Tuesday, November 23, 2010

Tornare in Italia da migrante

La scorsa settimana sono tornata a Padova, ove ho studiato dall'età di 11 anni, per partecipare ad un workshop organizzato dai miei supervisori di dottorato. Non sono passati nemmeno nove mesi e vedo tutto con occhi diversi.
Il nuovo dipartimento funziona tipicamente all'italiana, nel bene e nel male, ma la progettazione degli spazi lo avvicina agli standard esteri. Il vecchio dipartimento, ove si è svolto il convegno, ha i suoi limiti essendo un edificio datato, ma stupisce sempre per la sua regalità di palazzo storico. L'organizzazione del workshop è stata ineccepibile: hanno dimostrato alla comunità internazionale che gli Italiani sanno uscire dal loro provincialismo in maniera eccezionale. Merito, però, del singolo ricercatore di ampie vedute e di due volenterosi assistenti. Quando cerchi il supporto della struttura rischi di prendere pesci in faccia.
Il convegno in sé è stato fantastico. Si sono riuniti geologi, ingegneri e fisici, dai padri della sperimentazione ai giovani studenti, dalla Norvegia al Sud Africa, dalla Nuova Zelanda alla California, per scambiarsi conoscenze ed instaurare collaborazioni cercando di capire meglio terremoti e simili catastrofi. Lo spirito di scambio in questa occasione è stato molto diverso da quello che mi sembra animare la comunità degli impattologi cui ora faccio parte, dominata da invidie, rivalità e gara a chi pubblica prima invece che per il progresso scientifico di utilità sociale. Questo mi ha procurato una profonda nostalgia per quello che facevo prima, ma poi ha rinnovato il mio entusiasmo per quello che faccio ora, con la voglia di cambiare questo cattivo atteggiamento e di coinvolgere per quanto possibile  i ricercatori di quel settore in questo.
Per tutto il resto, tornare in Italia dopo un periodo all'estero è sempre un po' demoralizzante perché i motivi per cui si è lasciato il proprio Paese sono rimasti tali e quali. Segue qualche esempio. Essere costretti a prendere un intercity al prezzo doppio del regionale per non rischiare di perdere la coincidenza con un treno internazionale causa ritardi locali. Dover scomodare i genitori con l'auto per poter rientrare in paese dopo una cena in città perché l'ultimo treno è alle 21.30. Viaggiare su treni locali vecchi, sporchi e piccoli per il traffico attuale, pressata come una sardina in scatola. Venire costantemente lavata dalle auto che sfrecciano sulle pozzanghere al primo segno di pioggia. Guardare bene dove si mettono i piedi per evitare gli escrementi di cane sul marciapiedi. Sapere che nel nuovo dipartimento c'è una cucina fornitissima (finalmente!) ma che non si può usare perché il cibo fa odore. E queste sono piccole cose.
L'estero non è un paradiso, ma mi sembra che almeno offra qualche opportunità in più di realizzazione personale. Senza trovarsi quei piccoli quotidiani bastoni tra le ruote che alla lunga fanno passare la voglia di fare.

Sunday, November 7, 2010

Tuffo nel passato

Nell'ultima settimana due episodi mi hanno prepotentemente fatto tornare indietro nel tempo, uno per il passato musicale, uno geologico. Studio freudiano su se stessi, cos'altro poteva essere altrimenti, vivendo nella patria della psicanalisi!

Nel primo caso, l'elemento scatenante è stato un brano sentito ad un concerto: Tema e Variazioni di M.E. Bossi. Mi sono tornate in mente le giornate in conservatorio a Padova, quando i miei compagni studiavano quel pezzo per il diploma (non lo risentivo da allora) ed io giravo loro le pagine. Mi è tornato in mente il mio vecchio insegnante da quale sono praticamente scappate. L'odore ed il rumore familiare dei banchi di registri del Mascioni dell'auditorium. Il pistone del Tutti finale, che anche qui a Vienna è rimasto attivato all'inizio del brano successivo. Il tutto mentre giravo le pagine ad un organista vicentino che accompagnava un coro veronese... ma in una chiesa luterana viennese! Il coro ha eseguito qualche brano di quelli che anche col Mortalisatis avevamo in repertorio ed uno in particolare con l'organo che eseguimmo assieme in uno degli ultimi concerti cui partecipai.

Nel secondo caso, un pezzo importante del dipartimento di Geoscienze di Padova è venuto a Vienna. Il mio prof., relatore di tesi e supervisore di dottorato, è qui ospite per quasi 3 mesi. Inoltre la settimana prossima arriveranno un mio ex-compagno di studi con la sua morosa, mia compagna di ufficio durante il dottorato, per una collaborazione. Che strano, anche in questo caso, trovarsi in situazioni familiari, parlare la propria lingua, ma in un ambiente esterno mai immaginato. E la cosa ancor più strana è trovare normale l'intera faccenda!

Non è la stessa cosa che ritrovarsi ad un convegno, nel caso dei geologi, o ad un corso o concorso, nel caso musicale. Un pezzo importante della mia vita precedente alla svolta epocale dell'emigrazione in Austria è venuto a farmi visita. Come se stessi vivendo la prima parte del Racconto di Natale di Dickens. Il tutto visto con gli occhi di oggi. Le persone cambiano, io stessa sono cambiata, anche se solo in 8 mesi (nel caso del conservatorio... almeno 5 anni), e tutto è diverso, per questo non c'è stata la sensazione di deja-vu. Tra 10 giorni sarò io a tornare a Padova per un convegno... vedremo se si ripeterà la sensazione ma invertita.

Saturday, October 30, 2010

elettricità vs tradizione

Lo scorso week-end, approfittando di un ponte con la festa nazionale austriaca (sottolineo "la" festa, perché ce n'è solo una!) ho raggiunto i miei in montagna. Sorvolo sulla solita odissea, nel senso di viaggio lungo, tra treni e trenini (nonostante gli austriaci si lamentino della ÖBB, continuo a trovare un servizio fantastico in confronto alle Ferrovie italiane) e pure sui sentimenti nostalgici di rivedere i miei e di conoscere il nuovo membro della famiglia, un gattino bianco e nero. 



L'evento memorabile è stata una bufera di neve durata un giorno intero (lunedì). Il forte vento ed il peso della neve, circa 40 cm, hanno provocato la rottura di molti rami. Sin dalla mattina la corrente elettrica andava e veniva a colpi ma nel tardo pomeriggio si è interrotta del tutto nell'intero quartiere.

Che bello riscoprire le tradizioni dei nostri nonni a causa di questo piccolo incidente: scaldarsi con la stufa a legna, cucinare a gas, scaldare l'acqua per lavarsi con le pentole, cenare a lume di candela, andare a letto presto, cercare il calore del gatto che ci ronfa in braccio, etc. guardando fuori il buio invernale (veramente siamo ancora in autunno) che avanza nel paesaggio fatato del bosco coperto di neve. Fuori freddo e silenzio, dentro caldo ed allegria (ovviamente grazie anche all'immancabile "ombra" di rosso).

Si dice che si apprezza quello che si ha quando ci manca. In questo caso ho apprezzato proprio la mancanza della tv (italiana), con le stanche polemiche, lo scandalismo sulla cronaca nera ed i pettegolezzi in prima serata, la mancanza del cellulare, scarico, la mancanza del computer, pure con la batteria scarica, la mancanza della connessione internet e del bombardamento di notizie e di spam, la mancanza della radio, del moderno impianto di riscaldamento, del ferro da stiro e della lavatrice, dell'accensione elettrica dei fornelli, dell'asciugacapelli, della luce al neon, e via dicendo. Per nulla comodo, di sicuro! E neppure salutare visto che l'acqua usciva quasi gelata dai rubinetti.

Si potrebbe dire che abbia goduto della mancanza di civilizzazione, in realtà mi piace pensare che è stato un periodo di disintossicazione per ritrovare la nostra umanità.

Wednesday, September 22, 2010

Dov'è casa mia?

Dopo essere tornata nella casa paterna per una settimana di ferie, nuovamente nella casa provvisoria (ma per l'ambasciata residenza principale) di Vienna, mi interrogo su dove sia casa mia. Ad acuire l'interrogativo alcuni fattori: mi sono bastati pochi istanti per riacquisire le vecchie abitudini e ritrovare gli odori a me familiari, ho ricevuto (esattamente in questa settimana, che coincidenza!) due chiamate per supplenze nelle scuole superiori, che ovviamente ho dovuto rifiutare perché assunta per tre anni a Vienna.



