Sunday, December 21, 2014

Berlino mordi e fuggi

Pensavo di godermi due settimane di riposo a Bxl prima di prendere un altro aereo per tornare dai miei per le feste, invece, inaspettatamente, ho dovuto volare a Berlino. Andare a Berlino è sempre un piacere. L’occasione è stata particolarmente interessante perché selezionata per un colloquio di lavoro. Comunque vada, imparerò molto da questa esperienza.

Tuttavia arrivare a Berlino è stata un’avventura. Causa sciopero nazionale ho dovuto anticipare il volo alla domenica. Il venerdì precedente mi comunicano che il mio volo è stato cancellato e devo richiamare per trovare una soluzione. Alla fine ho volato 2h prima del previsto, praticamente correndo dalla chiesa tedesca ove ho suonato fino all’aeroporto. L’aereo è partito in ritardo perché un passeggero non si è presentato ed hanno dovuto scaricarne il bagaglio. All’arrivo a Tegel si è manifestato un problema con la porta per cui hanno spostato il velivolo di pochi cm per 3 volte prima di riuscire a farci sbarcare. Mi domando se non siano tutti segnali da parte del Belgio che voglia trattenermi. Se così fosse… basterebbe approvare una richiesta fondi e non me ne andrei di sicuro. Ma forse si tratta di mera inefficienza o della solita “fortuna” nei viaggi.

Lunedì 15, mentre il Belgio intero era bloccato da uno sciopero nazionale, la sottoscritta era bellamente a Berlino. A lavorare in una fredda stanza d’albergo con vista sui tetti della città, con un cielo plumbeo a far da sfondo e con un delizioso falafel nello stomaco. Ad un certo punto non ho retto più il silenzio che mi circondava (come in Giappone, sola e senza segni di vita dal resto del mondo che non siano tramite rete) ed ho messo un po’ di musica. Beethoven. La scelta migliore per la tempesta di sentimenti contrastanti che mi agitavano.

Il giorno dopo, dopo l’istruttivo colloquio ed una altrettanto interessante chiacchierata con un collega, mi sono concessa una breve passeggiata per mercatini di Natale. Ormai ne fanno anche a Bxl, ma l’atmosfera magica dei paesi germanofoni è unica. Ad Alexanderplatz c’era persino un’enorme torre dell’Erzgebirge. Di fronte al Rotes Rathaus ho trovato un signore in uniforme da soldato prussiano che cantava vecchie canzoni accompagnandosi con un organetto. L’odore di spezie di Glühwein e Punsch, misto al profumo di freddo (minacciava neve), inebriava anche senza bere una delle decine di varianti di queste bevande alcoliche. Merletti di Plauen (città natale di Karl Richter, la persona che mi ha fatto innamorare dell’organo a canne e di Bach), cuori di pasta di sale bavaresi, mini-torri dell’Erzgebirge, decorazioni ad uncinetto fatte a mano, presepi di legno, etc. Non inizio nemmeno la lista del cibo. C’era da perdersi!


Berlino era piena di turisti. In centro si sentivano molte lingue, quasi come a Bxl, ma mi ha sorpreso la quantità di giovani italiani. Erano turisti o migranti del lavoro? In questi ultimi anni ogni posto in cui sono stata ho assistito ad una vera e propria emigrazione di massa dal Bel Paese. A Natale non sarò l’unica a prendere un aereo o un treno verso sud, per ricongiungermi alla famiglia per le feste. Nonostante la gioia per il fatto di non essere sola in questa esperienza, non posso esimermi da un senso di preoccupata tristezza per la necessità che abbiamo di lasciare l’Italia e per la quasi impossibilità di farvi ritorno per trovarvi lavoro.

P.S. Nonostante una buona presentazione, un altro candidato è stato scelto per il posto a Berlino. Amen. Si continua a provare. 

Monday, December 8, 2014

Japan 3.0 - Second week

Sad weekend

I had great expectation and plans for the weekend, but finally I had to spend most of the time in my room. What’s happened? I didn't feel well and I preferred withdrawing my plans and taking care of myself. Although I have a private insurance, other than that provided by the university, I wouldn't try if it works, running into a Japanese hospital for an urgent surgery. However, it has been really sad having to cancel the meeting with local friends, who I don’t see since more than a year.

IKEA chopsticks
I had anyway the chance to visit the IKEA in Tachikawa, which was under construction last year. It’s exactly as any other IKEA in Europe, but it sells also bamboo bowls and chopsticks sets. My boss and colleagues from Belgium arrived between Saturday and Sunday and my loneliness finally became bearable.

Second week
The second week of my stay was motivated by a kind of small conference. This is why my colleagues have joined. I’ve repeated the talk I gave in Casablanca, but with one of the possible reviewers of the paper in the room. As in Casablanca, I shared the honour to chair a session with another girl, this time a sweet Japanese scientist.

Unfortunately I missed the second day of the symposium due to the visit to a local hospital. I wasn't feeling any better and the Belgian insurance recommended to see a doctor before boarding an airplane for 13 hrs. A very kind Japanese lady helped me, both supporting and translating. Surprisingly almost none spoke English in the hospital. I don’t want to tell here the whole story, but just that the diagnosis was… not determined, for sure nothing really bad. Good news! Even if I continued to feel sick without knowing the reason. Despite the high cost (perhaps not covered by the insurance, but who cares about money in matter of health?), this was an interesting experience. I’m sorry for the comparison, but I must admit that Japanese hospitals are much better than those in Padova I had experience of.

Despite the situation, I had the opportunity to laugh sincerely thanks to a couple of Italian friends and colleagues, one in Japan and one recently moved to Brunei, which is thousands km far away but only 1 hour difference in time. On Friday I felt a bit better and I joined the final dinner with an important Japanese professor in a luxury Chinese restaurant (I ate almost nothing but it was important to be there). Lovely! Mixing science and food culture, origami (one of my hobbies) and plans for collaborations. This is how conference dinners should be.

The last weekend
Three friends of mine and a colleague were in town on Saturday and I couldn't miss also this opportunity. I felt definitely better so I decided to go to Tokyo to meet them. Finally one of the friends couldn't make it and I had only a couple of hours for chatting with friends that I didn't see since long time, but it was wonderful anyway. My Japanese friend is pregnant for the second time and her older daughter is growing pretty well. The italian friend is trying to come back to Europe. The colleague won't be seen in Brussels for months. Well, I hope to meet all of them again in Europe next time!

In the afternoon I cleaned the apartment where I stayed and packed my stuff. Ready for the last short night in hotel, thanks to my boss, before flying… back. Home? Well, I’ve already discussed this point. I don’t know yet if Brussels is my home, at moment this is very unlikely and not for my will (no hopes of extra funding). The flight went smooth and I enjoyed old and new movies, traditional Bach’s Christmas Oratorio and a glass of wine. As usual I got checked in Frankfurt (I know… I look too mediterranean). It was difficult to stay awake waiting for the connecting flight, but at 8 pm I was already in my bed, in Brussels.

Conclusion

Although sick for half of the time, I loved my stay in Japan. The colors of a late autumn in the gardens, the blue sky, the snow cap on the Fujiyama, the smiling people. I look forward to going back, soon or later.