Saturday, December 11, 2021

Quando l'Italia viene citata come esempio dall'Austria

Solitamente alterno i post in italiano a quelli in inglese. Ora tocca nella lingua dei miei avi. Il 2020 è stato l’anno della tristezza in Italia, con l’esplodere della pandemia, i carri militari carichi di bare, il Papa nella solitudine di una piazza San Pietro vuota, sferzata dalla pioggia e dal vento. Il 2021 è stato l’anno del riscatto italiano, non solo grazie alle vittorie sportive e musicali dei nostri connazionali, ma anche per la buona gestione della pandemia (fino a qualche settimana fa) che ha portato il paese ad essere citato persino dagli orgogliosi austriaci come esempio.

Le nostre bandiere affiancate a Schottetor 
Già, proprio l’Austria. Potrebbe esservi sfuggito che dopo aver deriso l’Italia per decenni come paese che cambia più spesso governi che calzini (in realtà aveva usato un altro termine), ha raggiunto il record di 5 governi in 2 anni. Com’è stato possibile? Tutta colpa della pandemia? No, il cambiamento era iniziato prima. All’inizio fu la crisi dei partiti tradizionali che alla fine del 2016 portò al ballottaggio (al terzo tentativo dopo vari rinvii e ripetizioni) tra un candidato dei Verdi ed uno di estrema destra (FPÖ) per la carica di presidente della repubblica. Vinse il candidato dei Verdi, ma alle successive elezioni politiche i Verdi nemmeno riuscirono ad entrare in parlamento. In risposta a ciò, il (politicamente) giovanissimo leader del partito popolare (ÖVP), Kurz, rinnovò completamente il partito con grande successo, spostandolo però un po’ più a destra rispetto al passato. Il segno del cambiamento fu rimarcato dalla variazione del colore del partito, dal nero al turchese, casualmente più vicino al blu della FPÖ. Alle successive elezioni andò al governo proprio un’alleanza ÖVP-FPÖ. Governo che cadde nella tarda primavera del 2019 a causa dello scandalo "Ibiza" con la prima sfiducia della storia austriaca. Non intendo entrare nei dettagli, la conseguenza fu la creazione di un governo tecnico con la prima cancelliera donna, Bierlein. Gli Austriaci erano piuttosto disorientati da un governo tecnico. Stavolta toccò a noi prenderli in giro, data l’esperienza sul campo.

Il governo tecnico era solo di transizione, per indire nuove elezioni. Da gennaio 2020 torna al governo Kurzl’unto dal Signore secondo più di qualcuno, anche sacerdote, alleato con i Verdi. E qui comincia il "valzer del cancelliere" (brano appropriato, dato il paese). Coinvolto in indagini sul suo conto, decide di fare un passo "di lato", come ha detto, indicando nel ministero degli esteri, Schallenberg, il suo successore. Scelta che il presidente della repubblica non ha potuto far altro che avallare. Dopo nemmeno due mesi (esattamente 56 giorni), travolto dalle indagini e dal ritiro dell’immunità parlamentare nei suoi confronti, oltre alla responsabilità di essere divenuto padre, Kurz decide di ritirarsi completamente dalla vita politica… indicando Nehammer, ministro degli interni, come prossimo cancelliere, sottintendo che Schallenberg dovesse dimettersi. Cosa ovviamente accaduta.

Lo stesso, ma in Italia
Così siamo arrivati al V cancelliere in due anni. Forse anche al ritorno alla vecchia politica (secondo un amico che vive a Vienna da più tempo della sottoscritta), dopo la meteora Kurz. Ciò che mi ha lasciato interdetta è il modo in cui il leader di un partito decida il suo successore. Cosa comune anche a livello di sindaci, vedi avvicendamento di Häupl - Ludwig a Vienna prima della fine del mandato e delle nuove elezioni. Forti della maggioranza, possono permetterselo. Eppure da noi non accadrebbe. Dopo lunghe consultazioni al "Colle" si arriverebbe ad una proposta di un nome il quale tenterebbe di formare un governo che dovrebbe affrontare la fiducia in parlamento prima di entrare in carica. La fiducia in parlamento non è così scontata, nemmeno nel caso di una maggioranza sicura, perché in Italia ognuno pensa con la propria testa (più o meno) e spesso si discosta dalle indicazioni di partito. Onestamente, mi sembra un sistema forse meno efficiente ma più democratico. Anche se per il tipo di indagini in cui il cancelliere è coinvolto, in Italia non si sarebbe dimesso nessuno. Nemmeno per lo scandalo Ibiza, probabilmente.