Finché sto a Vienna ho nostalgia di casa ma sono talmente immersa nelle attività lavorative e collaterali che non ho tempo per rimuginarci troppo sopra, però, dopo essere tornata a Montegrotto ed aver ritrovato le abitudini di anni, la tentazione di rimanere e non tornare indietro è forte. Cosa mi manca a Vienna? Me lo sono domandata tante volte. Il contatto quotidiano con i miei genitori, gli incontri settimanali con i miei amici, le messe domenicali nei luoghi noti e con strumenti stra-conosciuti, i viaggi da pendolare in treno fino a Padova, i colleghi e gli amici sul posto di lavoro, etc. etc. La mancanza dei genitori è colmata con messaggi, mail e telefonate frequenti, ho fatto nuove amicizie con cui condividere gioie e tristezze dello stare all'estero, inoltre posso continuare a mantenere le amicizie patavine grazie ai prodigi della tecnologia. Allora cosa mi manca veramente? Un materasso comodo ed un organo elettronico su cui ho sudato il diploma non sono certo cose fondamentali. Inoltre a Vienna ho avuto modo di fare esperienze musicali e non che mi sarei solo sognata a Padova, dall'avere un monolocale in affitto al VI piano di un edificio del centro, al suonare organi storici, magnifici e possenti in tutta la città.

Quello che manca veramente è il fatto di sentirsi nel proprio Paese, che pur si disprezza e si critica. Potersi esprimere nella propria lingua sapendo che nonostante la diffusione del dialetto si è capiti da tutti. Conoscere a menadito i ritardi cronici dei treni o degli altri disservizi... e le signore che non rispettano la coda al panificio. Pure i sapori, l'organizzazione dei supermercati, i prodotti preferiti, le strade con le buche, i marciapiedi dissestati, la totale assenza di piste ciclabili, il clima umido, le zanzare... No! Le zanzare non mi mancano!!! In conclusione tutto quello che nel bene o nel male ha segnato la mia crescita e che mi fa sentire "a casa".

Detto questo, devo anche riconoscere che non tornerei indietro. Il mio Paese sta cambiando ed io lo ricorderò sempre come l'ho lasciato. Ci sono aspetti che mi piacciono assai di più nel Paese ospite. Ormai il passo è fatto. Non mi sentirò mai più veramente a casa da nessuna parte, ma "a casa" ovunque risieda nel mondo. Il destino dei migranti. E' un'esperienza che dovrebbero fare tutti i nostri politici, prima di sparare a zero su chi lascia la propria Patria in cerca di lavoro e di una nuova vita.

Monday, September 20, 2010

Vacanze a casa

Non vacanze rimanendo a casa ma tornando, per la prima volta dopo circa sei mesi, ossia da Pasqua, nella mia casa, in Italia. Viaggio confortevole grazie alle ferrovie austriache, ma che ha comportato l'uso di 5 diversi mezzi di trasporto: la metropolitana fino alla stazione ferroviaria, un treno austriaco fino a Villach, un autobus delle ferrovie austriache fino a Mestre, un treno italiano fino a Padova ed infine l'auto di papà fino a Montegrotto. Idem per il ritorno con l'aggiunta di un tram fino alla casa viennese.


Finalmente a casa! Cosa c'è in questa casa che mi è mancato a Vienna? Intendo di materiale. Il materasso ultra-tecnologico che mi evita di girarmi e rigirarmi nel letto, un organo elettronico con due manuali e pedaliera (radiale concava... impossibile azzeccare un pedale dopo essermi esercitata su pedaliere piane parallele austriache) su cui studiare in camera da letto, un pianoforte che incredibilmente ha tenuto l'accordatura ed una cucina fornitissima e dotata di fuochi a gas e forno per preparare dolci e prelibatezze. Veramente la cucina potrei attrezzarla anche a Vienna, ma poi sarei pigra a faticar tanto per me sola.

Tornare a casa è stata anche l'occasione per rivedere alcuni dei miei amici, ossia quelli disponibili il fine settimana in cui rimpatriavo. Una bella serata in pizzeria! Come ai vecchi tempi, che non sono così vecchi poi, visto che sono emigrata da poco più di 6 mesi! Ero quasi sorpresa di non trovare grossi cambiamenti nei miei amici, ma effettivamente non è passato molto tempo, inoltre ci si tiene in contatto grazie all'evoluzione della tecnologia. Certo che le serate con loro non sono confrontabili con le birre tra colleghi a Vienna: eccetto i pochi italiani presenti, gli stranieri non sanno apprezzare le battute ed i doppi sensi italiani, che spesso non funzionano se tradotti in inglese o peggio in tedesco.

Al centro di questa vacanza alcuni giorni al mare per soddisfare il bisogno di aria iodata. Niente mete lontane con spiagge dorate ed acque trasparenti, bensì la vicina Sottomarina, che non è affatto da disprezzare in settembre. Passeggiate sul lungomare con i piedi nella sabbia, lunghi giri in bici nell'entroterra, l'ennesimo giro nella città di Clodia, il colorato e confusionario mercato del pesce, e tutto quel misto di profondo sud dato dalle lenzuola stese tra i balconi e le strette vie, ed il sapore veneto dato dallo strano dialetto e dalla laguna. Per fortuna con un tempo magnifico! Per mia gioia, in pochi si godevano questo spettacolo, mentre tutti i lidi venivano lentamente smantellati ed i ragazzi riprendevano la scuola.


Prima di ripartire per Vienna due soste d'obbligo: la parrucchiera, perché Oltralpe non hanno stile nel tagliare i capelli, e la piscina termale, perché le numerose piscine di Vienna saranno pure economiche ed ampie ma mancano degli effetti benefici delle terme sul fisico e sull'animo. Quest'ultima tappa ha comportato una rilassante mattinata con la mamma alla scoperta dei vari tipi di idromassaggio e delle diverse piscine di un prestigioso hotel.

Non sarei più ripartita, ormai avevo prenotato ed a Vienna mi aspettavano vari lavori lasciati in sospeso, ma prima non potevo mancare di passare dal duomo di Montegrotto per salutare il parroco presso cui ho prestato servizio per più di 10 anni, praticamente da poco dopo il suo arrivo, e che ora sta per essere trasferito. Invece, non è stato destino, perché anche lui ha scelto questa settimana per un momento di distensione o un pellegrinaggio. Pazienza. Zaino carico di vestiario, testa piena di ricordi, cuore lasciato a CASA, mi rimetto in viaggio con la promessa di tornare tra un paio di mesi.

Sunday, September 5, 2010

Ferie in Baviera

Sono tornata da una settimana e tra pochi giorni riparto e non ho ancora fissato sulla pagina elettronica la mia vacanza in Baviera. La mia prima vera vacanza da immigrata.


Questa vacanza si è svolta nell'arco di una settimana, racchiusa tra due messe suonate in chiese diverse di Vienna. Dopo il servizio religioso ho raggiunto i miei a Monaco di Baviera in treno. Arrivare nell'Hauptbahnhof di Monaco e prendere la metro fino al campeggio a Thalkirchen, aspirando avidamente l'odore di catrame della metro e di bosco e fiume in campeggio, mi sono immediatamente sentita in un ambiente familiare.

Un paio di giorni a Monaco, girando in bici ed in metro, tra negozi, musei e parchi, e gustando i prodotti dell'orto di casa in Italia, che i miei avevano portato appositamente, dai pomodorini ai primi fichi, dai fagiolini all'insalata. Poi ci siamo spostati a Nördlingen, meta di un'escursione con l'università in precedenza. Alle porte (letteralmente parlando) di questa bella cittadina murata c'è un'area di sosta pressoché gratuita per camper. Abbiamo visitato la città, con papà siamo saliti sul campanile, abbiamo fatto quasi l'intero giro delle mura, ho raccontato le scoperte sul cratere d'impatto ed abbiamo goduti anche i prezzi economici (almeno rispetto a Vienna). Come ultima meta, prima del ritorno a Vienna, ci siamo fermati un paio di giorni a Passau. Qui abbiamo rivisto il possente Danubio, l'imponente diga con sistema di chiuse in mattoni rossi costruita negli anni venti, le enormi chiatte che naviga il fiume, lo sperone su cui sorge la città alla confluenza dell'Inn e dell'Ilz nel Danubio, l'artistico municipio, etc. Purtroppo il duomo era in restauro e quando siamo arrivati era chiuso perché era in corso un concerto sul più grande organo del mondo in una chiesa cattolica (il III in assoluto).

Tornare a Vienna è stato meno traumatico con i miei. Avendomi lasciato la bici ho potuto anche godermela qualche giorno, prima dell'arrivo del freddo e dell'autunno. Nonostante gli eventi recenti che mi hanno portato a conoscere e ad incontrare altri immigrati, non solo italiani, ed a visitare altri angoli della città ancora sconosciuti, qui non mi sento felice come in Baviera, ove risiedono tutti i ricordi beati della mia infanzia. 

