Saturday, October 8, 2011

German Tour 3

Di nuovo in partenza, di nuovo con meta la Germania, di nuovo per un corso. Questa volta il corso è qualcosa di veramente esclusivo, il solo fatto di essere selezionati per questo evento, completamente spesati e con partecipanti da tutto il mondo, è un onore! Si tratta di un training course dell'ICDP (International Continental Drilling Program), che si propone d'insegnarci (quasi) tutto sulle perforazioni scientifiche della crosta continentale, dalla progettazione alle analisi in sito, dal carotaggio al trattamento dei campioni. Quest'anno si svolge a Windischeschenbach, paesino all'estremo confine nord-orientale della Baviera, famoso perché vi è stato scavato un pozzo di ben 9 km! Si prospetta eccitante!

Nota: giusto per la cronaca, ho esposto al capo le mie ragioni in modo pacato e sincero e lui non ha reagito imprecando e strepitando come temevo, anzi mi ha risposto con la stessa pacatezza e sincerità, spiegandomi le sue aspettative e riconoscendo che vista la situazione non si può fare altrimenti. Mi ha lasciato senza parole. La mail la tengo per testimonianza.

I giorno: la mia amata Baviera
Come al solito mi sono presa tardi con la valigia, ma per fortuna parto con calma. Dopo 7 ore di viaggio, di cui 4 su un ICE "pendolino" fino a Regensburg (cavolo! "pendola" davvero! perché noi italiani abbiamo venduto questo tecnologia e non più utilizzata?), un'ora di attesa in stazione e poi 2 ore con un moderno regionale della Vogtland-Bahn, compagnia privata che collega nord-Baviera e sud-Sassonia, sono giunta a Marktredwitz, importante nodo ferroviario. Dopo pochi minuti è arrivato un pulmino con l'insegna del GFZ di Potsdam per raccogliere i viaggiatori via treno (gli altri sono arrivati in aereo a Monaco, dove erano attesi da un altro pullman), il ragazzo che guidava, scambiandomi per un altra persona a causa di un errore nella comunicazione degli orari di arrivo, ha iniziato a parlarmi in tedesco… finché non gli è venuto qualche dubbio (se i Viennesi mi credono di Klagenfurt, non la do certo a bere ad uno di Potsdam!), ma a me ha fatto piacere dovermi sforzare di "sprechare" questa complessa lingua.  Non appena ci hanno raggiunto gli altri due amanti delle ferrovie, una tedesca di Brema ed un olandese, siamo partir ed in 20 minuti di stradine curate tra leggere alture e pascoli siamo arrivati a destinazione.

panorama dal balcone
Pausa. Abbassare la mandibola e respirare a pieni polmoni. Il posto è semplicemente mozzafiato! L'enorme hotel, tipicamente bavarese e dotato di stalla, si trova a 700 m s.l.m., all'ingresso di un parco naturale. Il ristorante ha una piattaforma rotante per godere del panorama mentre si cena. La stanza è quasi grande quanto il mio appartamento di Vienna, ma con pure un balcone in legno, con tavolo e sedie, e gerani rossi. Il tramonto da qui, pur se coperto da nuvole minacciose e con vento di tempesta, era magnifico! A cena, poi,  ho chiacchierato con una tedesca che lavora sulle perforazioni di faglie sismiche… potete immaginare, ero al 7mo cielo! È tutto talmente piacevole e perfetto che fatico a credere che non sia un sogno, almeno per il momento!

