Thursday, October 20, 2011

Pensi di tornare in Italia?

Ogni nuova persona che conosco, italiana o straniera che sia, mi porge la stessa domanda: pensi di tornare in Italia? Anche la risposta è sempre la stessa, un deciso e sicuro NO, se non costretta. Perché? Purtroppo non sono in grado di spiegarmi bene, ma un altro emigrato ha saputo farlo, elencando le sue (nostre) chiare ragioni. Leggete qui.

Saturday, October 8, 2011

German Tour 3

Di nuovo in partenza, di nuovo con meta la Germania, di nuovo per un corso. Questa volta il corso è qualcosa di veramente esclusivo, il solo fatto di essere selezionati per questo evento, completamente spesati e con partecipanti da tutto il mondo, è un onore! Si tratta di un training course dell'ICDP (International Continental Drilling Program), che si propone d'insegnarci (quasi) tutto sulle perforazioni scientifiche della crosta continentale, dalla progettazione alle analisi in sito, dal carotaggio al trattamento dei campioni. Quest'anno si svolge a Windischeschenbach, paesino all'estremo confine nord-orientale della Baviera, famoso perché vi è stato scavato un pozzo di ben 9 km! Si prospetta eccitante!

Nota: giusto per la cronaca, ho esposto al capo le mie ragioni in modo pacato e sincero e lui non ha reagito imprecando e strepitando come temevo, anzi mi ha risposto con la stessa pacatezza e sincerità, spiegandomi le sue aspettative e riconoscendo che vista la situazione non si può fare altrimenti. Mi ha lasciato senza parole. La mail la tengo per testimonianza.

I giorno: la mia amata Baviera
Come al solito mi sono presa tardi con la valigia, ma per fortuna parto con calma. Dopo 7 ore di viaggio, di cui 4 su un ICE "pendolino" fino a Regensburg (cavolo! "pendola" davvero! perché noi italiani abbiamo venduto questo tecnologia e non più utilizzata?), un'ora di attesa in stazione e poi 2 ore con un moderno regionale della Vogtland-Bahn, compagnia privata che collega nord-Baviera e sud-Sassonia, sono giunta a Marktredwitz, importante nodo ferroviario. Dopo pochi minuti è arrivato un pulmino con l'insegna del GFZ di Potsdam per raccogliere i viaggiatori via treno (gli altri sono arrivati in aereo a Monaco, dove erano attesi da un altro pullman), il ragazzo che guidava, scambiandomi per un altra persona a causa di un errore nella comunicazione degli orari di arrivo, ha iniziato a parlarmi in tedesco… finché non gli è venuto qualche dubbio (se i Viennesi mi credono di Klagenfurt, non la do certo a bere ad uno di Potsdam!), ma a me ha fatto piacere dovermi sforzare di "sprechare" questa complessa lingua.  Non appena ci hanno raggiunto gli altri due amanti delle ferrovie, una tedesca di Brema ed un olandese, siamo partir ed in 20 minuti di stradine curate tra leggere alture e pascoli siamo arrivati a destinazione.

panorama dal balcone
Pausa. Abbassare la mandibola e respirare a pieni polmoni. Il posto è semplicemente mozzafiato! L'enorme hotel, tipicamente bavarese e dotato di stalla, si trova a 700 m s.l.m., all'ingresso di un parco naturale. Il ristorante ha una piattaforma rotante per godere del panorama mentre si cena. La stanza è quasi grande quanto il mio appartamento di Vienna, ma con pure un balcone in legno, con tavolo e sedie, e gerani rossi. Il tramonto da qui, pur se coperto da nuvole minacciose e con vento di tempesta, era magnifico! A cena, poi,  ho chiacchierato con una tedesca che lavora sulle perforazioni di faglie sismiche… potete immaginare, ero al 7mo cielo! È tutto talmente piacevole e perfetto che fatico a credere che non sia un sogno, almeno per il momento!