Saturday, August 21, 2010

Dottorato, ovvero l'erba del vicino sembra più verde

Dopo 6 mesi da immigrata in Austria, penso di essermi fatta un'idea di come funzioni un dottorato di ricerca in Scienze della Terra qui e posso confrontarlo con uno in Italia. Ho avuto conversazioni anche con amiche che stanno svolgendo un dottorato in Germania, scoprendo che ci sono caratteristiche in comune con la situazione austriaca. Tenendo conto che la qualità del dottorato dipende dalla persona che ne assume la supervisione, non ho trovato differenze sostanziali!


In Italia c'è un termine per la consegna della tesi, in Austria sono più elastici e non sembrano esserci cicli a livello nazionale. In Italia la borsa di dottorato non prevede orario mentre in Austria è considerata part-time, quindi solo per 20 ore settimanali; l'ammontare è lo stesso ma i contributi e l'assicurazione sanitaria in Austria sono migliori. In entrambe le nazioni è possibile fare un secondo lavoro previa autorizzazione, il limite in Austria è l'orario, in Italia l'importo. Ci sono dei corsi da seguire in entrambi i casi, compreso uno base sulla lingua nazionale.

da qui
Ma in sostanza? Il povero dottorando dipende in tutto e per tutto dal proprio prof.: nei fondi, nei corsi ma soprattutto nel progetto. Passare 4-5 mesi senza sapere bene cosa si dovrà fare è normale qui come in Italia, avere un prof. latitante, che passa dal dipartimento raramente o in orari improbabili o che è sempre impegnatissimo è pure molto comune, è diffuso anche che il prof. non sappia bene cosa facciano i propri dottorandi, avendoli scaricati al ricercatore/collega di turno. Poi ci sono professori che seguono in ogni passo i propri dottorandi, stimolano la loro creatività, educano il loro spirito critico, li promuovono ai convegni internazionali e via dicendo. Ci sono quelli, invece, che assegnano dall'alto progetti che nulla hanno a che fare con la preparazione dello studente (più frequente se si cambia ateneo o docente tra la laurea ed il dottorato), che negano la partecipazione a convegni ed analisi speciali proposte dallo studente con la motivazioni che i soldi sono pochi o che quel tale collega è un incompetente, che non sanno cosa stia facendo lo studente e perché non arrivino i risultati sperati, etc. Ovviamente esistono migliaia di gradi intermedi tra questi due estremi. Capitare in una categoria o nell'altra di professori è solo... fortuna!

Alla luce di questo, ormai godendo dell'autonomia data dallo stato di post-doc, penso di essere stata fortunata durante il dottorato. Il supervisore perfetto probabilmente non esiste, ma nemmeno il dottorando ideale. Almeno ho potuto fare le cose che mi piacevano e che avevo studiato, apprendendo approcci diversi al problema e... maturando, grazia anche agli scontri ed alle incomprensioni (poi risolte) con i capi. Ora, però, mi dispiace vedere amici che soffrono perché sono incappati nella seconda categoria di supervisori, ma non ho ancora il potere di cambiare le cose. In futuro, se avrò dei miei dottorandi, spero di mettere a frutto queste esperienze per non ricadere nella II categoria, perché una volta che uno raggiunge il potere è difficile mantenere i propri principi... i nostri politici insegnano.

In conclusione, non vale la pena emigrare pensando di trovare di meglio. Vale la pena emigrare perché all'estero ci sono più possibilità di trovare un'occupazione nell'ambito della ricerca, perché in genere ci sono più fondi ed attrezzature e perché vivere in altro paese è sempre utile per la formazione di una persona.

Tuesday, July 27, 2010

mah!

L'eco della "legge bavaglio" e' arrivata anche qui, oltre le Alpi. Purtroppo ne e' arrivata solo l'eco e non ne ho capito tutti i dettagli. In pratica se io parlo male delle Ferrovia Italiane o dell'Alitalia o del Governo su questo blog, presa da un momento (prolungato) d'ira per l'ennesimo inghippo, e non ritiro tutto entro 48 ore, rischio di pagare una multa salatissima o peggio? Anche se risiedo all'estero? O questo mi darebbe l'immunita', a rischio di esilio perpetuo (viste le prospettive di ricerca nell'universita' italiana, non cambierebbe molto)? E le leggi austriache come sono a riguardo? Posso lamentarmi delle istituzioni locali (pure in un'altra lingua) senza temere ripercussioni?

A scanso di guai parlo di me, me sola. Questo blog e' un diario, non e' un mio privato giornale ove spacciarmi per opinionista. Quello che racconto riguarda la mia vita ed il pezzettino di mondo che vedo con i miei occhi(ali)! Se qualcuno in particolare si sente offeso se ne puo' parlare e posso ritirare o modificare quanto scritto, anche sapendo che non ho la minima intenzione di offendere alcuno. Se riporto di qualcosa che non funziona, vuol dire che nella mia esperienza non ha funzionato e non ritirerei quanto scritto nemmeno se mi pagassero per farlo, perche' risponde a verita', pur se parziale.

Tuesday, July 20, 2010

Week-end in Italia

Finalmente a casa? Veramente II casa. Per il week end ho raggiunto (rocambolescamente) i miei nell'appartamento in Trentino.
Viaggio in treno da Vienna al Brennero. Una vera odissea. Prima perché non avendo prenotato  avevo l'ansia di essere cacciata dal mio posto. Poi per il caldo. Poi ancora per il caos a Salisburgo: due carrozze sono state chiuse a causa del condizionatore rotto e  quindi hanno suggerito di scendere a chi non aveva la prenotazione. Grazie al cielo una gentile ragazza mi ha fatto occupare il posto di un passeggero che aveva prenotato da Salisburgo ma che non si era presentato. Incredibile passaggio in Germania senza rete telefonica e senza fermate.... sembrava di essere sulla vecchia metro che attraversava Berlino... Infine la coincidenza presa al volo ad Innsbruck con il trenino che mi portava al Brennero (che bel panorama e che fresco!), ove erano venuti i miei a prendermi. Il viaggio, ovviamente, non era certo terminato perché abbiamo fatto assieme altri 170 km di strade italiane per arrivare in Altopiano. Nota: ma quanto è aumentato il pedaggio delle autostrade in Italia???


Finalmente abbuffata di sane verdure del nostro orto: fagiolini, pomodori ciliegino, insalata, zucchini, coste, etc. etc. Ma anche pizza fatta in casa, pasta con la salsa, fragoline di bosco, dolci freschi di forno (cui ho contribuito per la preparazione),... Passeggiate, lavoro (dovevo terminare un compito assegnatomi dal boss prima di partire), e soprattutto godere della compagnia dei miei, programmando le prossime ferie.
Due giorni sono volati in fretta ed eccomi di ritorno a Vienna. Stavolta con posto prenotato per poter viaggiare tranquilla e lavorare. Con aria condizionata funzionante. Gustando il panorama montuoso.

Tuesday, July 13, 2010

Impatto in Germania

Non solo per l'ennesimo viaggio in questa terra che amo, ma anche per il motivo del viaggio: escursione in uno dei crateri d'impatto più studiati e meglio preservati. La meta era dunque Nördlingen, paese bavarese sorto all'interno del cratere Ries (25 km di diametro e formatosi circa 14,4 milioni di anni fa).
L'escursione di tre giorni è iniziata un venerdì mattina molto presto, ore 7,30. Il gruppo, guidato dal mio boss (nel senso che stava al volante del pulmino del museo), oltre alla sottoscritta, comprendeva 3 dottorandi (un'italiana, una polacca ed un americamo) e 3 studenti austriaci di astronomia. Uhm, escursione geologica con studenti di astronomia e guidata da un chimico-astronomo... iniziamo bene!
Dopo circa 5-6 ore di viaggio attraverso l'Austria (ma quanto a Est sta Vienna???) e Baviera con una sola breve sosta pipì (causa rifornimento), un pranzo frugale in marcia, 200 km di inattesa strada statale per evitare il traffico autostradale attorno a Monaco, caldo e, almeno quello, piacevole sottofondo musicale (rigorosamente musica classica), siamo arrivati a Nördlingen. Il tempo di scaricare i bagagli nella deliziosa ed economica pensione e siamo stati affidati alla guida del museo sul cratere Ries: Gisela. Il programma del pomeriggio ha previsto: visita al museo, breve occhiata alle carote (di roccia, trivellate qui una 30ina d'anni fa) e nostre presentazioni sull'argomento. Questo merita un chiarimento. Ciascuno di noi aveva dovuto preparare una presentazione di ca. 10' su un argomento a scelta, con la doppia funzione di esentare dall'insegnamento ripetitivo il boss e di istruirci preventivamente all'escursione. Ovviamente gli studenti di astronomia si sono molto divertiti a preparare argomenti paleontologici o geologici in s.s. ...