Ecco il punto dolente. L’Austria è una repubblica dal 1918, ben prima dell’Italia (1946), eppure sembra che viva ancora ai tempi dell’impero, o meglio, dell’imperatore Franz Joseph (il marito di Sissi, per quelli che non sanno chi fosse Cecco Beppe). Chi mi conosce penserà: ci risiamo! ora ricomincia a lamentarsi dell’Austria dopo averci voluto tornare con tutte le sue forze. Beh, non mi sto lamentando affatto. Sono contenta di restare qui. Medito soltanto sulla politica del paese vista con gli occhi di un’immigrata, proveniente da una nazione vicina che non è mai stata considerata esemplare. Una volta tanto, dovrebbe essere l’Austria ad imparare qualcosa dall’Italia. Forse. Purtroppo, col mio solito ottimismo, temo che l’Italia tra poco farà qualcosa che mi farà rimpiangere di aver scritto tale frase.

Saturday, November 27, 2021

What is freedom in a pandemic?

Since Monday, we are again on lockdown. This time, the whole Austria is furious. Vaccinated people are angry with the unvaccinated ones, who let the virus circulate, and with the government, which had promised "freedom and normality" for the vaccinated. Unvaccinated people are angry with the government, which has discriminated and segregated them, even if healthy (and tested). People working in hospitals, especially in the ICUs, are angry with the government, which has not improved their working conditions and has failed to contain the pandemic. Scientists are furious because their call has not been timely heard and it might be already too late.

Theatres, and opera and concert halls are closed again, even the strong 2G+ rule (vaccinated or recovered, + tested) couldn't prevent this decision. Museums are closed. We just had the time to enjoy a couple of fantastic openings. Generic shops, where the 2G rule applied, also cannot stay open. Thousands of employees are sent again in "Kurzarbeit" (with reduced working time and salary) and many others are forced to work from home (whenever possible). Christmas markets had the time to open and welcome some guests, before being closed, perhaps until after Christmas. This is the situation in Austria, but it is not much different in Germany. Virtuous nations, like (surprisingly) Italy and Portugal might reach the same point soon. Another winter closed at home, leaving the tiny flat only to get some food and some work done, seeing friends and family on a screen. In addition, a new mutated version of the virus is circulating, possibly jeopardising the effect of the vaccine. Only two years ago, all this could have seemed the plot of a bad movie.

Honestly, I'm not angry. However, I'm having some hard time trying to understand those, who are demonstrating for their "lost" freedom. Those claiming that the vaccination is a free choice (only if you decide not to get it), who don't realise that their choice can endanger the freedom (and the health) of others. Those, who have no idea what jail is, what does it mean not having the possibility to write and march for an ideal, what confinement is, etc. Basically, people who say "freedom" without knowing the meaning of the word. As scientist, I don't understand people believing in terrorizing news published on secretive website, with no control of the sources, but mistrusting scientific evidence, published on peer-reviewed journals, from independent labs and research centers. Being skeptical and critical is fine, as well as being open to alternative points of view, but why is such a skepticism applied only to science? No surprise, we are in a place full of "Heilpraktikern" (non traditional practitioners). We scientists (also those like me, not working in medicine) are partly guilty, we didn't learn to communicate science in an efficient way. Our language is not understood and, when we try to explain, we are accused of secrecy. 

I feel disappointed and frustrated by the situation. Two years of "half-life" lost and no hopes of a full recovery. We look the others with suspect. We trust none. We underrate our actual freedom, but can we call this "life"? What kind of human being will come out from this experience? Are we going back to the "homo homini lupus" mentality? Oh well, now I'm seriously worried.

Sunday, November 14, 2021

Viaggio in Italia... sin-pandemia

Dopo ben 19 mesi, sono tornata a sud col treno. Non ero mai stata così a lungo lontano dal paese, anche se ad onor del vero ero scesa brevemente a luglio in camper. In questi giorni "giù", oltre ai soliti giri e ad aggiornare i computer dei miei, sono stata al mare, nella mia vecchia università e ad un concerto d'organo. Sono rientrata a Vienna ormai da due settimane, trovandola con contagi crescenti ed alla disperata ricerca di un modo per evitare un nuovo lockdown. Cosa mi ha lasciato questo viaggio in Italia? 