II giorno: si comincia!
Stamattina, tra i 30 partecipanti al corso, si è seduto un ragazzo che stava facendo una colazione "dolce" come me… la cosa era sospetta… così ho scoperto che era italiano! Sta facendo un dottorato in USA ed abbiamo un sacco di conoscenze in comune. In poche chiacchiere tra la colazione, il viaggio in pullman al Geozentrum ed il primo coffee-break ho scoperto di essere l'unica "impattologa", che molti conoscono uno dei miei supervisori di dottorato, e di avere collegamenti indiretti con 3/4 delle persone qui. È stato davvero fantastico poter nuovamente parlare di geologia, di faglie attive, di sismicità, di strain rate, ma anche introdurre quello che sto facendo ora (inizio a pensare che mi abbiano selezionato per i miei trascorsi geologici piuttosto che per l'importanza nell'ICDP del mio attuale boss). Questo corso sarà più produttivo di un convegno se continua così!

Oggi siamo anche andati a visitare il sito della più profonda perforazione al mondo, qui a Windischeschenbach. Ben 9101 m! Si sono fermati quando la temperatura e la pressione rendevano quasi impossibile continuare, nonostante il progetto iniziale fosse di raggiungere quota 12 km. In ogni caso sono praticamente arrivati alla transizione fragile/duttile nella crosta continentale, pur avendo sbagliato in pieno l'interpretazione dei profili sismici dell'epoca (ca. 20 anni fa). Un buon incentivo, anche sbagliando interpretazione si può raggiungere un buon risultato!

Nota. Transizione fragile/duttile. Per i non geologi questo potrà suonare incomprensibile. Si tratta della "zona" in cui la risposta delle rocce alla deformazione cambia, da un tipo fragile per cui sollecitate si rompono, ad un tipo duttile per cui invece si deformano lentissimamente. Per i geologi, non solo questa spiegazione farà drizzare loro i capelli in testa, ma pure il termine "fragile/duttile" può sembrare orripilante, visto che ha occupato la mailing list di geotectonics per lungo tempo. Sarebbe più corretto chiamarla transizione frictional/viscous-plastic, poi su dove collocarla si potrebbe parlare per mesi, ma non è questo il luogo. Sinceramente per me è molto più affascinante questa discussione che il metamorfismo di shock, perché quest'ultimo si realizza durante un evento raro (per fortuna), mentre il primo è qualcosa di insito nella Terra attuale e non sappiamo ancora abbastanza a proposito, ma questo non è un blog geologico, perciò mi fermo qui. Buona notte!

III giorno: si continua 
Giorno lungo, pieno di lezioni teoriche, ma egualmente interessanti ed affascinanti. L'ultima parte riguardava la tecnologia nelle perforazioni. Se il corso corrispondente a Padova (ma per lo sfruttamento di acquiferi) mi era sembrato superfluo nel piano di studi, qui ha trovato la sua perfetta collocazione… resto dell'idea che sia inutile sprecare un semestre intero per imparare quello che si apprende facilmente in 2h di teoria (in inglese) ed altrettante di pratica. Ovviamente era tenuto da un ingegnere, stranamente comprensibilissimo e pure simpatico. Un altro corso riguardava la biosfera profonda, ossia la vita (di microrganismi) in profondità. In questo caso non so quanti fossero interessati. Mi dispiace per il povero relatore, ma ad un geologo come me, tutto quello che è vivo (forse eccetto le altre persone) è un ostacolo durante il lavoro. Penso alla vegetazione che copre gli affioramenti, al rischio zecche, vipere, vespe, etc. Nelle perforazioni scientifiche, le attenzioni da usare per campionare tali forme di vita microscopica sono tali da rallentare se non impedire il lavoro sul materiale inorganico.

Ad ogni coffee-break, ad ogni cena, pure a colazione, ci rimpinzano di dolci… tornerò 10 kg più grassa da questo corso, ma come resistere?