La serata è stata sinceramente rilassante, con cena tipica a metà tra Baviera e Baden-Württemberg, innaffiata da abbondante, gustosa ed economica birra locale e seguita da digestiva passeggiata sulle mura della città. Il centro di Nördlingen è circondato da antiche mura dotate di un camminamento in gran parte coperto. Un inquietante coincidenza: le dimensioni della città racchiusa tra le mura sono le stesse del meteorite impattante, circa 1 km di diametro.
Il sabato è iniziato molto presto per me con una piacevole visita alla città e decine di foto alle curiose costruzioni: le case si sporgono progressivamente verso la strada aumentando l'altezza. Come mi hanno spiegato, ciò si spiega con il fatto che si pagava solamente la superficie occupata al suolo. L'escursione vera e propria è iniziata alle 9 con la "campagna", ossia a 6-7 stop in zone diverse del cratere ove affiorano litologie o contatti importanti , resi evidenti dalla presenza di cave. L'aspetto indubbiamente interessante dell'escursione è stato un po' spento dal caldo soffocante: 39°C!!! Eccezionale pure per la Baviera. Al ritorno abbiamo scalato il campanile della chiesa principale per godere di una visuale a 360° del cratere. La chiesa principale della città è dedicata a St. Georg ed assieme al suo campanile, altro 90 m e dotato di 350 scalini, è interamente costruita in suevite, una tipica roccia da impatto. Cena tradizionale sveva, come lo era stato il pranzo, apprezzando anche la cordialità dei bavaresi, mentre la Germania si conquistava il III posto ai Mondiali per la II volta consecutiva.


Domenica visita ad un ultimo stop nel cratere di Nördlingen, prima di spostarci nel piccolo (1,5 km di diametro) cratere coevo di Steinheim. Si pensa che i meteoriti caduti qui fossero due e costituissero un sistema doppio. Le litologie di questo cratere sono molto simili a quelle del fratello maggiore, ma la dimensione ridotta permette di realizzarne la morfologia con un colpo d'occhio. Prima di rimettersi in marcia per Vienna, abbiamo visitato il museo paleontologico di Eichstätt. Posto da non perdere, ma qui una spiegazione sarebbe troppo lunga... Rietro a Vienna per le 22, evitando il blocco del traffico da domenica sera con un lungo e panoramico giro nel bosco viennese. Per essere la prima escursione con il mio nuovo capo... non male!

Saturday, July 3, 2010

Berlino2



I giorno: domenica 27 giugno
Eccomi nuovamente a Berlino! Stavolta, però, essendo arrivata piuttosto tardi, quasi non mi sono resa conto di essere in Germania... tranne per le migliaia di bandiere tedesche in giro dopo la vittoria della squadra di calcio nazionale contro l'Inghilterra agli ottavi del mondiale.

Partendo dall'inizio di questa intensa giornata, il primo impegno è stata una messa che direi mediocre nella Votivkirche, ove il Kantor locale ha proposto una sua cantata in stile barocco per voci femminili, solista (lui, recitativi) ed organo. La cantata non era poi male e l'unica cosa criticabile è l'idea di scrivere oggi qualcosa in uno stile passato che non sia per esercizio. La tristezza della messa è stata data dal prete frettoloso, dalle poche persone presenti, soprattutto anziani, che non cantavano, dal coro femminile che contava solamente 8-9 signore avanti con gli anni con qualche problema d'intonazione, etc. etc. Se devo dire la verità, finora, l'unica messa che mi sia piaciuta veramente, che non fosse né disertata né spettacolarizzata (come a Santo Stefano) è stata quella dell'Annakirche. Dopo la messa mi sono trovata in centro con un paio di amici. Una era la collega milanese che volevo salutare prima della mia partenza e dopo la sua influenza. L'altro era Stefano Torchio, che alla sera partiva col treno per tornare in Italia.

Sono andata in aeroporto verso sera ed il volo programmato per le 19.50 ha accumulato un po' di ritardo. Sono giunta a Berlino alle 21.15 e la consegna dei bagagli è stata stranamente eterna, altrettanto lungo poi il viaggio col bus e col tram (i trasporti a Berlino sono efficienti ma per fare 10 km ci vuole 1 h). L'albergo prenotato dista casualmente poche centinaia di metri dalla pensione dove sono stata l'altra volta. Col buio non so se questo albergo ci guadagni o ci perda, comunque la signora alla reception è stata gentilissima nonostante fossero le 22.45, la stanza è grande è discretamente pulita, con il bagno in camera, la tv ed un letto matrimoniale. Per quel poco che pago è quasi lusso! Il posto è tranquillo, al I piano c'è una sala da biliardo (bisca clandestina???) ma sono al III e non si sente rumore (tranne i festeggiamenti per la vittoria della Germania). Effettivamente un ascensore ed una rinnovata alle scale ed ai locali non starebbe male, ma i mobili sono nuovi ed incredibilmente per Berlino... fa caldo!!!

Vado a dormire che domani mi aspetta una levataccia ed una dura giornata di lavoro a segare rocce!

II giorno: lunedì 28 giugno
Primo vero giorno a Berlino. Caldo estivo che mancava pure a Vienna, con punte di 35°C, ma all'ombra c'è sempre un filo d'aria. Nonostante la colazione venga abitualmente servita dalle 8, c'era una gentile ragazza che aveva preparato il buffet per le 7, così ho avuto l'imbarazzo della scelta ed il pane caldo di forno. Finalmente hanno terminato i lavori alla linea del tram che mi serviva, così senza cambi arrivo direttamente al Museo in ca. 20'.

Alle 8 ero al Museo e il dottorando con cui lavoro era già lì. Sono rimasta sorpresa per la cordiale accoglienza, decisamente migliore dell'altra volta, non so perché per loro lavoro gratis o perché non c'è il mio capo (nemmeno il loro, veramente). Siamo pure andati a pranzo assieme, con il tecnico, scegliendo io il posto. Ho capito che l'inglese li intimidisce, basta dire due parole di tedesco che diventano gentilissimi, ma parlano troppo velocemente o con espressioni dialettali perché possa capire tutto. "
Carissimi, fosse per me parlerei sempre il vostro idioma, ma dovete capire che l'inglese è già una lingua straniera per me ed il tedesco è assai più difficile." Dopo aver controllato i campioni selezionati dalle carote, spiegatomi come funzionano la sega e la sigillatrice, ci siamo messi al lavoro. In circa 6h di lavoro effettivo abbiamo terminato ben 8 scatole, che significa che finiremo il lavoro tra mercoledì e giovedì. Secondo il dottorando avrò il venerdì libero per girare la città... ad averlo previsto avrei prenotato il volo un giorno prima... avrei studiato organo... Comunque vedremo. Per il momento sono contenta di aver salvato le mie dita.

Ovviamente siamo stati interrotti da un signore che doveva fare un foro per l'impianto elettrico (che naturalmente non ha terminato il lavoro, prossimamente verrà l'elettricista e poi tornerà lui per tappare il buco) e soprattutto alle 16 abbiamo terminato la giornata perché il dottorando doveva trovarsi con la fidanzata... Così sono tornata verso la pensione, ho trovato un supermercato ove mi sono comprata qualcosa per cena ed ora sono a scrivere e a bere birra nella mia stanza d'hotel, con un sottofondo di musica disco datata e di grasse risate (barbecue tra amici nel giardino sottostante... speriamo mi facciano dormire)... fa molto Germania d'estate!!! Wow! Non avevo notato, ma dalla mia finestra si vede la torre della tv di Alexanderplatz (da dove non si vede? è talmente alta!!!), oltre ad alcune ex-fabbriche di mattoni rossi e tutto un quartiere di Berlino Est, tappezzato di bandiere tedesche, come anche le auto per strada...  quanto può unire un mondiale di calcio ora che la squadra nazionale è una sola!!!

III giorno: martedì 29 giugno... San Pietro
Un pensiero alla mia parrocchia d'adozione in Italia, dedicata proprio a San Pietro Apostolo. In questi giorni c'è la sagra, l'ultima con questo parroco, con cui ho iniziato (e concluso, per il momento) il servizio liturgico in una chiesa cattolica italiana (forse continuerò a Vienna in una chiesa luterana tedesca). 10 anni di bei ricordi, attriti ed avventure, di cappellani e di suore al microfono, di doni e sintonia.

