Sunday, August 22, 2021

Virtual conference in Chicago - diario di un convegno

 (Sotto in italiano)


If there was no pandemic, I would have flown to Chicago to attend in person the 84th Meeting of the Meteoritical Society, as in the tradition. Well, perhaps not, because this year, we got a very reduced amount of travel funding. The last year, the annual meeting had been cancelled/postponed. This year, the organizers created something unique: a hybrid conference, giving the opportunity to attend it in person and remotely. Months ago, I didn’t think to register, even virtually, because I had nothing to present (after one year pandemic), but then something came out and I decided to register for the virtual attendance, also to support the great work of the organizers.


The pre-conference poster presentation went just fine. We had the great opportunity to increase the visibility of our posters with a 3 minutes live talk and 2 minutes live questions, but unfortunately only a few people attended the two sessions planned. The actual conference was hold according to the time zone of Chicago, which means between 3:30 pm and 11:30 pm in Europe. All the evening events were too late for the European time, but it will be possible to check them later during the year. Changing session, instead of physically changing room, required loading another webpage. The first part of talks were given live by speakers in the audience and the second part consisted of pre-recorded talks, whose speakers were connected live for the questions, which were asked both by people in the room, as usual, and by the remote audience, but by e-mail. These latter questions were read live by the chairmen. It sounds complicated, but after the initial skepticism it worked pretty well.


Honestly, we are all tired of online conferences! However, seeing real people in a room (wearing a mask and dealing with the restrictions dictated by the pandemic) contributes to increase our resilience and patience. The broadcasting was professionally done and for sure was not cheap. As remarked in the society meeting, the registration fees won’t cover all the costs for such a hybrid conference. However, I hope that this hybrid mode will survive the pandemic, to give the opportunity to attend overseas conference to scientists (not only students) with limited funding. I missed indeed the social events and the interactions in front of the posters, but better this way than no conference at all!


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In altri tempi, avrei raccontato qui del mio viaggio a Chicago per partecipare ad un convegno internazionale. La pandemia ha costretto gli organizzatori a cancellare l’evento l’anno scorso ed ha proporne una versione ibrida quest’anno, ossia in presenza per i locali (e chi può viaggiare) ed online per gli altri. All’inizio pensavo di non prendervi parte, non avendo alcun risultato significativo da presentare. Poi, invece, visto che contribuivo alla presentazione di qualche collega, ho creduto opportuno seguire almeno la versione online, sia per sostenere gli organizzatori e sia per essere aggiornata sulle novità nel settore. Eccomi quindi a raccontare di questo convegno con viaggio virtuale negli USA, senza ore di volo, camere condivise con colleghi e cambio di alimentazione, ma solo con orari da altro fuso, comodamente seduta a casetta in Austria e da sola (o meglio, collegata via chat con i colleghi per commentare in diretta).


Sessione poster pre-convegno

Non potendo avere una sessione poster ibrida e prevedendo che per alcuni (specialmente gli europei) una sessione poster in orario reale sarebbe stata troppo tardi, gli organizzatori hanno ideato una sessione poster virtuale qualche giorno prima del convegno, in cui gli interessati potevano presentare il proprio lavoro e rispondere alle eventuali domande in slot di 5 minuti. Purtroppo si trattava di due sessioni parallele, per cui dovendo presentare in una non ho potuto seguire l’altra. L’idea in sé è bella ed ha dato la possibilità di aumentare la visibilità dei poster altrimenti dimenticati tra i contenuti online, ma purtroppo è stata poco sentita. Erano collegati principalmente solo quelli che dovevano presentare e data la varietà di argomenti non ci sono state grandi discussioni scientifiche, nella maggior parte dei casi non c’erano nemmeno domande oltre a quelle dei convener.


Train at Chicago airport. Seen in 2017.

Primo giorno

Con alcuni minuti di ritardo, la trasmissione è iniziata e, nonostante i timori iniziali, pure il cambio di sessione ha funzionato. Unico neo della prima sessione è stato forse il tempo dedicato alle domande, in cui hanno mescolato domande giunte via e-mail dal pubblico "a casa" e quelle in presenza, rivolte sia ai relatori precedenti sia a quelli pre-registrati e collegati via zoom. Un po’ di confusione e qualche silenzio imbarazzante, ma era la prima volta per tutti, credo. Meglio così che non avere proprio la possibilità di fare domande, anche se ero abituata alle dirette zoom, in cui tutti si era online.

La sessione pomeridiana, ossia dopocena, è stata duretta, sia per l’orario, sia perché la stragrande maggioranza delle presentazioni era pre-registrata e sia per l’ampiezza e la diversità dei temi affrontati. 2h30 senza pause e poi quasi 30 minuti di domande, quando la sottoscritta alle 22 solitamente è già nel mondo dei sogni da tempo. Chattando e commentando in contemporanea con un paio di colleghi, come forse avrei fatto anche in presenza. Intanto infuriava una tempesta estiva, ma per fortuna la connessione internet ha retto. Finalmente alle 23:30 ho potuto spegnere il computer. Niente Barringer Lecture stavolta, troppo tardi.


Secondo giorno

Nella mattinata col fuso europeo ho concluso poco, prevalentemente corrispondenza in tedesco. Alle 15:30 (in Europa) è iniziata la sessione sugli impatti, che mi ha dato la possibilità di rivedere il mio ex-capo viennese, ma dall’altra parte della Terra. Sono abituata a vederlo in TV in Austria, il convegno virtuale non è molto differente. Intanto ho preso coraggio ed ho inviato un paio di domande via e-mail, poi lette in diretta dai coordinatori della sessione. Dopocena (nel pomeriggio a Chicago) mi sono trasferita virtualmente su Marte. Sessione più popolata e movimentata di quella sugli impatti, ma alle 22 sono crollata dal sonno.


Terzo giorno

Solo mezza giornata di convegno virtuale per la consegna dei vari premi, permettendomi di mandare avanti il lavoro nel resto della giornata. Doppia cerimonia di premiazione per recuperare quella dell’anno scorso. Non potevo perdermela, visto che il mio ex-capo ha ricevuto un premio! Certo, un po’ triste in una sala semivuota e con metà dei premiati collegati online o con presentazioni pre-registrate.


Quarto giorno

Presentazione del nostro lavoro tramite un collega, ma poche domande nella discussione. Nella pausa pranzo (in realtà cena in Europa) c’è stata la riunione della Meteoritical Society. Trovo l’evoluzione interessante. Nota a margine, il presidente uscente è donna ed americana, il nuovo presidente è donna e francese. La società mineralogica austriaca (ÖMG) ha pure una presidentessa e ci sono parecchi cambiamenti in programma. Coincidenza? :)


Quinto giorno

Ultimo giorno del convegno. Al mattino (in Europa) ho trascorso oltre tre ore ad un incontro online al museo in tedesco, per poi passare al convegno dalle 15:30. Giornata decisamente piena. La stanchezza si percepisce, non solo da parte mia. L’ultimo giorno del convegno è sempre "stanco" ed avere una presentazione orale il venerdì pomeriggio, quando molti partecipanti se ne sono già andati, è considerato una sfortuna. Domani sarebbe previsto un workshop interessante, ma passo. Le informazioni fornite soddisferebbero solo la mia curiosità, ma non contribuirebbero alla mia ricerca o al mio lavoro. In ogni caso sono soddisfatta, ho già raccolto parecchi spunti dal convegno e mi sono ricaricata di entusiasmo per vari temi di ricerca. Non è stato nemmeno paragonabile ad un convegno di persona, ma come si dice dalle mie parti "piuttosto che niente, meglio piuttosto".