Il 17 marzo il nostro Paese ha compiuto ben 150 anni. Relativamente giovane se si considera che la Germania festeggia la riunificazione solo da 20 anni ed è diventata una nazione non molto tempo prima dell'Italia. Bella festa… con i leghisti del Nord che si rifiutano di festeggiare perché si sentono "schiavi" di Roma (mal interpretando il nostro inno) ed i "borbonisti" (come chiamare i sostenitori dei Borboni?) del Sud che si sono sentiti invasi dai piemontesi. Ci manca solo che laziali e marchigiani rimpiangano i bei tempi dello Stato Pontificio… Allora come celebrare questa ricorrenza… che per la prima volta viene ricordata in Italia con un giorno di vacanza?
Mi trovo pure nell'imbarazzante situazione di essere emigrata nel paese che un tempo fu occupante. Una conoscente addirittura si è sorpresa che fossi italiana, credendomi di Klagenfurt. La cosa mi onora, anche se continuo a biascicare in modo penoso l'idioma locale, ma mi spaventa: sono così ben integrata da aver obliato le mie italiche caratteristiche? Una collega in Scozia per un colloquio di lavoro è stata scambiata per tedesca. Abbiamo forse perso il tipico accento italiano anche quando parliamo inglese, acquisendo quello tedesco? Questo non mi dispiacerebbe poi tanto, noi Italiani siamo già troppo riconoscibili per altre abitudini.
Già, le abitudini di noi italiani. A partire dalla cucina. Per noi cena significa cucinare qualcosa e mangiare pietanze calde, dal nord al sud. Che sia pasta e ceci, riso e latte, polenta, patate, spezzatino, pesce… sempre di piatti appetitosi si tratta. Qui si sorprendono, perché raramente cucinano per cena, si accontentano di pane e formaggio o affettati e gli immancabili cetrioli. Poi il concetto del tempo. Pur essendo io sempre "überpünktlich" che significa che arrivo almeno un quarto d'ora prima, in genere gli Italiani sono in ritardo agli appuntamenti o comunque fissano le cene ed i dopocena sempre più tardi di quando lo farebbero gli autoctoni. Il fatto che non esista in Italiano (nemmeno in Inglese) una traduzione della parola "überpünktlich" la dice lunga sul nostro concetto del tempo.
Già, le abitudini di noi italiani. A partire dalla cucina. Per noi cena significa cucinare qualcosa e mangiare pietanze calde, dal nord al sud. Che sia pasta e ceci, riso e latte, polenta, patate, spezzatino, pesce… sempre di piatti appetitosi si tratta. Qui si sorprendono, perché raramente cucinano per cena, si accontentano di pane e formaggio o affettati e gli immancabili cetrioli. Poi il concetto del tempo. Pur essendo io sempre "überpünktlich" che significa che arrivo almeno un quarto d'ora prima, in genere gli Italiani sono in ritardo agli appuntamenti o comunque fissano le cene ed i dopocena sempre più tardi di quando lo farebbero gli autoctoni. Il fatto che non esista in Italiano (nemmeno in Inglese) una traduzione della parola "überpünktlich" la dice lunga sul nostro concetto del tempo.
In fondo in fondo siamo Italiani, dal Trentino alla Sicilia, troppo caratteristiche insite nel nostro DNA ci rendono tali. Basta pensare a questo per sentirsi uniti, senza dover aspettare i prossimi mondiali di calcio. Specialmente quando all'estero ci deridono per la ridicola situazione politica, senza certo fare distinzioni per provenienza. In verità, ci sono anche notevoli differenze tra area ed area, regione e regione, addirittura paese e paese, o meglio tra testa e testa, e forse un federalismo fiscale potrebbe risolvere alcuni problemi, acuirne altri, ma almeno in questa occasione pensiamo solo a quanto siamo unici nel resto del mondo tanto da copiare (ed alterare, ahimè) le nostre cose belle e buone!
P.S. Non dico nulla sul nostro inno, il "canto degli Italiani", che avrà pure un testo apprezzabile (da notare che noi citiamo i Polacchi e loro ci citano nel loro inno), ma che ha una musica quanto mai... italiota...