Wednesday, June 29, 2016

What did I learn in Brussels? - Cosa ho imparato a Bxl


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Come ho ripetuto più volte, sono estremamente felice di aver potuto lasciare Bxl, ma allo stesso tempo non posso non riconoscere di aver imparato molto in questi tre anni e tre mesi. Non mi riferisco di certo alle varie competenze, ma a dei sentimenti che prima non avevo mai provato. Ho appreso anche cose brutte, che avrei volentieri evitato. Ormai dalla mia nuova casa viennese, ecco dunque la lista, partendo dalle cose brutte:

Cosa avrei preferito non imparare:
- L’odio. Questo è un sentimento che non conoscevo prima di approdare qui. Non avevo mai odiato nessuno e tantomeno un posto. Invece Bxl sin dal primo giorno mi ha suscitato una repulsione tale da farmi sviluppare un vero e proprio sentimento di odio nei suoi confronti. Talmente forte da ricordare la passione per i suoi eccessi. Eppure l’ho odiata fino all’ultimo istante.
- La paura. Quella irrazionale, che con la forza della ragione si rivela ridicola, priva di fondamento, ma che allo stesso tempo porta a cambiare i propri comportamenti. Per un mese dopo gli attentati non ho preso una metropolitana ed ancora evito gli orari di punta. Eppure già due settimane dopo ero all’aeroporto. Eppure rischio molto di più di essere investita andando in giro a piedi o in bici (a Vienna).
- La diffidenza. Mi è andata bene, ma più di qualche fregatura l’ho presa. Non sono mai stata un’ingenua che crede solo nel bene negli altri, ma ora sono proprio diffidente di base. Non è l’atteggiamento migliore, perché non si può controllare tutto nella vita, però al momento parto sempre con l’idea che la delusione è dietro l’angolo, anche nei rapporti interpersonali.
- La pazienza. Non completamente ancora, ma dopo aver ipotecato la mia futura salute fisica e mentale aspettando mezzi di trasporto che non arrivano o spariscono, assenza d’informazioni, deviazioni di percorso non previste, lunghe code per la burocrazia, impiegati scorbutici ed ignoranti e commessi dei negozi imbroglioni e svogliati, call center a disco,… ho capito che non vale la pena rovinarsi la giornata. Se io ho dovuto pazientare, gli altri a catena dovranno pazientare. Ed il liberatorio augurio di andare a quel paese è sempre dietro l’angolo.

l'ultimo tramonto a Bxl
Cosa di buono ho imparato:
- Che i pregiudizi sono profondamente radicati in noi italiani e solo l’educazione e il razionalità possono combatterli. Mi sono resa conto di esserne affetta anch’io. Quando ho incontrato una giovane coppia di colore, sentendo il mio idioma ho chiesto -Parlate Italiano?- Se fossero stati bianchi probabilmente avrei chiesto -Siete Italiani?- Eppure dovremmo imparare a non giudicare una persona dall’aspetto, dal colore della pelle, dall’origine, dalla lingua o da una debolezza di comportamento. Le persone vanno conosciute, altrimenti è meglio sospendere il giudizio. Questo è possibile capirlo in posti come Bxl, ove gli stranieri sono cittadini europei da altri paesi ed i locali raccolgono diverse provenienze originarie.
- L’autostima. Nel lavoro ho finalmente capito che non sono al di sotto della media, non c’è nulla di male a considerarsi bravi talvolta (senza eccedere nella superbia) e l’umiltà in questo ambiente non paga. Purtroppo.
- Darsi da fare per cambiare le cose. In una nazione di pigri, venendo da una generazione di rassegnati, ho capito che poco o nulla cade dal cielo senza sforzo. Non mi piace Bxl? Vorrei tornare a Vienna? Bene, allora provaci! Ti senti sola? Organizza qualcosa ed invita gli amici ad uscire. Magari offri tu, così si sentiranno in dovere di ricambiare e la prossima volta saranno loro ad invitarti.

Conclusione. Bxl non mi mancherà. Devo però riconoscere che Bxl ha rappresentato un passo importante nella mia crescita. Ho imparato molto ed ho compreso che non è il posto per me. Ho incontrato persone fantastiche, che non dimenticherò tanto facilmente. Un’amica ha detto che le persone sono più gentili in paesi come il Belgio, ove si ha bisogno dell’altro per risolvere i problemi quotidiani. Questo potrebbe spiegare tutto. In ogni caso, non dimenticherò mai l’affetto ricevuto, nonostante il mio essere spesso musona e lagnosa. Allo stesso tempo spero di dimenticare presto i momenti tristi che ho avuto a Bxl.

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As said many times, I'm happy to have left Brussels. However, I must admit I learned a lot during the past 3 years and 3 months. I'm not talking about skills, but about feelings and personal growth. I've learned also bad things that I would have avoided if I could. Currently from my new flat in Vienna, here is the list:

What I would have preferred not to learn:
- Hate. I’ve never ever hated somebody or something before landing in Brussels. On the other hand, since the first day, Brussels has inspired to me a deep hate. So deep to resemble love in the symptoms. Until the last day I can say I hated Brussels.
- Fear. Irrational fear. Thinking about, it makes no sense, but it forced me to change my routine. After the attacks, I have not travelled by metro for a month and I still tend to travel off peak. But just two weeks after the attacks I went again to the airport. Actually, the probability to be run over by cars while I walk or ride a bicycle (in Vienna) is much higher.
- Suspicion. Even though I cannot really complain, I was cheated sometimes. I’ve never been naive, believing in the good nature of everybody, but generally I trust at least the institutions. Mistrust is not the best, we cannot control every detail of our lives. However, now I’m quite cautious also in relationships, expecting to be disappointed soon or later.
- Patience. Well, not really. I’ve jeopardised my mental health and well-being by waiting ghost buses and trains, looking for information, unexpected path detours, queueing for basic administration, dealing with unkind and incapable office workers, lazy salespersons, unresponsive call centres,… I learned that my health is more important. I had to wait like somebody else will wait after me. When needed, a liberating “go to hell!” is always ready.

What I’m glad to have learned.
- We Italians are deeply prejudicial. Only high education and freethinking can erase prejudice. I realised I’m also victim of prejudice. Once I met a young black couple. When I heard them speaking Italian, I asked -Do you speak Italian?- If they were caucasian, my question would have been -Are you Italian?- In Brussels, I learned that people cannot be judged by their appearance, skin tan, provenance, tongue or a bad habit. We should meet people before having an opinion about them. In Brussels, I am the foreigner, among my friends there are more people from other countries (far east and Africa included) than from Belgium from generations.
- Self-esteem. It took a lot, but now I reckon I’m not inferior. Sometimes it is good to be a bit proud of our results, without becoming arrogant. In academia, humble people have no future. Unfortunately. 
- To do what you can to change your world. I’ve been living in a lazy country, people of my age are generally resigned. Finally I got that I must do something to change what I don’t like. Nothing comes for free. Don’t you like Brussels? Would you like to go back to Vienna? Well, do something! Do you feel alone? Let’s invite friends to go out. First round on you, so they will invite you and pay for you the next time.


Conclusion: I won’t miss Brussels. However, Brussels has been an important stage in my life. I grew up. I learned a lot. I understood what makes me feeling better and where I'd like to spend the rest of my life. I also met amazing people. A friend of mine said that people are nicer in countries, like Belgium, where you must rely on others to survive. This might be the reason, then. Anyway, I will remember the love I received for free, despite my being grumpy and moaning. And I hope to forget soon the bad time I had in Brussels.