- Viaggi con mezzi pubblici ed atmosfera generale. La gente è stranamente rassegnata ai controlli, alle mascherine (normali) ed al disinfettante, ma praticamente la totalità delle persone si attiene alle regole. Il treno dei pendolari era pieno (non strapieno), ma a differenza di Vienna tutti avevano la mscherina. I mezzi avrebbero entrata ed uscita in porte separate, come nelle stazioni, ma questo non è ancora arrivato, come anche l'appello ripetuto continuamente di favorire la discesa dei passeggeri prima di salire. Certe cose non cambiano! 
Da Porta Portello a Padova.

- Concerto di F. Finotti. L'occasione è stato un evento quasi privato, il 105° compleanno di un suo conoscente. Congratulazioni! Ha sostituito un momento di preghiera nell'istituto in cui si è svolto. Per questo non si trattava di un vero e proprio concerto. La musica di Bach scelta per l'occasione è stata una degna sostituta della preghiera ma anche delle festa. Il maestro si è divertito a giocare tra le tastiere, mostrando la varietà e personalità dei vari registri e la sua invidiabile abilità tecnica, ma ciò che ha reso il concerto eccezionale è stata la sua capacità di "spiegare" i brani senza bisogno di parole, per cui lo struttura dello spartito e la teologia profonda delle composizioni di Bach erano implicitamente evidenti anche per chi non conosce la musica. Se solo in Italia ci fosse la necessaria cultura, soprattutto tra i sacerdoti, per apprezzare e proporre simili occasioni come alternativa ad un rosario magari ripetuto stancamente... 

- Visita all'università. L'occasione era una mostra di meteoriti allestita da colleghi grazie al prestito di un collezionista privato. Mostra carina, fatta bene e con pezzi rari che spesso nemmeno alcuni prestigiosi musei si possono permettere. Ho anche rivisto un dottorando tedesco che era stato a Vienna giusto prima dello scoppio della pandemia e per puro caso ho reincontrato uno dei miei supervisori di dottorato. L'uni italiana si sta lentamente, molto lentamente, internazionalizzando, grazie a giovani professori che sono rientrati dall'estero e che riescono ad attirare ricercatori non solo dai paesi in via di sviluppo. L'eccellenza della ricerca italiana è poco apprezzata, in parte a causa dei noti ostacoli posti dalla burocrazia borbonica, dall'impegno didaddttico per gli italoparlanti, dalla miriade di commissioni pressoché inutili e dalla perenne carenza di fondi. Onestamente, se l'Italia si fosse trovata a questo livello 5-6 anni fa, probabilmente avrei potuto tentare di rientrare. Ora non ci penso proprio. 

Spiaggia di Sottomarina
- Gita al mare/laguna. Era davvero tanto che non vedevo il mare. Non sono un'appassionata dei bagni e dell'arrostimento estivo in spiaggia, ma mi piace camminare lungo la riva. Abbiamo avuto la fortuna di una bella giornata di sole, persino calda per essere novembre. La notte prima c'era stata alta marea (acqua alta nella laguna), per cui la spiaggia era ancora umida e la sabbia compatta, con moltissime cozze ancora col piede ancorato sulla rena. Ho capito gli Austriaci che raggiungono così volentieri le coste (nord)italiane. Ho fatto il pieno di sole in campagna/montagna nei mesi estivi, ma l'odore di acqua salmastra mi mancava. 

Se la situazione non peggiora, cosa che inizio a dubitare dati i numeri quotidiani, quest'anno potrò tornare a trascorrere le festività natalizie con i miei al paese. Purtroppo non si può prevedere quel che accadrà domani. Resta la speranza.

Saturday, October 2, 2021

What would you do for friendship?

Some days ago, I witnessed an unexpected sign of friendship among colleagues. A colleague of us told in the evening that she was sick, she had back pains and couldn't come to work the day after, nor working from home, because she couldn't even sit. It came out that she didn't have any medicament, painkiller or similar at home. A German colleague of us offered to bring her a good (and common) painkiller, as she just had the same problem a few days before. Even though it was late (9 pm), dark, and not quite warm, she jumped on her bike to bring some relief to a colleague, who a German would classify as "Bekannte" (acquaintance), not as "Freundin" (friend).