C.v.d. stanotte non ho dormito molto a causa del barbecue nel giardino sottostante. Alle 23 volevo chiamare la polizia! Cori da stadio e musica a tutto volume. Dopo mezzanotte hanno ridotto l'intensità e mi sono addormentata. Stamattina mi sono resa conto che probabilmente erano i proprietari dell'albergo... speriamo non facciano un party ogni sera!!!

Il lavoro di oggi è finito ancor prima di ieri. Il dottorando, causa incidente domestico, è andato dal dottore in tarda mattinata e non è più tornato. Sono rimasta sola con una studentessa volontaria. Abbiamo tagliato ed impacchettato 3 box, poi incontrando un problema di classificazione ho preferito terminare, rimandando a domani gli ultimi 5 box. Secondo me, lavorando assieme, domani terminiamo il taglio. Giovedì impacchettiamo e prepariamo i campioni per la spedizione e venerdì sono libera di girare la città. Stasera mi trovo con Silvia, una collega patavina, per cena, qui a Prenzlauer Berg.

L'episodio divertente del giorno, a parte l'agenzia viaggi Titanic (e non è ancora fallita??? ma chi viaggerebbe con loro???), è stato che verso le 14.30 arriva il gentile prof. di qui dicendomi che il mio boss viennese attendeva urgentemente una risposta ad una sua e-mail. Da notare che qui posso controllare la posta solo 1 volta al giorno, da un computer del Museo. Controllo la posta e rispondo alla mail. Insomma, di un'escursione programmata almeno 2 mesi fa, solo ora sa chi ci partecipa e chi no. Ci vado anch'io. La cosa è tra 10 gg., quando avevo programmato di trovarmi al Brennero con i miei... pazienza, rimanderò di una settimana.

IV giorno: mercoledì 30 giugno
La cena di ieri sera è stata memorabile. Siamo andate da un turco, credo, ma forse greco... abbiamo mangiato una piza veramente buona ed economica e bevuta doppia birra, perché avevamo ordinato 2 pizze ma non ci siamo capiti e ne ha fatta solo una. Per noi andava bene lo stesso, ma lui ha voluto farsi perdonare (ovviamente senza rimetterci troppo, qui la birra costa meno dell'acqua!).

La giornata lavorativa è terminata alle 14.45 con la chiusura di tutte le operazioni di taglio dei campioni ed è stata "interrotta" solo da un seminario di un dottorando. Tutto questo segare, il rumore, il peso, la tensione ed una bava gelida che si è levata a Berlino mi hanno fatto venire il mal di testa, così sono tornata in albergo per sfruttare la connessione wireless e riposarmi un po'.

La sera mi sono trovata per una cena messicana con Silvia e poi siamo andate ad un concerto alla Filarmonia, ove nel coro cantava il suo prof. Il concerto si è rivelato essere una versione ridotta del Guglielmo Tell di Rossini in forma non scenica e... interamente tradotta in tedesco! Sono rimasta talmente scossa che la cosa merita un post extra. Bella l'emozione di trovarsi in quella strana sala dall'acustica perfetta e che tante volte avevo visto in tv. Con quel grande organo... bisogna tornarci a sentire Richard Strauss, non Rossini! Visto la lunghezza dell'intera opera, abbiamo tagliato la corda all'intervallo tra II e III atto. Il coro di circa 200 persone e l'orchestra altrettanto abbondante sono il coro e l'orchestra della Freie e della Technische Universitaet di Berlino, con qualche evidente imprecisione ma egualmente impressionanti.

V giorno: giovedì 1 luglio
Partenza con calma perché arrivo previsto del dottorando per le 9, così ho fatto colazione mezz'ora più tardi ed ho visto altri ospiti dell'hotel: tutti uomini!!! Dopo essere arrivata al museo ho aspettato ancora fino alle 10 e oltre perché il dottorando è arrivato in bici (abita ad almeno 20 km dal museo), poi si è fatto la doccia, poi colazione (o forse era il pranzo) e poi si è messo a parlare con il tecnico di campioni da preparare, ricerca ed altro. Il lavoro è consistito nel controllare tutti i miei campioni (200 e passa), nel pesarne una parte che posso portare in valigia (circa 7 kg) ed inscatolare il resto (altri 19 kg) e nel controllare i campioni degli altri.

Pomeriggio libero, trascorso mangiando fragole (tentavano troppo con mezzo chilo per 99 cent), lavorando al computer (fortuna che me lo sono portata dietro), sonnecchiando al caldo,... che farò domani? Non ho scritto al tipo di Potsdam x sapere se potevo visitare il GFZ e vista la stagione probabilmente molti saranno in vacanza. Andrò in centro per vedere un paio di negozi, visitare qualcosa che mi sono persa, comprare delle cartoline e poi nel pomeriggio/sera dovrei salutarmi con Silvia. Ad averlo previsto avrei prenotato il volo di ritorno per oggi, risparmiando i soldi dell'hotel e dei pasti e portandomi avanti con il lavoro a Vienna. La solita organizzazione!

Cena super, con falafel im brot (polpette vegetariane turche in una specie di panino con verdure fresche e salse allo yogurt ed erbe) e birra da un altro gentilissimo kebabbaro, con la radio che trasmette sempre musica anni '80, in cui spopolano i Queen e quei gruppi tedeschi che hanno fatto la colonna sonora della mia primissima infanzia in Baviera. Il tutto a €3,50, cenare a Berlino Est con un bel sole non ha prezzo!

VI giorno: venerdì 2 luglio
Giornata libera. Al mattino sono andata ad Alexanderplatz per vedere negozi. Immancabilmente ho comprato qualcosa: un dispositivo bluetooth per il portatile (così mi sono scaricata le foto dal cellulare) ed un mouse con il cavo avvolgibile (comodissimo con il portatile). Ovviamente tutto più economico che da noi. Benedetto Saturn in Germania! C'erano anche Birkenstock a €39 e magliette e camicie a €6-9, ma non avevo intenzione di caricare ulteriormente la valigia, dovendo portare parte dei campioni di roccia. Sperando non mi perdano il bagaglio, altrimenti sono rogne!



Poi sono andata a Potsdamerplatz per tornare alla Filarmonia. Infatti avevo visto che c'era annesso un museo di strumenti musicali. Fantastico! Per €4 ho girato per ore nella storia della musica, con una sezione dedicata all'editoria musicale a Berlino. Compreso nel prezzo l'audioguida a scelta in tedesco o in inglese. Guardaroba con lucchetti per liberarsi dei pesi, bagni e bar nello stesso edificio. Di quasi ogni strumento si poteva sentire un esempio musicale, la dimostrazione dal vivo è solo al sabato. Ovviamente c'erano anche organi... ma uno peggio dell'altro come suono... Ho apprezzato particolarmente la sezione clavicembali, ho finalmente sentito un Silbermann ma non solo. Inoltre mostravano le differenze di produzione del suono tra clavicembali, clavicordi ed altri strumenti a tastiera. Ho visto un clavicordo a pedali ed un pianoforte a due manuali, costruiti tra metà settecento e primi dell'ottocento. Ho visto ed udito i nuovi clavicembali costruiti cercando di copiare il "clavicembalo-Bach", che prende il nome dal fatto che il celebre compositore lo provò e lo lodò proprio qui a Berlino (in realtà, credo fosse a Potsdam).

Serata in hotel, a provare i nuovi dispositivi elettronici acquistati, finendo le scorte di cibo, preparando la valigia, pagando l'albergo e godendomi l'ultima sera (per il momento) a Berlino.


VII giorno: sabato 3 Luglio
Dopo l'ultima (per il momento) notte a Berlino, ho fatto la solita trafila tram+bus per l'aeroporto e tornare a Vienna, che ormai, dotata di permesso di soggiorno, di numero di telefono austriaco e di registrazione all'Anagrafe Italiani Residenti all'Estero, considero "casa". Essendo arrivata con largo anticipo in aeroporto, come sempre, sono impazzita per trovare una buca delle lettere, visto che l'ufficio postale apre alle 9 (orari sempre più da Napoli!) ed ha fatto una costosa ma parca colazione.

Poi sono letteralmente volata a preparare i canti per il culto di domani, la prima volta a Vienna, la prima volta in una chiesa luterana di lingua tedesca in un paese di lingua tedesca, la prima volta con un vescovo, la prima volta dalla cantoria e con un organo mediamente grosso, la prima volta che devo suonare anche le campane della chiesa, etc. etc. Alles Anfang ist schwer... speriamo di sopravvivere all'emozione di tutte queste prime volte!