IV giorno: si va in cantiere 
In conclusione, pessima idea, a mio parere. Abbiamo visitato due cantieri ove si stanno svolgendo perforazioni per impianti geotermici in Baviera, a sud di Monaco. Il primo è privato e ci hanno rintronato la testa con scarpe di sicurezza ed elmetti, per poi farci vedere poco e sapere ancora meno. L'unico più loquace era il geologo che però faceva un lavoro davvero gramo, descrivendo al microscopio il cutting, che deve raccogliersi da solo, e da quello capire in che formazione si trova. Il secondo cantiere usa materiale del GFZ ed abbiamo visto e capito molto di più, senza tante pare sulla sicurezza (gli elmetti sempre!). Faceva freddo, soffiava un vento… viennese, non pioveva ma minacciava. 

rig del GFZ
Ci abbiamo impiegato quasi 4 ore di pullman per arrivare al primo sito, compresa una sosta pipì, poi quasi 2h per spostarsi al secondo, pranzo in viaggio, infine il ritorno è stato eterno per colpa dell'idea dell'autista di accorciare per deliziose stradine bavarese (paesaggisticamente davvero belle, ma tra deviazioni e centri storici non si è certo accorciato il tempo) e di una lunga coda per lavori sull'autostrada poco dopo Regensburg. Siamo tornati in albergo alle 21, con un francese che commentava: - non avevo idea che la Germania fosse così grande.- al che non ho potuto trattenermi dal dire - e questa era solo la Baviera!-

V giorno: si riprende con... l'Oktoberfest 
Altro giorno di teoria, ma sempre più interessante! Anche per le conversazioni collaterali al corso, nei momenti associativi. Non capita tutti i giorni di parlare con un keniota di foreste ed agricoltura, con un newyorchese di sistemi educativi, con un neozelandese di musica, con un sudafricano di politica italiana (veramente avrei evitato volentieri questo argomento), etc. Incredibilmente le battute del nostro presidente del consiglio arrivano fino in Sudafrica! Non avrei mai pensato che nazioni così lontane avessero un qualche minimo interesse alla nostra politica interna…

La sera c'è stata la "cena sociale" nella piattaforma rotante, con cucina tipica bavarese e pure intrattenimento musicale tipico. La perfetta atmosfera "Oktoberfest" è stata integrata da un canto indiano, uno turco ed una versione poliglotta di "Fra Martino campanaro". Gli altri ospiti dell'albergo, un gruppo di ferrovieri pensionati, hanno mostrato di apprezzare tale multiculturalità.

Nota. La buona predisposizione verso il capo è durata il tempo di… non controllare le e-mail. In modo carino ha cancellato la collaborazione con Berlino. La mia lapidaria e garibaldina risposta ha destata l'immediata reazione del Prof. di Berlino, che però ha scritto solo a me. È un cara persona ed uno scienziato valente, ma nel rapporto con il boss è troppo debole e non voglio essere sempre il "bastian contrario" della situazione!

VI giorno: fine del sogno
Dopo aver fatto tardi ieri sera per gli allegri festeggiamenti, stamattina la levataccia era d'obbligo per preparare la valigia. Brina sui prati, nebbia nelle vallate, cielo azzurro e tiepido sole… un trattore che sparge letame, il bosco umido, Weißwurst e Käsespätzle per pranzo… come lasciare questo paradiso? Le ultime lezioni teoriche, la consegna del materiale e degli attestati, gli scambi di saluti, indirizzi e contatti Fb con la promessa di risentirsi… e poi in treno, attraverso il nord della Baviera e poi l'est, costeggiando il Danubio fino alla mia attuale città. Con la malinconia del tramonto lascio un sogno per la quotidiana realtà.

Nota 1. La statistica continua. I miei coetanei maschi al corso, soprattutto dal nord-centro Europa, sono tutti già sposati. Le femmine, metà coniugate con geologi, l'altra metà no. Ovviamente io rientro in quest'ultima categoria.