Not in A-minor, but after August Moll. Pharmacy in Vienna.
You might think that Germans are "cold", but when you are in need, they help! Many Italians, apparently much friendlier, promise to help, but find all kind of excuses, when you really ask them. Would have I done the same for this colleague, instead of criticizing her for not having painkillers at home or not running to a 24h pharmacy? We live in a big city, it would have not been a problem to get medicines, even delivered, also in the middle of the night. Honestly, for a good friend, yes, I'd have done it. For a colleague? Cannot say. Probably yes, if she specifically asked me to.

That's another point. If I was sick, would have I asked for help? I'm so proud that I tend not to ask. And not to accept the offered help. She had no problems accepting and I'm pretty sure that she'll find the way to return the favor, without urge, without feeling that she has debit. Last but not least, the noble colleague, the angel on bike, is lutheran, but not much active in the church. How many active catholics would have done the same? Religion as nothing to do in this case, it is a matter of "Erziehung", education, and humanity. A good lesson for all of us.

Sunday, August 22, 2021

Virtual conference in Chicago - diario di un convegno

 (Sotto in italiano)


If there was no pandemic, I would have flown to Chicago to attend in person the 84th Meeting of the Meteoritical Society, as in the tradition. Well, perhaps not, because this year, we got a very reduced amount of travel funding. The last year, the annual meeting had been cancelled/postponed. This year, the organizers created something unique: a hybrid conference, giving the opportunity to attend it in person and remotely. Months ago, I didn’t think to register, even virtually, because I had nothing to present (after one year pandemic), but then something came out and I decided to register for the virtual attendance, also to support the great work of the organizers.


The pre-conference poster presentation went just fine. We had the great opportunity to increase the visibility of our posters with a 3 minutes live talk and 2 minutes live questions, but unfortunately only a few people attended the two sessions planned. The actual conference was hold according to the time zone of Chicago, which means between 3:30 pm and 11:30 pm in Europe. All the evening events were too late for the European time, but it will be possible to check them later during the year. Changing session, instead of physically changing room, required loading another webpage. The first part of talks were given live by speakers in the audience and the second part consisted of pre-recorded talks, whose speakers were connected live for the questions, which were asked both by people in the room, as usual, and by the remote audience, but by e-mail. These latter questions were read live by the chairmen. It sounds complicated, but after the initial skepticism it worked pretty well.


Honestly, we are all tired of online conferences! However, seeing real people in a room (wearing a mask and dealing with the restrictions dictated by the pandemic) contributes to increase our resilience and patience. The broadcasting was professionally done and for sure was not cheap. As remarked in the society meeting, the registration fees won’t cover all the costs for such a hybrid conference. However, I hope that this hybrid mode will survive the pandemic, to give the opportunity to attend overseas conference to scientists (not only students) with limited funding. I missed indeed the social events and the interactions in front of the posters, but better this way than no conference at all!


_._._._._._

In altri tempi, avrei raccontato qui del mio viaggio a Chicago per partecipare ad un convegno internazionale. La pandemia ha costretto gli organizzatori a cancellare l’evento l’anno scorso ed ha proporne una versione ibrida quest’anno, ossia in presenza per i locali (e chi può viaggiare) ed online per gli altri. All’inizio pensavo di non prendervi parte, non avendo alcun risultato significativo da presentare. Poi, invece, visto che contribuivo alla presentazione di qualche collega, ho creduto opportuno seguire almeno la versione online, sia per sostenere gli organizzatori e sia per essere aggiornata sulle novità nel settore. Eccomi quindi a raccontare di questo convegno con viaggio virtuale negli USA, senza ore di volo, camere condivise con colleghi e cambio di alimentazione, ma solo con orari da altro fuso, comodamente seduta a casetta in Austria e da sola (o meglio, collegata via chat con i colleghi per commentare in diretta).