Sunday, June 27, 2010

Una settimana con Mozart

Il titolo di questo post non si riferisce certo al celebre musicista dell'età classica, ma ad un amico che mostra notevoli somiglianze con il più celebre (per il momento) predecessore, ossia Stefano Maria Tito Ignazio Torchio, compositore, violinista, promettente organista ed aspirante direttore d'orchestra. La settimana scorsa è stato qui a Vienna per tentare l'ammissione alla locale università per studiare appunto direzione d'orchestra, ma, ahimè, non si sono accorti del suo talento (o forse sì) e non l'hanno preso.
 
Stefano, nonostante l'indiscusso talento musicale, aveva timore di una città che non conosce bene come Padova. Per questo sono andata a prenderlo alla stazione al suo arrivo. Lui, che all'inizio sembra incredulo per la mia familiarità con i mezzi pubblici viennesi, in capo a due giorni girava tranquillamente in metro. Dategli qualche mese ed aggiungerà alle sue conoscenze tram ed S-Bahn. Per risparmiare e per non trovarsi tra sconosciuti, era ospitato da un prete italiano nella prima periferia della città, vicino il Danubio. Stanza piccola e maleodorante, sporcizia diffusa, bagno in comune con donne di dubbia origine, perpetua un po' dittatrice, ma nel complesso posto accogliente e ben servito dai mezzi pubblici.
 
L'esame che ha sostenuto Stefano durava parecchi giorni con prove diverse: teoria musicale con difficili prove d'orecchio e di analisi, canto ed accompagnamento, pianoforte, lettura a prima vista, altro strumento e direzione. Stefano ha stupito la commissione per il suo orecchio super-assoluto! Se l'è cavata con analisi, canto e pianoforte, ma è stato criticato per la lettura a prima vista e per la direzione. Gli hanno detto che per rimediare al suo "orribile" gesto (a mio parere molto più chiaro e pulito di altri direttori pagati in circolazione, in Italia e qui) basterebbero poche lezione (allora perché non l'avete preso? Non si viene qui per imparare?), e gli hanno suggerito i masterclass organizzati dagli stessi insegnanti.
 
COSA??? Allora ho capito tutto! Funziona come in Italia! Bisogna pagarsi prima qualche lezione e farsi conoscere per avere qualche speranza di entrare nelle istituzioni musicale. E' inutile pararsi dietro a sciocche giustificazioni: tutti più o meno siamo entrati così in conservatorio in Italia. Nonostante ne avessi avuto il sentore all'accademia di Haarlem, non credevo che fosse così anche qui. 
 
Dai posti precedenti si arguisce che un altro amico era venuto con la medesima intenzione di studiare direzione d'orchestra a Vienna ed anzi era stato da me ospitato e nel frattempo ha ricevuto la felice notizia di essere stato preso. In realtà le differenze sono notevoli: questo amico (che si chiama pure Stefano) ha sostenuto un esame di un giorno contro i 4 previsti di Stefano, è entrato in un'università privata mentre Stefano concorreva per un'istituzione pubblica praticamente gratuita, aveva già tentato in Germania un esame simile per cui si può ritenere spiritualmente già preparato mentre Stefano usciva dall'Italia per la prima volta, inoltre sia caratterialmente che musicalmente sono due persono distantissime. Questo non per giustificare il temporaneo insuccesso di Stefano o per sminuire quello dell'altro amico, ma piuttosto per sottolineare le enormi differenze tra le due situazioni per cui un confronto è impossibile ed inopportuno.
 
Penso che non fosse il momento di Stefano, che comunque è intenzionato a ritentare l'esame l'anno prossimo, e credo che questa esperienza gli sia servita come assaggio di vita all'estero. Nonostante le sue manie alimentari, politiche, religiose ed economiche, è sopravvissuto ed in fondo in fondo ci ha provato gusto. Magari in altro momento o in altro posto il suo talento verrà riconosciuto e premiato come merita, ma nel frattempo anche lui sarà maturato tanto da saperlo apprezzare e gestire come si deve!
 
P.S. Durante la settimana in cui è stato qui, abbiamo sentito almeno 3 concerti: uno tutto Mozart alla Peterskirche, un saggio dell'università musicale in cui suonava il mio amico organista Peter (conosciuto a Montegrotto in vacanza, originario di Sillian, con cui ci si "rincorre" sempre) ed uno alla chiesa di St. Michael, ove abbiamo conosciuto il bravo e gentile giovane Kantor altoatesino che parla più italiano di quanto immaginassi.

Friday, June 25, 2010

il bello del gioco

Nonostante non sia né un'appassionata né una tifosa di calcio, in questa occasione mi sento in dovere di commentare l'accaduto. Non posso fare l'ipocrita, mi dispiace veramente che l'Italia (intesa come squadra di calcio) torni a casa da questi Mondiali sudafricani, però... da un lato sono soddisfatta nel vedere che le due finaliste della scorsa edizione, Italia e Francia, sono entrambe giunte ultime dei rispettivi gruppi.


Non solo hanno finito di scocciare alla tv (quando la vedevo) con questa storia dei "campioni del mondo"... scherzo... ma soprattutto hanno dato un'idea bella del gioco, in cui le variabili sono tante e come un campione può perdere un perdente può vincere. Sarebbe il colmo se il Ghana andasse in finale, ma sarebbe un bel riscatto, quasi da sogno. Questo è il vero gioco! Non calcoli a tavolino, partite truccate e quello spirito malsano che ha rovinato parte del calcio in Italia, ma gioco. Pura incertezza ed imprevedibilità del gioco. Fortuna, abilità, chi può dire quale sia il fattore determinante. Gli anni in cui la Ferrari vinceva sempre in Formuala 1 sono stati sicuramente piacevoli, ma non certo entusiasmanti. Anche perché per gli altri concorrenti l'avversario del gioco si riduce un nemico: tutti contro!

Per tacere del tifo, accanito, violento che porta addirittura ad insani odi razziali, a risvegliare ataviche antipatie tra stati confinanti e ad incaute affermazioni, come quelle di alcuni politici italiani nei giorni scorsi, che sono giunte fino a Vienna. Cari politici, siete pagati per fare quello e quindi lasciate stare le cose che non sono di vostra competenza, soprattutto se vi azzardate a fare illazioni non dimostrabili che mettono in dubbio la vostra credibilità e quella di un intero Paese!

I simpatici tedeschi avevano creato una canzone su quanto accettassero che chiunque vincesse il mondiale tranne l'Italia, ancora una volta. Non c'è da biasimarli, 4 anni fa il mondiale si è chiuso inaspettatamente a nostro favore, per merito e per fortuna. Ora dovranno vedersela con l'Inghilterra e se vincono poi affronteranno quasi sicuramente la combattiva Argentina. Questo è gioco entusiasmante, da seguire in compagnia di amici e sconosciuti, anche se abitualmente non si distingue un pallone da calcio da uno da rugby!

Saturday, June 19, 2010

Kebab for Breakfast

Questo è il titolo italiano di una serie televisiva tedesca ambientata a NeuKölln (periferia sud di Berlino) il cui titolo originale è Türkisch für Anfänger (Turco per principianti). Visto che ho trascorso due settimane settimane a maggio a Berlino, che la settimana prossima ci torno e che recentemente mi sono ri-guardata tutte le tre stagioni grazie a You Tube, metto per iscritto cosa ne penso.
 
L'intera trama si può riassumere in poche righe. Una tedesca di mezza età, Doris, separata con due figli adolescenti, psicoterapeuta perché non ha mai risolto i conflitti con il padre e l'invidia verso la sorella, decide di andare a vivere con il suo compagno Metin, un turco di mezza età, perfettamente integrato, poliziotto, vedovo, con due figli adolescenti. La figlia maggiore di lei, Lena, alla fine s'innamora e resta incinta del figlio maggiore di lui, Cem, e rinuncia alla sua carriera per la famiglia mentre lui, un inetto opportunista, riesce a farsi ammettere in polizia. La figlia minore di lui, Yagmur, osservante musulmana, alla fine si sposa con il migliore amico del fratello, Costa, un greco con manie imprenditoriali ma che sa essere molto romantico.
 
Non ho capito perché nella versione italiana non abbiamo semplicemente tradotto il titolo ma inventato uno nuovo. Ammetto che l'idea del kebab a colazione è simpatica perché i tedeschi usano mangiare pane ed affettati anche al mattino presto ed i negozi di kebab, i migliori che abbia mai mangiato ed anche i più economici, sono aperti a Berlino sin dall'alba... ma così molte battute perdono di significato, come quando all'inizio Cem spiega a Lena che dovrebbe andare in giro vestita in modo meno provocante esordendo "Turco per principianti, lezione 1" e lei gli risponde con un "Tedesco per principianti, lezione 1" con un panegirico sull'indipendenza delle donne tedesche. Idem per i titoli dei singoli episodi, nati come video di Lena prima per l'amica in vacanza-studio in USA poi per il padre in Amazzonia.
 
