o in altre situazioni. Non parlo solo di Bavaresi e Sassoni, notoriamente amichevoli, tanto da salutare gli sconosciuti sui sentieri e da dividere le tavolate nei ristoranti. Gli austriaci ed in particolar modo i viennesi restano muti come pesci anche nella sala d’aspetto del dottore. Sul treno per ore seduti uno accanto all’altro non vanno oltre il buongiorno e buon viaggio, in caso eccezionale -è ancora libero questo posto?- o -posso aprire l’oscurante?-. I viennesi sono tendenzialmente ancora più scorbutici e snob. Le cose migliorano avvicinandosi al confine con la Baviera o con l'Italia.

3. Appuntamenti. Il tedesco medio programma la sua vita con largo anticipo, eppure accetta pure inviti all'ultimo momento se libero ed interessato. L’austriaco no. Soprattutto il viennese. Ogni cosa, persino un pranzo, va deciso mesi prima. Per parlare con una collega devo prendere appuntamento. Non perché sia particolarmente impegnata, ma perché una visita a sorpresa interromperebbe la sua routine.

4. Storia e mentalità. Mentre i tedeschi sentono il peso degli ultimi 70 anni di storia, gli austriaci si sentono delle vittime ed hanno volutamente dimenticato tutto ciò accaduto dopo il 1916, ossia dopo la morte del loro imperatore “eterno” (come lo hanno definito) Franz Joseph, detto familiarmente da noi del Nord-Est “Cecco-Beppe”. Gli austriaci credono di aver vinto la I guerra mondiale e che Grado e Trieste facciano ancora parte dell’impero. Lo dicono ridendo… ma in fondo in fondo lo pensano veramente. Di conseguenza un tedesco non scherza sul passato recente del proprio paese, mentre un austriaco si vanta del proprio senso dell’humour e delle glorie imperiali.

5. Gusto nell’abbigliamento. Le ragazze austriache sono in genere vestite in modo più classico, anche per andare a lezione all’università, facendole sembrare assai più vecchie della loro età reale, mentre le coetanee tedesche si vestono casual indipendentemente dall’età e talvolta anche dal lavoro. Pure i ragazzi austriaci sono in genere più classici. Senza contare che si trovano ragazzini poco più che ventenni in banca, ovviamente vestiti di tutto punto.

6. Caffè e tè. Entrambi hanno la tradizione di “Tee/Kaffee und Kuchen”… però mentre i tedeschi offrono una vasta selezione di tisane ed infusi e solo un tipo di caffè piuttosto diluito, gli austriaci hanno la cultura del caffè e delle sue infinite varianti ma tipicamente solo tè nero o verde. Pure sui dolci ci sono delle differenze. I tedeschi hanno meno varietà di torte, spesso con la frutta e casalinghe, anche nei panifici, mentre gli austriaci hanno pagine e pagine di dolci di vari tipi, preferendo però le cose elaborate di alta pasticceria.
Kaffee und Kuchen
Cose in comune:
1. Non cucinare. In genere fanno un pasto caldo al giorno. Le cucine nelle case sono di conseguenza ridotte all’osso ed i supermercati sono strapieni di cose già pronte.
2. L’amore per la burocrazia ed il rispetto delle regole. Ci sono cose che non si fanno perché non si fanno, punto. Non ci si domanda se una legge sia giusta o meno, è legge. Gli austriaci, poi, amano la burocrazia asburgica, mentre i tedeschi adorano avere copie cartacee di qualsiasi formulario.
3. Turismo. In entrambe le nazioni qualsiasi pozzanghera diventa un prestigioso lago meta di villeggiatura. Due rovine fanno aprire un museo dedicato.
4. Orari di lavoro. Non si portano il lavoro a casa. Una cosa dev’essere terminata, ma appena varcata la porta dell’ufficio non si controlla più nemmeno la posta elettronica del lavoro. Nei negozi iniziano a spingere la gente fuori 15 minuti prima dell’orario di chiusura e non esiste che si ritardi la chiusure per accontentare l’ultimo cliente. Nei ristoranti la cucina chiude in genere verso le 22, dopodiché non è possibile avere nemmeno un tè caldo o un dessert dal frigo.

Avvertimento! Nonostante i tedeschi emigrino in massa in Austria, non sono molto amati dagli austriaci. Pensateci bene prima di dare del tedesco ad un austriaco! Viceversa, i tedeschi considerano gli austriaci corrotti quasi come noi italiani, quindi attenzione pure a dare dell'austriaco ad un tedesco! Per sperimentare l'ebbrezza della reazione, provate a dire "napoletano" ad un veneto o "milanese" ad un siciliano.