Sessione poster pre-convegno

Non potendo avere una sessione poster ibrida e prevedendo che per alcuni (specialmente gli europei) una sessione poster in orario reale sarebbe stata troppo tardi, gli organizzatori hanno ideato una sessione poster virtuale qualche giorno prima del convegno, in cui gli interessati potevano presentare il proprio lavoro e rispondere alle eventuali domande in slot di 5 minuti. Purtroppo si trattava di due sessioni parallele, per cui dovendo presentare in una non ho potuto seguire l’altra. L’idea in sé è bella ed ha dato la possibilità di aumentare la visibilità dei poster altrimenti dimenticati tra i contenuti online, ma purtroppo è stata poco sentita. Erano collegati principalmente solo quelli che dovevano presentare e data la varietà di argomenti non ci sono state grandi discussioni scientifiche, nella maggior parte dei casi non c’erano nemmeno domande oltre a quelle dei convener.


Train at Chicago airport. Seen in 2017.

Primo giorno

Con alcuni minuti di ritardo, la trasmissione è iniziata e, nonostante i timori iniziali, pure il cambio di sessione ha funzionato. Unico neo della prima sessione è stato forse il tempo dedicato alle domande, in cui hanno mescolato domande giunte via e-mail dal pubblico "a casa" e quelle in presenza, rivolte sia ai relatori precedenti sia a quelli pre-registrati e collegati via zoom. Un po’ di confusione e qualche silenzio imbarazzante, ma era la prima volta per tutti, credo. Meglio così che non avere proprio la possibilità di fare domande, anche se ero abituata alle dirette zoom, in cui tutti si era online.

La sessione pomeridiana, ossia dopocena, è stata duretta, sia per l’orario, sia perché la stragrande maggioranza delle presentazioni era pre-registrata e sia per l’ampiezza e la diversità dei temi affrontati. 2h30 senza pause e poi quasi 30 minuti di domande, quando la sottoscritta alle 22 solitamente è già nel mondo dei sogni da tempo. Chattando e commentando in contemporanea con un paio di colleghi, come forse avrei fatto anche in presenza. Intanto infuriava una tempesta estiva, ma per fortuna la connessione internet ha retto. Finalmente alle 23:30 ho potuto spegnere il computer. Niente Barringer Lecture stavolta, troppo tardi.


Secondo giorno

Nella mattinata col fuso europeo ho concluso poco, prevalentemente corrispondenza in tedesco. Alle 15:30 (in Europa) è iniziata la sessione sugli impatti, che mi ha dato la possibilità di rivedere il mio ex-capo viennese, ma dall’altra parte della Terra. Sono abituata a vederlo in TV in Austria, il convegno virtuale non è molto differente. Intanto ho preso coraggio ed ho inviato un paio di domande via e-mail, poi lette in diretta dai coordinatori della sessione. Dopocena (nel pomeriggio a Chicago) mi sono trasferita virtualmente su Marte. Sessione più popolata e movimentata di quella sugli impatti, ma alle 22 sono crollata dal sonno.


Terzo giorno

Solo mezza giornata di convegno virtuale per la consegna dei vari premi, permettendomi di mandare avanti il lavoro nel resto della giornata. Doppia cerimonia di premiazione per recuperare quella dell’anno scorso. Non potevo perdermela, visto che il mio ex-capo ha ricevuto un premio! Certo, un po’ triste in una sala semivuota e con metà dei premiati collegati online o con presentazioni pre-registrate.


Quarto giorno

Presentazione del nostro lavoro tramite un collega, ma poche domande nella discussione. Nella pausa pranzo (in realtà cena in Europa) c’è stata la riunione della Meteoritical Society. Trovo l’evoluzione interessante. Nota a margine, il presidente uscente è donna ed americana, il nuovo presidente è donna e francese. La società mineralogica austriaca (ÖMG) ha pure una presidentessa e ci sono parecchi cambiamenti in programma. Coincidenza? :)


Quinto giorno

Ultimo giorno del convegno. Al mattino (in Europa) ho trascorso oltre tre ore ad un incontro online al museo in tedesco, per poi passare al convegno dalle 15:30. Giornata decisamente piena. La stanchezza si percepisce, non solo da parte mia. L’ultimo giorno del convegno è sempre "stanco" ed avere una presentazione orale il venerdì pomeriggio, quando molti partecipanti se ne sono già andati, è considerato una sfortuna. Domani sarebbe previsto un workshop interessante, ma passo. Le informazioni fornite soddisferebbero solo la mia curiosità, ma non contribuirebbero alla mia ricerca o al mio lavoro. In ogni caso sono soddisfatta, ho già raccolto parecchi spunti dal convegno e mi sono ricaricata di entusiasmo per vari temi di ricerca. Non è stato nemmeno paragonabile ad un convegno di persona, ma come si dice dalle mie parti "piuttosto che niente, meglio piuttosto".


