Thursday, May 24, 2012

paura di tremare

Recentemente si è verificata una sequenza sismica in Emilia, avvertita anche a Padova, che ha spaventato i residenti e causato 7 morti nelle vicinanze dell'epicentro. Questo terremoto, apparentemente strano per la posizione, mi ha fatto riflettere su cosa ci faccia paura: tutto ciò non comprendiamo o non possiamo controllare. Che si tratti di una catastrofe naturale (terremoti, frane, tsunami, alluvioni, etc.) spesso imprevedibile o di una malattia o semplicemente del futuro.

La mente umana cerca in tutti i modi di giustificare o spiegare il fenomeno, per avere meno paura. Nel caso del terremoto, allora, arrivano le ipotesi più fantasiose (es. potenti armi segrete americane) o soprannaturali (punizione per qualche malefatta o predizione Maya) o addirittura si tenta la strada dell'ironia tragica (il leghista che ha detto si è trattato di un tentativo della Padania di staccarsi dal resto dell'Italia). Alla ricerca disperata di un perché ignoriamo volutamente la spiegazione scientifica, che c'è ma che è meno attraente, meno affascinante e soprattutto incapace di rispondere a tutti i quesiti.

La paura del terremoto mi è nota. Stai dormendo o facendo delle azioni quotidiane quando ti gira la testa, ti balla il pavimento sotto i piedi, senti un rumore cupo che non assomiglia a nulla che conosci e che sembra arrivare da ogni direzione, le vetrine tintinnano e gli oggetti vicini al bordo cadono a terra, il lampadario oscilla, il cuore ti batte all'impazzata ma sei paralizzato dal terrore. Quando termina, ancora tremante, cerchi qualcuno perché in compagnia si affronta meglio lo shock, possibilmente fuori dalla casa diventata improvvisamente pericolosa. Se hai delle minime conoscenze sul campo ti affretti a controllare su internet intensità ed epicentro, intasando i siti di rilevazione automatica, per capire e sapere se c'è da temere il peggio o no. Questo quando si avverte una scossa non troppo intensa o ad una certa distanza dall'epicentro. Nei casi peggiori si sentono e si vedono i muri della casa aprirsi e crollarci addosso, il pavimento sprofondare, i mobili dondolare tanto da spostarsi e cadere, è impossibile stare in piedi ed i secondi diventano lunghi interminabili minuti.

da qui
La potenza di un terremoto è talmente lontana dalle normali esperienze umane da risultare sublime (come diceva Kant) ma proprio per questo la spiegazione sovrannaturale e parimenti incomprensibile è forse più rassicurante dell'incertezza della scienza: i terremoti non si possono prevedere (non ancora), dopo una scossa più intensa generalmente l'intensità decresce ma potrebbe verificarsi un altro evento di egual potenza, probabilmente nucleato su un'altra faglia, etc. Tutto questo uso del condizionale spaventa tanto quanto il ricordo della scossa, ma almeno "previene" future istanze legali.

Wednesday, May 2, 2012

i-gi-iu e I maggio

Come ogni anno si è appena concluso un il convegno internazionale dell'EGU (European Geosciences Union) che ultimamente ha raccolto oltre 10 000 partecipanti da tutto il mondo. Tranne me, ovviamente, per varie ragioni. In passato vi ho preso parte due volte, ma ora il fatto di vivere a Vienna non implica necessariamente il parteciparvi, sia perché le sessioni interessanti per quel che faccio ora non sono molte (generalmente una soltanto), sia perché comunque la tassa d'iscrizione è cara (sopra i 400 euro). 


Il punto è che Vienna si è improvvisamente popolata di vecchie conoscenze regalandomi incontri programmati ed altri inaspettati. Non mi soffermo su quelli programmati, ma sulle buffe situazioni in cui sono avvenuti due di quelli a sorpresa. Una mattina, armata di ruota della bici per andare dal meccanico, ho riconosciuto alla fermata della metro un professore di Genova, che avevo conosciuto nel 2005. Una sera tardi ad un semaforo ho riconosciuto due dei ricercatori di Potsdam responsabili del corso a Windischeschenbach.

Che strano ritrovare persone che si erano archiviate nel dimenticatoio, coscientemente pensando - probabilmente non le rivedrò mai. - Come è accaduto qualche settimana fa quando alla riunione di dipartimento ho riconosciuto il ragazzo con cui condivisi un computer ad un corso nel 2004, quando non ero ancora laureata. Il risultato è un continuo susseguirsi di episodi della mia vecchia ed attuale vita... ma avere un'occhiata su quella futura non mi dispiacerebbe!


dove eravamo
A questi re-incontri si devono aggiungere delle nuove conoscenze. Il I maggio ho partecipato ad un picnic tra Italiani a Vienna, guarda caso nelle vicinanze del centro congressi ove si è svolto il suddetto convegno. Ne conoscevo già molti, alcuni da tempo, altri da pochissimo. Anche in questo caso alcuni nuovi incontri mi hanno fatto tornare con la mente ai tempi di Padova. Ciononostante è stata una bella giornata, serena ed allegra, come tra un gruppo di vecchi compagni di classe, dimenticando o sorridendo sui problemi quotidiani e del nostro Paese e godendoci gli anomali 30° viennesi. Sicuramente iniziativa da ripetere prima di volgere verso nuovi lidi!