II giorno: si comincia!
Stamattina, tra i 30 partecipanti al corso, si è seduto un ragazzo che stava facendo una colazione "dolce" come me… la cosa era sospetta… così ho scoperto che era italiano! Sta facendo un dottorato in USA ed abbiamo un sacco di conoscenze in comune. In poche chiacchiere tra la colazione, il viaggio in pullman al Geozentrum ed il primo coffee-break ho scoperto di essere l'unica "impattologa", che molti conoscono uno dei miei supervisori di dottorato, e di avere collegamenti indiretti con 3/4 delle persone qui. È stato davvero fantastico poter nuovamente parlare di geologia, di faglie attive, di sismicità, di strain rate, ma anche introdurre quello che sto facendo ora (inizio a pensare che mi abbiano selezionato per i miei trascorsi geologici piuttosto che per l'importanza nell'ICDP del mio attuale boss). Questo corso sarà più produttivo di un convegno se continua così!

Oggi siamo anche andati a visitare il sito della più profonda perforazione al mondo, qui a Windischeschenbach. Ben 9101 m! Si sono fermati quando la temperatura e la pressione rendevano quasi impossibile continuare, nonostante il progetto iniziale fosse di raggiungere quota 12 km. In ogni caso sono praticamente arrivati alla transizione fragile/duttile nella crosta continentale, pur avendo sbagliato in pieno l'interpretazione dei profili sismici dell'epoca (ca. 20 anni fa). Un buon incentivo, anche sbagliando interpretazione si può raggiungere un buon risultato!

Nota. Transizione fragile/duttile. Per i non geologi questo potrà suonare incomprensibile. Si tratta della "zona" in cui la risposta delle rocce alla deformazione cambia, da un tipo fragile per cui sollecitate si rompono, ad un tipo duttile per cui invece si deformano lentissimamente. Per i geologi, non solo questa spiegazione farà drizzare loro i capelli in testa, ma pure il termine "fragile/duttile" può sembrare orripilante, visto che ha occupato la mailing list di geotectonics per lungo tempo. Sarebbe più corretto chiamarla transizione frictional/viscous-plastic, poi su dove collocarla si potrebbe parlare per mesi, ma non è questo il luogo. Sinceramente per me è molto più affascinante questa discussione che il metamorfismo di shock, perché quest'ultimo si realizza durante un evento raro (per fortuna), mentre il primo è qualcosa di insito nella Terra attuale e non sappiamo ancora abbastanza a proposito, ma questo non è un blog geologico, perciò mi fermo qui. Buona notte!

III giorno: si continua 
Giorno lungo, pieno di lezioni teoriche, ma egualmente interessanti ed affascinanti. L'ultima parte riguardava la tecnologia nelle perforazioni. Se il corso corrispondente a Padova (ma per lo sfruttamento di acquiferi) mi era sembrato superfluo nel piano di studi, qui ha trovato la sua perfetta collocazione… resto dell'idea che sia inutile sprecare un semestre intero per imparare quello che si apprende facilmente in 2h di teoria (in inglese) ed altrettante di pratica. Ovviamente era tenuto da un ingegnere, stranamente comprensibilissimo e pure simpatico. Un altro corso riguardava la biosfera profonda, ossia la vita (di microrganismi) in profondità. In questo caso non so quanti fossero interessati. Mi dispiace per il povero relatore, ma ad un geologo come me, tutto quello che è vivo (forse eccetto le altre persone) è un ostacolo durante il lavoro. Penso alla vegetazione che copre gli affioramenti, al rischio zecche, vipere, vespe, etc. Nelle perforazioni scientifiche, le attenzioni da usare per campionare tali forme di vita microscopica sono tali da rallentare se non impedire il lavoro sul materiale inorganico.

Ad ogni coffee-break, ad ogni cena, pure a colazione, ci rimpinzano di dolci… tornerò 10 kg più grassa da questo corso, ma come resistere?