Saturday, July 24, 2021

Adieu, Lavarone!

Questo scritto è dedicato ad un posto ove ho trascorso innumerevoli vacanze, della durata di poche ore o settimane intere: l’altopiano di Lavarone. Prendemmo una casa lì quando ancora non si immaginava potessi espatriare. Nonostante le difficoltà logistiche, mi sono goduta i dintorni anche negli anni all’estero, prendendo l’aereo per Venezia o il treno per Trento (o semplicemente fino al Brennero). Una notevole porzione di viaggio era immancabilmente in auto, data l’inadeguatezza dei mezzi pubblici in Italia, soprattutto arrivando dal paese natio in Veneto. Ciò mi ha dato la possibilità di "inaugurare" la Valdastico-Sud, tratto autostradale aperto qualche anno fa che permette di saltare la sequela di paesini in mezzo alla campagna veneta per raggiungere la A4 a Grisignano. Quella casa è stata venduta, quindi si chiude un’era.

una trincea in Altipiano
Dell’altopiano amavo l’atmosfera, i boschi, i sentieri e soprattutto la storia. Ne ho raccontato qui più di una volta. Era un paradosso per me andare in vacanza in Italia venendo dall’Austria e stare nei territori che appartenevano all’Austria fino al 1918, anzi proprio lungo il fronte. Su queste montagne si è combattuto sia nella prima sia nella seconda guerra mondiale. I sentieri tra i boschi portano a fortificazioni austro-ungariche semidistrutte che raccontano in silenzio di bombardamenti, attese, freddo e nostalgia di casa. Consiglio gli ultimi scritti di Mario Rigoni Stern, anche se originario del lato Veneto dell’Altipiano, per comprendere meglio il rapporto dei locali con questi luoghi. Mi mancheranno le passeggiate sul Monte Rust, al Fore Cherle, a San Sebastiano, sul Becco e sul Cornetto, lungo lo strapiombo sulla Valsugana, etc. fino ai giri sul Vezzena, ove andavo sin da piccola, a far scorta di formaggio. A differenza del Belgio, non mi mancheranno le persone. Pochi i locali conosciuti, a dire la verità, per niente loquaci ed un tantino chiusi, non ho avuto modo di conoscerli veramente. Tra gli alti vacanzieri, tutti del nord-est, a parte poche eccezioni, non regnava uno spirito di accoglienza e fratellanza, per cui personalmente non ho particolari rimpianti di non aver potuto salutare di persona la casa, causa perdurare della pandemia. 

Si chiude un'era, ma se ne apre un'altra. Abbiamo preso una casetta sui "monti" in Austria. Paradossalmente quasi sulle stesse rocce, valutando la cosa da geologa, ma a centinaia di km di distanza dalla precedente, nella terra di Cecco Beppe, la cui impronta si vede ad ogni passo. Fatto non del tutto negativo, perché in questo caso la ferrovia passa vicino alla casa e si può raggiungere facilmente il paese con i mezzi pubblici sia da Vienna sia dall'Italia. Al posto delle rovine dei forti militari, qui si incontrano (non poi così vecchie) miniere dismesse e cappelle barocche. Segni di pace. La casa è storica e grande, implica parecchio lavoro, specialmente all'inizio, ma l'aria è buona ed i vicini cordiali e disponibili, nonostante l'iniziale diffidenza verso lo "straniero". Beh, gli Italiani, specialmente del nord, non sono proprio considerati stranieri. Ma questa è un'altra storia e non mancheranno le occasioni di raccontare su queste pagine le nuove esperienze e l'esplorazione progressiva del posto.

Saturday, May 29, 2021

Il silenzio nella tempesta

"Lange Zeit nicht gesehen" Ossia, non si ci vede da parecchio tempo. Generalmente mi concedo almeno un post al mese su questo blog. Invece per mesi interi nessun segno di vita. 