L'idea è geniale: integrazione e pregiudizio razziale, i problemi di ogni immigrato e paese ospite, vissuti all'interno di una famiglia allargata di nuova generazione. La realizzazione parte bene e poi degenera in vicende sentimentali di un'adolescente, per fortuna i tedeschi hanno avuto il buon senso di chiuderla alla III stagione e non farne una soap opera (come per esempio gli americani con Settimo Cielo). Veniamo ai personaggi principali. Doris non accetta d'invecchiare e scopre il fallimento della sua educazione aperta, dovuta ad un'infanzia con un padre eccessivamente autoritario ed il confronto con una sorella più dotata fisicamente (ma non sentimentalmente). Il primo marito è veramente affascinante ma trovare un adorabile uomo come Metin è stata la sua salvezza. Metin è un uomo buono, innamorato della sua famiglia e del suo lavoro, con altissimo senso del dovere e grande umanità. Davvero raro... forse troppo idealizzato. 
 
Lena è il frutto di una educazione troppo libera, incapace di decidere e di maturare. Per lei il sesso non è il coronamento di un amore ma solo una cosa da fare entro una certa data ed in risposta agli impulsi ormonali. Le va bene che la prima volta è con un vero amico (lo sfortunato ma più maturo Axel) e non con uno che la sfrutta! Per imprudenza resta incinta del fratellastro ma senza riuscire ad affrontare con lui i problemi di una vita di coppia. Non si sposano nel telefilm, ma se lo facessero (per il bene del figlio) non durerebbero sicuramente. Lena non ha le idee chiare nemmeno sul lavoro o sulla scuola, arriva alla maturità con ottimi voti ma copiando spudoratamente in alcune materie, più presa dalle sue vicende sentimentali e familiari che da vero interesse per quanto studia, poi si iscrive all'università (ingegneria meccanica) solo per far contenta la madre (che sotto sotto è bacchettona anche più delle madri autoritarie) ma fallisce pienamente senza avere il coraggio di dirlo ai suoi, prova la carriera di giornalista ma non ha né il fegato per affrontare la cronaca né l'umiltà di scendere a compromessi, rinuncia a lavorare per la famiglia e per la gioia del compagno, ma se ne pentirà presto non sentendosi realizzata. Insomma, un'eterna immatura.
 
Cem è il re degli immaturi. Non s'impegna a scuola nemmeno tanto da prendere il diploma, gli piacciono i soldi facili e l'immagine da bullo. Entra in polizia grazie ad un ravvedimento improvviso e alla raccomandazione del padre ma non farà mai carriera. Non sa impegnarsi in nulla, nemmeno nelle relazioni sentimentali. Ha idee antiquate sulla concezione della donna e non sa cosa sia il rispetto per il prossimo, soprattutto se quel prossimo non gli interessa per qualche motivo. Non sa cosa sia la moderazione. Un vero disastro. Irresponsabile fino in fondo è la causa della gravidanza indesiderata. La relazione con Ulla, sensibile figlia di un Pastore protestante, evidentemente non gli ha insegnato niente ma gli ha dato solo la possibilità di sfogarsi e di far ingelosire Lena.
 
Costa è un ragazzo che fa il bullo e lo schiavetto di Cem solamente per sentirsi accettato. Ha ricevuto una buona educazione ed è intelligente, ma la balbuzie lo rende insicuro e bisognoso di un capo. E' molto sensibile e romantico, tanto da riuscire a vincere i pregiudizi e la stretta cultura religiosa di Yagmur. Le sue manie imprenditoriali troveranno sfogo nella sartoria, per cui scopre di essere portato grazie alla nonna di Cem. Yagmur è una ragazzina testarda con la testa farcite di credenze e superstizioni religiose. La sua non è vera fede ma paura di uscire dalla tradizione. A contatto (o meglio a contrasto) con l'eccessiva libertà tedesca (specialmente a Berlino dopo la caduta del muro), cresce e trova un modo per non dover rinunciare né alle proprie convinzioni né alla vita delle sue coetanee. La sua unione con Costa sembra più duratura di quella del fratello con la sorellastra perché basata sul dialogo ed il rispetto reciproco, entrambi hanno modo di realizzarsi professionalmente e non si mettono fretta per raggiungere l'intimità di una coppia. Peccato che l'esempio positivo sia relegato ad un secondo piano, per dare spazio al ritratto imperante degli adolescenti e giovani irresponsabili che popolano scuole e città.
 
Alla fine l'educazione vecchio stile trionfa... e Doris se ne rende conto troppo tardi. I facili pregiudizi di un'educazione antiquata sono duri a morire ma è meglio avere qualche pregiudizio in più da demolire piuttosto che vagare irresponsabilmente perché non si è avuta alcuna guida! Torna a fagiolo il vecchio adagio "la mia libertà finisce dove inizia quello dell'altro", quindi libertà non significa anarchia ma poter e saper scegliere entro il limite del rispetto per il prossimo.

Friday, June 11, 2010

notte di stelle: concerto a Schönbrunn

Martedì 8 Giugno era una data fissata da tempo per un evento speciale nella vita mondana di Vienna: il concerto dei Wiener nel parco di Schönbrunn. Si tratta dell'evento opposto al concerto dei Capodanno, anche questo trasmesso in eurovisione in mezza Europa (evidentemente tranne l'Italia, visto che non ne avevo mai sentito parlare prima), ma che, essendo completamente gratuito, raccoglie quasi l'intera cittadinanza nel vasto spazio dei giardini di Maria Teresa.

Mi hanno convinto le due colleghe italiane a prendervi parte e poi si sono uniti al nostro gruppo anche i dottorandi americano, polacca e tedesco, ma in giro per il parco c'erano anche gli altri membri del gruppo ed il collega italiano paleontologo con altri suoi amici. Nelle prime file, sui posti a sedere d'onore (il resto della massa era in piedi o seduta per terra) figuravano rappresentanze dello stato e della nobiltà cittadina (superstite). Sembra che ci fossero circa 100 000 persone...

Il programma prevedeva vari brani di John Williams dalla colonna sonora di Star Wars (ecco le stelle cosa c'entravano!), dal motivo iniziale al tema della principessa Leila, alla marcia imperiale (scelta fatta per attirare i meno appassionati di musica classica ed i più giovani) poi l'immancabile Strauss (Josef, non Johann, comunque sempre della famiglia) con un valzer sull'armonia delle sfere (celesti), in tema il valzer la stella della sera di Joseph Lanner, il coro della luna da "Le allegre comari di Windsor" di Otto Nicolai e Marte dalla raccolta "I Pianeti" di Gustav Holst. In mezzo a tutto questo, unica nota stonata, ma in realtà suonata magnificamente, è stato il concerto per pianoforte di Liszt nr.2 in la maggiore. Il tutto seguito da qualche bis (trascrizione di Liszt di un capriccio di Paganini per il pianista, Sangue Viennese di Strauss per l'orchestra) ed accompagnato da proiezioni luminose che fendevano il cielo di Vienna.

Ahimè, per la maggior parte delle persone, il concerto si è sentito a malapena. Era più un evento mondano che un concerto, almeno nel senso che gli do io... se invece si pensa ai concerti pop cui i giovani sono abituati... questo si colloca a metà. I musicisti hanno cercato di fare dell'umorismo ed ho molto apprezzato che abbiano detto qualcosa anche in inglese, immaginando che il pubblico non fosse formato da soli nativi austriaci, ma si sentiva veramente a fatica. Nonostante i grossi altoparlanti che rendevano il suono finto e "televisivo". Senza contare che l'intera collina dietro al palco, fino alla Gloriette, in cui la maggior parte dei giovani si è imboscata, non era dotata né di altoparlanti, né di maxischermi.

Aspetto positivo? Vedere tanta gente così ordinata! Pochi addetti alla sicurezza sono stati sufficienti per disciplinare l'afflusso ed il deflusso, anche nella metropolitana o negli altri mezzi pubblici, inoltre questa enorme folla mista, dagli adolescenti alle famiglie alle coppie di anziani, che si era portata dietro da mangiare, da bere e da fumare per un reggimento, non ha lasciato una cartina per terra e per i bisogni fisiologici ha usato i gabinetti chimici nonostante l'oscurità e gli ettari di bosco. Davvero lodevole! Una spesa che il governo austriaco (panem et circenses, ma soprattutto quest'ultimi) farà volentieri per premiare una popolazione tanto rispettosa! In Italia sarebbe stato un macello, sarebbero andati avanti settimana o mesi pulendo lo sporco, riparando danni degli immancabili vandali e soprattutto polemizzando sulla gestione economica dell'intera faccenda.