Nota 2. Una ragazza di Brema ha detto che ha riconosciuto da subito il mio accento viennese nel parlare inglese, che poi ho perso durante la settimana, recuperando quello italiano, essendo a contatto con un altro italiano emigrato. A posto! Prossimamente devo emigrare ad Hannover, chissà che almeno acquisti un buon accento tedesco.

iComputer

La recente scomparsa di Steve Jobs mi ha fatto ricordare la mia storia con il computer. E che c'entra col blog? C'entra. Se non avessi superato l'odio iniziale non avrei un blog, innanzitutto. Poi, gran parte del mio lavoro si svolge proprio grazie a questa tecnologia da cui ormai sono quasi dipendente a da cui devo impormi dei giorni di disintossicazione per non impazzire del tutto.
Il primo incontro è avvenuto negli anni '90 a scuola, con un Commodore 64, poi quando diedero un pesante portatile a mio papà ed iniziai a conoscere il primordiale Office. Per la "tesina" di maturità, primo anno con questa sperimentazione (1999), andai da mio cugino, studente d'ingegneria, per battere il testo. L'alternativa era la vecchia Olivetti, non molto professionale. Nel dicembre 1999 comprammo il primo pc, ora ero all'università. Odia profondamente il pc durante la tesi quando, complice la vetustà della macchina ed il tipo di lavoro grafico che stavo facendo, il sistema si piantava ogni 5 minuti. Prima di laurearmi presi parte ad un corso di analisi d'immagine applicata alle petrografia a Basilea e scoprii... il Mac. L'università di Basilea non usava altro, forse perché la Prof.sa del corso era una grafica americana. In una settimana sono riuscita a piantare un computer che non conoscevo solamente 3 volte (comunque un record per un Mac) ed è stato amore! A gennaio 2005 ipotecai i primi due stipendi del dottorato per comprarmi un iBook, che avrei portato tutti i giorni al lavoro, non essendo fornita di un fisso, e che mi avrebbe accompagnato fino a marzo di quest'anno, quando l'ho passato alla mamma (funziona ancora perfettamente, ma non è più aggiornabile e la batteria non tiene la carica, dopo 6 anni!) mentre io mi sono concessa un nuovo MacBookPro approfittano di uno sconto dell'università di Vienna e quindi pagando meno del primo portatile.

Il Mac ha cambiato il mio rapporto con il computer, per cui lavorare o creare (che si trattasse di testi o di musica) si sono trasformati in un rilassante divertimento. Al lavoro ho un pc ed all'inizio ci sono state pesanti tensioni, ora si convive pacificamente ma l'imprecazione ed il moto di nervoso sono sempre dietro l'angolo. Ammetto che la Apple abbia una particolare cura anche per i dettagli estetici, ma non mi piace che abbiano l'esclusiva per il sistema operativo, che così viene a costare prezzi proibitivi. Già, perché quello che piace a me non è tanto il design o quella caterva di prodotti secondari che vanno tanto di moda ora (dall'iPod all'iPhone, passando per l'iPad) bensì la stabilità e la praticità del sistema operativo. Per onor di cronaca, ho provato anche Ubuntu, ancora meglio per gestibilità, ma praticamente incompatibile con molte periferiche, a meno di perderci ore.

Il mio sogno è che il Mac OS X, che ha veramente rivoluzionato il modo di lavorare al computer e che è stato prima malamente scopiazzato da Windows  con Vista e poi con maggior successo con 7, sia venduto anche separatamente dai prodotti Apple, cosicché comprando un misero portatile da 400 euro possa scegliere, aggiungendo 100 euro, se installare Windows7 o Lion.

Saturday, October 1, 2011

German Tour 2

VII giorno: re-incontri
Mi sono svegliata di buon mattino per… lavorare. Si prospetta una cosa lunga e pensare al boss mi fa venire il malumore. In ogni caso dovevo attendere le 8 per la colazione. Purtroppo il ristorante è chiuso la sera nei prossimi giorni causa week-end e festa nazionale. Peccato! Mi sarebbe piaciuto gustare nuovamente carne di cervo con i frutti di bosco. (Sorry, per i vegetariani).
lo storico ed il nuovo che si specchiano nel vecchio (DDR)
Alle 10 ero in città per incontrare Roman, un ex-dottorando di Vienna, il terzo a mollare per un lavoro degno di tale nome, e la sua ragazza Kathi. Hanno studiato entrambi a Freiberg ed ora lavorano tutti e due a Magdeburg. Sono stata molto felice di rivederli, sono davvero delle care persone.  Mi hanno fatto da guida nella città, raccontandomi anche com'era prima dei restauri post-riunificazione. A differenza di Berlino, qui hanno salvato il "palazzo della cultura", ultimo segno dei 40 anni di DDR. Non è giusto cancellare tutto! La città "barocca", con i suoi castelli e chiese è molto bella, forse pure troppo ricca nelle decorazioni e stucchi, si capisce la fama di cui ha goduto per secoli, ma sembra finta perché nuova. In ogni caso la città mi è piaciuta perché non è "perfetta" e fossilizzata in un'epoca felice come Vienna, si vedono ancora le "crepe" di secoli di storia. Gli incendi, i bombardamenti ed i regimi hanno lasciato dei segni che è giusto ricordare, pur guardando al futuro. Non mi piace, però, come sia stata trasformata in una meta turistica (anche se forse a causa dei 15 gg. di vacanze scolastiche la stragrande maggioranza di turisti è tedesca) e non mi piace come la via commerciale (Pragerstrasse) sia standardizzata ed americanizzata come in tutte le città del mondo, ma per il resto ho adorato tutto, dal carillon nello Zwinger alle grandi barche a ruota (vere!!!) sull'Elba.