Magari quei due lettori che mi seguono avranno pensato che sia successo qualcosa di grave o che, al contrario, non sia accaduto nulla degno di nota. Né l'uno né l'altro. Sono stata e sono tuttora in una tempesta di emozioni, esaurita dal perdurarsi della situazione, stressata dagli impegni sul lavoro, delusa dal non riuscire a raggiungere determinati obiettivi che mi ero posta, col peso della solitudine e dell'impossibilità di viaggiare, ed oberata dalle videochiamate e dei convegni online, interrotti solo dagli sporadici impegni musicali. Con le attuali riaperture forse c'è la speranza di ricominciare a vedere gli amici ed i familiari, non più col contagocce e solo per una passeggiata, ma resta l'insicurezza, l'impossibilità di fare programmi a lungo termine. Il mio pessimismo alla Cassandra non mi permette di sperare in una definitiva risoluzione del problema ed in un ritorno alle abitudini pre-pandemia. Temo sia solo un'illusione, un contentino per non disperarsi del tutto, un'altra estate in leggerezza prima di un nuovo autunno drammatico.

una delle occasioni musicali,
una scusa per uscire e "divertirsi" 

Resta l'impressione di un anno perso, che non tornerà più indietro. I capelli bianchi sono aumentati e gli "amici" sono diminuiti. Per vari motivi, chi ha messo su famiglia ed ha meno tempo, chi ha cambiato vita e se n'è andato, chi semplicemente ha diradato i contatti e chi è stato "tagliato" dalla sottoscritta, perché le differenze di opinioni non portavano ad una crescita, ma ad uno scontro continuo. Nonostante il calo in numero, in certi casi corrispondente ad un aumento della qualità, ho fatto fatica (e continuo a faticare) a tenere il passo con tutti. Non potendo riunirsi, ho potuto vedere di persona gli amici in città singolarmente, compatibilmente con gli impegni di lavoro di entrambi ed il meteo capriccioso. Il contatto solo telematico causa le difficoltà a viaggiare non è paragonabile ad una chiacchierata di persona.

La speranza nelle riaperture è solo un'illusione, come dicevo. In Austria vige la regola delle 3 G (geimpft, ossia vaccinati con almeno la prima dose da più di 21 giorni, genesen, ossia guariti dall'infezione da meno di 6 mesi, o getestet, ossia con un tampone da meno di 48h-72h a seconda del tipo di test effettuato). Nel mio caso, non avendo preso la malattia finora (ringraziando il Cielo) e non essendo ancora stata vaccinata (Vienna in questo va un po' a rilento, solo ora ho ricevuto un appuntamento tramite l'azienda in cui lavoro, portando però la possibilità di godere di una certa libertà solo a metà estate) dovrei sottopormi a tampone ogni due giorni per poter andare al ristorante, a teatro o al cinema con gli amici (sempre in numero ridotto). Non è proprio un piacere, quindi mi faccio testare più o meno una volta a settimana per rispetto verso i miei colleghi, ma continuo ad evitare ristoranti e teatri. Un po' anche per non riprenderci gusto e poi soffrire quando ci verranno vietati nuovamente per la nostra sicurezza.

Mi auguro comunque che l'estate porti qualche momento di spensieratezza. Ne abbiamo bisogno tutti. Magari anche qualche evento lieto da condividere qui sul blog. Buona estate!

Sunday, February 14, 2021

Valentine's Day: Vienna and I

For Valentine's Day 2021, I decided to summarize my love story... with Vienna. It might not be so appealing like a relationship between real people, but it is for me equally entertaining.

- Before 1990. I knew Vienna only through the historical Sisi's movies from the 50s. Fascination mixed with resentment, considering the history of Padova during the XIX century and WWI. Anyway, I was still a child.

- Summer 1990. First meeting. The very first impression was of a beautiful, but also old, dusty, gray, and cold city.

- 90s. Another couple of visits and new discoveries, thanks to the Kommissar Rex TV series (dubbed in Italian, obviously).

Vienna in the mist (or pollution?) from Grinzing

- 2009. I could have moved to Vienna for a PhD position already in 2005, but at the end I got one in Italy. I had applied for a post-doc in 2008, but I wasn't done with my PhD. Finally, I applied again at the end of 2009, even though for a position quite different from my previous research topic. On 1st January 2010, I received the e-mail with the invitation to accept the position.

