Thursday, February 22, 2018

Berlinare

A volte ritornano. Anzi così spesso da coniare un termine apposito. Mi riferisco ai miei viaggi di lavoro a Berlino. Da quando sono espatriata, grazie ad una fruttuosa collaborazione, almeno una volta all'anno mi trovo a trascorrere qualche giorno nella capitale tedesca. La permanenza più breve è stata di un giorno, prendendo il primo volo al mattino da Vienna e ritornando la sera, quella più lunga due settimane. Senza contare le numerose volte in cui sono passata dalla città, pur avendo altra destinazione, tipo Potsdam o Dresda. Lo scorso weekend ci sono tornata per partecipare al simposio in onore del professore con cui ho lavorato che va in pensione. Eccezionalmente non viaggiando da sola come mia consuetudine, bensì con due colleghe: la mia compagna d'ufficio tedesca ed una nostra ex-dottoranda turca.

A dire il vero, non abbiamo propriamente viaggiato assieme. Potendo rimborsarmi il viaggio di lavoro, ho preferito volare con la compagnia di bandiera, mentre loro hanno preso un volo low-cost. All'andata sullo stesso velivolo c'era il nostro capo con la moglie. Al ritorno un attore italo-austriaco che aveva visitato la Berlinale. Il nostro capo è più spesso in tv di tale attore e quindi in teoria più famoso, ma solo la sottoscritta e l'ex direttore del Film Museum di Vienna gli hanno rivolto la parola. Veramente tutti hanno rispettato la privacy dell'attore, nessuno l'ha tormentato per autografi e selfie... come probabilmente sarebbe accaduto nel nostro paese. Divagazione a parte, pur se non per il volo, per il resto del tempo sono sempre stata con le colleghe, dalla stanza d'hotel allo shopping. L'hotel, in cui ero già stata, è a Wedding. Nonostante Wedding non sia affatto il quartiere migliore di Berlino, non mi ci trovo male perché multiculturale, animato e fornito di ogni comodità. Come nelle barzellette, ci siamo ritrovate una turca musulmana, una tedesca luterana ed un'italiana cattolica a Berlino. La convivenza è stata senza problemi, non ci sono aneddoti buffi o curiosi da raccontare, nonostante le differenze di abitudini e di mentalità.

Tempelhof, lato pista, anticata.
ll simposio è stato estremamente interessante, piacevole ed a tratti commovente. Abbiamo conosciuto l'intera storia scientifica del prof. che va in pensione e gli abbiamo augurato una lunga e proficua vita scientifica ove trascorrerà i prossimi anni. Andrà in pensione dalla burocrazia e dalle responsabilità amministrative che il suo posto comportavano, ma non dalla ricerca. Continuerà in Brasile, assieme alla sua compagna. Il simposio ha raccolto tutti i suoi vecchi e recenti amici, i suoi (ex)studenti ed i suoi professori. Essendo la comunità piuttosto limitata ed avendo lavorato lui in USA, Sudafrica ed Europa, era riunito l'80% dei ricercatori sul tema crateri d'impatto, il 99% di quelli che lavorano in Europa. Non c'è da stupirsi, dunque, che l'incontro abbia avuto una grande valenza politica anche per la sottoscritta, che ha potuto (re)incontrare colleghi con cui si portano avanti importanti collaborazioni, editori e revisori di articoli ed autori di articoli che ho valutato, etc. Al solito, ho parlato inglese, tedesco ed italiano (in ordine di frequenza), passando in continuazione dall'una all'altra a seconda dell'interlocutore (o anche con lo stesso). Nonostante ci fossero almeno due connazionali, oltre a parecchi tedeschi che parlano il nostro idioma, non ci siamo isolati come hanno fatto invece i francesi, sedendosi tutti allo stesso tavolo e facendo gruppo chiuso. Una giornata intensa che alla fine ha lasciato impressioni su cui riflettere per giorni e giorni.

Le architetture moderne del Bundestag.
Non è mancata la parte turistica. Berlino è talmente grande e mutevole che c'è sempre qualcosa da vedere. Questa volta mi sono concentrata su Tempelhof, il Bundestag e lo shopping della domenica. Con ordine, Tempelhof. Si tratta del vecchio aeroporto cittadino, attivo dal 1923 al 2008, ora trasformato in un enorme parco. In una giornata fredda e grigia, come tipico a Berlino, vi ci sono andata con la collega turca, tra l'altro raffreddata, poveretta, facendole fare km e km a piedi. Atmosfera magnifica. Architettura degli anni '30, enormi spazi vuoti circondati da dense aree residenziali, gente di ogni età, origine e ceto a trascorrere il tempo camminando, facendo volare aquiloni, correndo, allenandosi sui pattini, etc. Un posto particolare che merita una visita per comprendere meglio l'anima della città. Questo aeroporto ha visto una guerra mondiale, il ponte aereo per salvare Berlino Ovest durante la guerra fredda, la riunificazione della Germania fino alla recente crisi dei rifugiati. Il Bundestag. Grazie ad un'amica e compaesana della collega tedesca che qui lavora abbiamo avuto modo di visitare il complesso di edifici del Bundestag. Architetture moderne geometriche e simboliche perfettamente integrate con quelle storiche restaurate del vecchio edificio del Reichstag. Installazioni artistiche moderne che portano a riflettere. Mi ha fatto una certa impressione visitare il Parlamento tedesco senza mai aver visto Montecitorio (nemmeno da fuori) o quello austriaco (tra l'altro al momento chiuso per lavori di restauro). Infine, lo shopping della domenica. Per puro caso, questa domenica molti negozi erano aperti nel pomeriggio. Effettivamente Berlino costa meno di Vienna, non a caso ho comprato qui parecchi articoli per la casa e di abbigliamento negli anni passati. La ciliegina sulla torta è stata la tradizionale torta col caffè al ristorante sul tetto della Galeria Kaufhof ad Alexanderplatz. Un piccolo lusso alla portata di tutti.

Berlino resta uno zoo in cui ogni sorta di specie convive pacificamente con l'altra. Forse solo a Londra si osserva una fauna simile, con la differenza che Londra è fossilizzata nella sua storia gloriosa (come Vienna) mentre Berlino ha dovuto ingoiare più volte lacrime amare per poi rinascere guardando avanti. Berlino non è bella, solo alcuni palazzi meritano la definizione di belli, non so se sopravvissuti ai bombardamenti o interamente ricostruiti (come stanno facendo ora col castello prussiano). Non è nemmeno una brutta città industriale con le periferie raffazzonate negli anni '50 come Glasgow. Nonostante le diverse stratificazioni, la massiccia ricostruzione nel dopoguerra ed i 40 anni di regime socialista, Berlino non ha nemmeno quell'accozzaglia di edifici brutti e sporchi che soffocano delle vere perle come a Bruxelles. Insomma, Berlino ha una sua anima che non si può ritrovare altrove. Non a tutti piace, merita comunque una visita.