Sunday, June 6, 2010

domenica in bici

Domenica scorsa Mara ha avuta l'idea di noleggiare le bici in città (economiche per tempi brevi) e di fare un giro lungo la pista ciclabile del Danubio. Stufa della tristezza e della solitudine quotidiana e desiderosa di fare un po' di moto come avrei fatto a casa, ho condiviso l'idea immediatamente. Anche Anja s'è unita. Le tre volenterose geologhe si sono così messe in marcia in una domenica mattina di maggio calda e quasi estiva.


La prima impresa è stato il noleggio della bici con le macchinette automatiche. La carte di credito delle poste qui non la vuole nessuno! Uffa! Nemmeno in Germania. Devo aspettare di tornare negli USA per poterla usare nuovamente? Amen, uso il bancomat austriaco che sembra universale (ma trovare una filiale unicredit a Berlino è stato arduo). Poi una serie di domande per la registrazione come prima volta: come ti chiami, dove abiti, username, password, e-mail, etc. etc. Finalmente scegli la bici, magari con le ruote gonfie e parti. Ci vuole qualche minuto per abituarsi al freno a pedale di cui per fortuna non ero del tutto digiuna e che è molto più sicuro e necessita di meno manutenzione del normale freno a corda.

In poche pedalate, seguendo il Donaukanal, eravamo fuori dalla città (dopotutto abitiamo a nord) e sono iniziati i panorami da cartolina: la congiunzione del canale con il fiume, l'isola del Danubio, un convento su uno sperone roccioso, le case lungo il fiume, le grandi motonavi, i pescatori della domenica, etc. Dopo una quindicina di km arriviamo alla ridente località Klosterneuburg, che come dice il nome è caratterizzata dalla presenza di un enorme convento. Abbiamo dato una veloce occhiata alla chiesa a turno (per guardare le bici di cui non avevamo lucchetto) e poi... si è scatenato un temporalone storico.

Abbiamo provato ad aspettare che si placasse, ma solo tuoni e lampi sono diminuiti, acqua e vento perseverano. Così abbiamo deciso di partire lo stesso per tornare in città. Una vera lavata! Ed anche una stancata, perché pedalare con i jeans inzuppati non è proprio una passeggiata. Acqua dappertutto! Non so come mi si sono bagnate anche le cose nello zaino (quelle in fondo, non quelle sopra!). Una bella doccia calda ed un pomeriggio ad asciugare le cose bagnate hanno scongiurato danni peggiori.

Manco a farlo apposta il giorno dopo c'era un sole che spaccava le pietre... ma intanto le nostre geologhe si sono temprate!

Friday, June 4, 2010

Processione del Corpus Domini

Giovedì 3 Giugno vacanza. Qui in Austria le feste religiose che cadono a metà settimana non sono state spostate alla domenica successiva ma lasciate dove stanno, dando occasione a ponte e vacanze inaspettate. Il Corpus Domini, in particolare, è una ricorrenza particolarmente sentita da tutti i Cristiani Cattolici. Questo spiega perché in Baviera e nelle zone a maggioranza cattolica sia un giorno di vacanza mentre non lo sia per tutti gli altri Länder tedeschi a maggioranza protestante.
Programma del giorno: messa e processione. Messa dove? Bella domanda. Tutte le parrocchie del centro hanno sospeso le proprie messe mattutine per dare modo alla gente di unirsi nella grande celebrazione nella Cattedrale, presieduta dal cardinale Schönborn e poi nella successiva processione che interessa l'intero Bezirk 1010. Quindi, non ho scelta, a messa alle 8.30 a Santo Stefano.
Messa solenne con profusione di incenso! Accompagnamento musicale con la kleine-orgel-solo-messe di Haydn (che ormai so a memoria da quante volte l'ho sentita qui). Niente predica, solo rimandata a metà processione, in modo da terminare la messa in 1h e qualcosa (solitamente quasi 2h). Il cardinale è una persona speciale, dalla grande umanità e simpatia, pur nella sua posizione. In piccolo e per la mia ignoranza, lo paragonerei a Giovanni XXIII.
Per la processione, o meglio, per veder passare la processione, si sono uniti a me anche le due colleghe italiane ed il dottorando americano, figlio di un pastore di non-ho-ancora-capito-di-quale-confessione, il quale, ovviamente, era molto stupito sia dal rito cattolico sia dalla mentalità tradizionalista austriaca. La processione comprendeva, non nell'ordine di apparizione né d'importanza, vari sacerdoti delle parrocchie del centro, comunicandi in candide vesti e che spargevano petali di rose, dame di carità (come mi piace chiamarle, ma potevano anche essere vedove di guerra) in abiti neri ottocenteschi, guarnigioni intere di vari ordini militari o para con divise storiche (dai tempi gloriosi dell'impero... suppongo), rappresentanti di ordini religiosi (francescani, domenicani, etc. che reggono alcune parrocchie del centro), "cappati" in foggia medievale (ossia coperti di manti colorati con stemmi rappresentati i rispettivi mestieri), banda militare (ineccepibile musicalmente, come dovrebbe essere!) ed ovviamente portatori del baldacchino sotto il quale il cardinale reggeva l'ostensorio d'oro con Nostro Signore.
Processione variegata e colorata. Purtroppo pochi fedeli seguivano in coda ma la maggior parte della folla (noi compresi) si accalcava lungo il percorso per fotografare e vedere lo "spettacolo". Un gruppo un po' più numeroso si è fermato davanti l'Augustinerkirche per ascoltare l'omelia. Anche in chiesa una gran parte dei "fedeli" era più attenta a scattare foto del cardinale e dell'orchestra, magari passando sopra il corpo di qualche altro che voleva solo pregare, piuttosto che prendere parte ad un rito religioso. Questo aspetto, che non mi aspettavo nella tradizionalista e cattolica Austria, mi ha alquanto infastidito! Capisco la processione che si trasforma più in una parata che in un "pellegrinaggio" per le vie della città, ma non toccatemi la messa!!!

Saturday, May 29, 2010

Lange Nacht der Kirchen

Una bella idea! in tutta l'Austria e nella Rep Ceca venerdì 28 maggio sera si è svolta la "lunga notte delle Chiese".
Tutte le chiese sono rimaste aperte dalle 17 fino all'una di notte, con iniziative quali messe, lezioni e conferenze bibliche e non solo, concerti di musica sacra (di ogni epoca e genere, dal canto gregoriano al rock), proiezione di film di argomento religioso, visite guidate gratuite a luoghi normalmente inaccessibili, etc. etc. 
Il programma per Vienna era un libretto di 240 pagine, per fortuna un motore di ricerca interno al sito permetteva di selezionare CAP e genere desiderato! Non ho mai avuto un tale imbarazzo della scelta! Ho convinto, senza troppo fatica, alcuni colleghi a seguire il mio programma che prevedeva corse da una chiesa all'altra per poter ascoltare il più possibile. Siamo partiti con una messa di Schubert con un Knabenchor nella chiesa di Sant'Anna, poi concerto spiritual con musica contemporanea tedesca nello stile americano, scritta da gente che conosce a menadito il contrappunto e riesce ad infilarlo anche in questo genere e con parti in cui il pubblico è stato invitato ad unirsi al canto (concerto scelto perché vi suonava un professore di mineralogia, ma non per questo meno interessante e coinvolgente), nella prima periferia meridionale di Vienna, popolata da immigrati di origine turco-araba, nella chiesa di S. Antonio da Padova, poi ancora messa di Gounod nella Peterskirche ed infine grande messa in fa minore di Bruckner a Santo Stefano accompagnata da installazioni luminose laser in una chiesa letteralmente gremita. Non sono mancati dei passaggi in altre chiese (cattoliche e nelle due protestanti, luterana e calvinista, del centro) ove si poteva ascoltare buona musica per organo e partecipare ad una visita guidata alla cantoria ed allo strumento.
I giornali di oggi hanno riportato l'enorme successo dell'iniziativa. Da sottolineare che l'evento era altamente ecumenico, trasversale tra le chiese cristiane presenti nel territorio. Una bellissima idea per invitare in chiesa chi non ci è mai entrato perché prevenuto, per attirare i giovani facendo cultura e per dare la possibilità a chi in chiesa ci va sempre di vederla in un'ottica differente. A quando qualcosa di simile in Italia? Ma soprattutto, al di là della grande partecipazione popolare, avrà avuto l'effetto sperato?