Nel pomeriggio abbiamo assistito assieme al Vespro nell'Hofkirche, anticamente cappella del castello dell'elettore di Sassonia, cattolico in una terra protestante, ora cattedrale cattolica. C'è un Silbermann pure qui e l'abbiamo sentito bene, nonostante i Vespri solenni fossero per celebrare i 30 anni del coro della cattedrale, per questo lo racconto nell'altro blog.

VIII giorno: Bach! 
Dopo una riposante lunga notte di sonno (ma quanto si dorme bene in questo posto!) ed una lauta colazione, sono andata in città per assistere al culto luterano nella Frauenkirche con tanto di cantata di Bach. Per la parte musicale rimando all'altro blog. Sono arrivata mezz'ora prima e c'era già la piazza invasa dalla gente in coda, per fortuna pochi minuti dopo hanno aperto le porte ed ho trovato un discreto posto nel I ordine di balconata. Questa chiesa sembra più un teatro che un luogo di culto! La platea sotto, 3-4 ordine di palchi sopra un piano finestrato, la cupola che raccoglie e diffonde il suono, l'ambone rialzato e rivolto verso i fedeli, l'altare che sembra un palco ed infine l'organo che con la sua cassa diventa parte integrante dell'abside. 

La storia di questa chiesa è come quella della Fenice, più volte risorta dalle proprie ceneri, l'ultima volta, però, ci ha messo un po' di più… ben 40 anni! Se dall'esterno è significativo il contrasto tra le pietre annerite originali e quelle bianche nuove, all'interno il barocco sa di finto, troppo nuovo, il bianco ed i colori pastello non sono nemmeno un po' affumicati dalle candele, il legno dei banchi ancora odora di pialla. Questo sapore di nuovo e finto accompagna tutto il centro storico, con i palazzi barocchi ricostruiti 5-6 anni fa. Se la DDR ha cercato di cancellare il ricordo del Reich pure cambiando i nomi delle strade, ora stanno cercando di cancellare quei 40 anni di regime, che però fanno parte della storia della Germania e qui in qualche modo le due anime a sprazzi riescono ancora a convivere.
Pranzo turco e poi di nuovo a lavorare. Non ho ancora pagato la pensione, ma oggi è domenica e non c'è nessuno, domani vado via presto, e non capisco bene quando parlano (ma che accento hanno in Sassonia?).