- March 2010. I moved to Vienna. The city was much nicer than the one I saw in the 90s. The monuments had been cleaned. However, after some years, everything looked "fake" to me, just for tourists. Underneath the nice facade, there were moldy walls. An atmosphere of hypocrisy. Also in the office, I wasn't particularly satisfied. I made some good friends, but, after 3 yrs, I wanted to move out.

- April 2013. Moved to Brussels for another research position. I didn't like the city from the beginning, the mentality was too "Mediterranean" for the northern climate. Ugly and filthy. But people were honest and nice. My colleagues and the German-speaking church were simply fantastic. However, I realized that I truly loved Vienna and I wanted to go back.

- June 2016. After writing a research proposal for going back to Vienna, having it granted in December 2015, I could move back to Vienna. I was the happiest person in town. I could not only leave Brussels, but also move to the city I loved.

- Since 2016. Glad to be back in Vienna, since 2019 with a permanent position. My love for the city has reached an equilibrium, I see the faults, no place is perfect, I accept its weakness, as much as mine. It remains a nice city, old and grumpy. Will I be sick again of it, desiring to move out? Who knows. It cannot be excluded. For now, I enjoy being here, even during the current pandemic, which has (temporarily?) hampered all the activities I like, such as operas, concerts, dinners with friends and journeys. Despite that, I won't betray you, Vienna, I'm staying. 

Sunday, February 7, 2021

Era meglio nel 2019?

Un’amica mi ha scritto che le manca la vita del 2019, anche se di salute stava peggio. La situazione alla lunga sta logorando anche le persone più pazienti. Ciononostante continuo a sostenere che l'Uomo si capace di adattarsi, senza guardarsi indietro con rimpianto. La vita di oggi ha i suoi aspetti positivi, nonostante la pandemia. Sinceramente, non rimpiango la mia vita del 2019. Sicuramente, però, ci sono degli aspetti di "prima" che mi mancano: 
 
  • Viaggi: verso i miei, in vacanza con le amiche, sul terreno, per convegni, per collaborazioni scientifiche; in treno, in aereo, in auto ed in camper. 
  • Convegni in presenza: dall’albergo alle cene al ristorante, dalla sezione poster col bicchiere in mano alle ore di sessioni orali in stanze fredde da aria condizionata; erano occasioni per conoscere altri scienziati, far nascere progetti assieme, confrontarsi su interpretazioni diverse, scambiarsi articoli, etc. 
  • Concerti, opere e rappresentazioni teatrali: vedere un’opera sullo schermo del portatile in streaming non ha lo stesso effetto che respirare la polvere di un teatro, commentando in diretta con il vicino, percependo con tutto il corpo le vibrazioni trasmesse all'aria dagli strumenti, essere avvolti dal suono, ma anche non vedere in primo piano la faccia del cantante, perché la lontananza (e la miopia) favoriscono l’identificazione col personaggio, mentre le smorfie ed il sudore no.
In attesa dell'imbarco.
 La mancanza di tali occasioni ha comunque dei risvolti positivi:
 
  • No viaggi. Risparmio CO2, vedo i miei più spesso tramite Skype, non devo fare la valigia, dormendo in letti diversi dal mio, rimanendo seduta ore ed ore in treno o, peggio, in uno stretto sedile d’aereo, non sono costretta a pensare ove trovare un bagno e poi usarne uno pubblico, e se sono al volante non devo sorbirmi lo stress del traffico o del brutto tempo. 
  • No convegni. Niente alito pesante di qualche collega che alza il gomito o scene imbarazzanti che avrei preferito non vedere, non mi devo sforzare di comprendere l’inglese masticato con pronunce diverse da quelle standard, non mi devo vergognare per la mia stessa pronuncia, ho più tempo per parlare con colleghi internazionali selezionati su argomenti specifici in appuntamenti digitali programmati, non vivo lo stress da prenotazioni di hotel e voli facendo quadrare i conti (ossia gli scarsi fondi a disposizione) e da preparazione poster e ppt.  
  • No teatri. Sono allergica alla polvere, ogni visita in teatro mi causa naso intasato per giorni,  non devo stare ore in piedi senza vedere il palco per poter risparmiare sul biglietto, non ci si accapiglia per un posto con un minimo di visibilità, se devo andare in bagno metto in pausa il video, finalmente vedo cosa succede in scena e con i sottotitoli riesco a seguire anche i testi più complessi, infine l’audio in cuffia rende tutte le sfumature che magari in sala si perdono.