IV giorno: si va in cantiere 
In conclusione, pessima idea, a mio parere. Abbiamo visitato due cantieri ove si stanno svolgendo perforazioni per impianti geotermici in Baviera, a sud di Monaco. Il primo è privato e ci hanno rintronato la testa con scarpe di sicurezza ed elmetti, per poi farci vedere poco e sapere ancora meno. L'unico più loquace era il geologo che però faceva un lavoro davvero gramo, descrivendo al microscopio il cutting, che deve raccogliersi da solo, e da quello capire in che formazione si trova. Il secondo cantiere usa materiale del GFZ ed abbiamo visto e capito molto di più, senza tante pare sulla sicurezza (gli elmetti sempre!). Faceva freddo, soffiava un vento… viennese, non pioveva ma minacciava. 

rig del GFZ
Ci abbiamo impiegato quasi 4 ore di pullman per arrivare al primo sito, compresa una sosta pipì, poi quasi 2h per spostarsi al secondo, pranzo in viaggio, infine il ritorno è stato eterno per colpa dell'idea dell'autista di accorciare per deliziose stradine bavarese (paesaggisticamente davvero belle, ma tra deviazioni e centri storici non si è certo accorciato il tempo) e di una lunga coda per lavori sull'autostrada poco dopo Regensburg. Siamo tornati in albergo alle 21, con un francese che commentava: - non avevo idea che la Germania fosse così grande.- al che non ho potuto trattenermi dal dire - e questa era solo la Baviera!-

V giorno: si riprende con... l'Oktoberfest 
Altro giorno di teoria, ma sempre più interessante! Anche per le conversazioni collaterali al corso, nei momenti associativi. Non capita tutti i giorni di parlare con un keniota di foreste ed agricoltura, con un newyorchese di sistemi educativi, con un neozelandese di musica, con un sudafricano di politica italiana (veramente avrei evitato volentieri questo argomento), etc. Incredibilmente le battute del nostro presidente del consiglio arrivano fino in Sudafrica! Non avrei mai pensato che nazioni così lontane avessero un qualche minimo interesse alla nostra politica interna…

La sera c'è stata la "cena sociale" nella piattaforma rotante, con cucina tipica bavarese e pure intrattenimento musicale tipico. La perfetta atmosfera "Oktoberfest" è stata integrata da un canto indiano, uno turco ed una versione poliglotta di "Fra Martino campanaro". Gli altri ospiti dell'albergo, un gruppo di ferrovieri pensionati, hanno mostrato di apprezzare tale multiculturalità.

Nota. La buona predisposizione verso il capo è durata il tempo di… non controllare le e-mail. In modo carino ha cancellato la collaborazione con Berlino. La mia lapidaria e garibaldina risposta ha destata l'immediata reazione del Prof. di Berlino, che però ha scritto solo a me. È un cara persona ed uno scienziato valente, ma nel rapporto con il boss è troppo debole e non voglio essere sempre il "bastian contrario" della situazione!

VI giorno: fine del sogno
Dopo aver fatto tardi ieri sera per gli allegri festeggiamenti, stamattina la levataccia era d'obbligo per preparare la valigia. Brina sui prati, nebbia nelle vallate, cielo azzurro e tiepido sole… un trattore che sparge letame, il bosco umido, Weißwurst e Käsespätzle per pranzo… come lasciare questo paradiso? Le ultime lezioni teoriche, la consegna del materiale e degli attestati, gli scambi di saluti, indirizzi e contatti Fb con la promessa di risentirsi… e poi in treno, attraverso il nord della Baviera e poi l'est, costeggiando il Danubio fino alla mia attuale città. Con la malinconia del tramonto lascio un sogno per la quotidiana realtà.

Nota 1. La statistica continua. I miei coetanei maschi al corso, soprattutto dal nord-centro Europa, sono tutti già sposati. Le femmine, metà coniugate con geologi, l'altra metà no. Ovviamente io rientro in quest'ultima categoria.

Nota 2. Una ragazza di Brema ha detto che ha riconosciuto da subito il mio accento viennese nel parlare inglese, che poi ho perso durante la settimana, recuperando quello italiano, essendo a contatto con un altro italiano emigrato. A posto! Prossimamente devo emigrare ad Hannover, chissà che almeno acquisti un buon accento tedesco.

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