IX giorno: festa della riunificazione! 
Avevo capito giusto, dalle 6.30 c'era la signora ad aspettarmi per pagare. Non avendo fatto l'ultima colazione ho pure risparmiato €10. Non volevo crederci! Pensavo che il prezzo fosse fisso, avendo prenotato con un'offerta di booking.com. Bene! Un posto in cui tornare! Alla fine mi sono trovata in stazione con largo anticipo, come al solito, ed ho fatto colazione… in un panificio viennese. Due ore di lavoro in un treno quasi pieno ed eccomi nuovamente a Berlino. Ho girato un po' per i vari stand in occasione del giorno di festa: davanti alla porta di Brandeburgo e nei giardini di rappresentanza di 7 Länder in occasione della Festa della Riunificazione e ad Alexanderplatz per una sorta di "Oktoberfest a Berlino" con tanto di mercatino, ove ho mangiato.
musica popolare alle spalle della Porta di Brandeburgo
Nel pomeriggio sono andata a trovare un'amica a casa, perché non si sentiva molto bene. Ha un appartamento molto grande, in condivisione con un'altra ragazza. L'hanno reso davvero carino! Poi ho raggiunto il Prof. che mi ospita e che mi ha portato a casa sua, in un paradiso residenziale non proprio comodissimo da raggiungere. Chiacchierando di sera ho saputo che la sua vita è stata molto più semplice del romanzo politico che mi ero immaginata. Sinceramente mi imbarazza un po' essere ospite di un Prof., lui è adorabile, gentilissimo, un padre più che un supervisore, anche se molto rigoroso nel lavoro, ma io mi faccio un milione di scrupoli… per una che usa ancora il "lei" con il supervisore di dottorato… Imparerò mai a fregarmene ed a vivere il momento?

Nota: La festa della riunificazione in realtà, tradotta alla lettera, suonerebbe come festa dell'unità. Il succo non cambia ma per noi italiani assumerebbe un significato politico, per cui preferisco la mia traduzione.

X giorno: agreement
Risveglio con brutta sorpresa: di nuovo l'orzaiolo. Effettivamente in questa settimana di viaggio mi sono un po' trascurata e strapazzata. Speriamo passi in fretta. Giorno al museo, ripulendo la presentazione per domani, guardando sezioni sottili con il collega di qui e poi parlando a pranzo di come agire per le pubblicazioni. Ecco il punto dolente. Io sono la prima a lasciare l'onore del primo autore al dottorando negli articoli generali sia perché lo merita e lo deve per conseguire il dottorato, sia perché hanno molti più dati di noi lavorando in team, sia perché non avrebbe alcun senso pubblicare in una rivista scientifica due articoli con risultati praticamente identici e solo delle piccole differenze d'interpretazione (la mia comunque sbagliata perché sola ed inesperta). Il problema è il boss. Saranno urla e strepiti, che lui vuole 4 articoli da me sola, che non ho mai fatto quello che mi veniva chiesto, etc. Al che… dopo avergli sputato addosso tutto il rancore represso per questa idea malata di scienza, mi licenzierò. E mi ritroverò in mezzo ad una strada. Il Prof. di Berlino mi ha dato alcuni suggerimenti su come sfruttare al meglio la posizione aggirando i limiti imposti dal boss, ma non so se ho voglia di trasformare la mia vita in una lotta continua. Arriva un momento in cui uno vorrebbe solamente poter lavorare al meglio, senza dover affilare gli artigli anche per quello che gli è dovuto. Se questo non mi è possibile nella ricerca, perché ormai troppo competitiva, cercherò un'occupazione in altro settore, sono piuttosto flessibile, anche se a malincuore. 

XI giorno: fine primo round
 Dopo 10 giorni di sole e caldo, oggi il cielo è rannuvolato, infatti devo partire. L'estate è tornata giusto per la mia visita. Il Prof. di Freiberg ha detto che questo periodo di caldo in settembre-ottobre è chiamato Altweibersommer, ossia "estate della vecchia signora"… chissà perché!

Dopo il mio seminario al museo, una rapida occhiata ai campioni con il Prof. mi ha dato ragione di alcuni dubbi ed ha cambiato l'interpretazione di una parte del lavoro in "collaborazione". Ho sempre detto che 3 cervelli assieme arrivano più lontano di 3 cervelli singoli! Ho salutato il Prof. (che mi ha abbracciato! questi tedeschi mi sorprendono sempre!) e sono andata a Tegel, ove sono impazzita per trovare lo sportello giusto (aeroporto più caotico che abbia mai visitato, nonostante sia in Germania!). Il volo è stato puntualissimo, all'arrivo a Vienna la mia valigia era già solitaria che girava invano, il treno sembrava mi aspettasse... ma una vena di malinconia mi assale, come ogni volta che lascio Berlino e la Germania in genere. Coraggio! Tra 4 gg. sono in Baviera!