Wednesday, May 18, 2011

Singletudine

Sabato mattina mi sono trovata a chattare via skype con un amico parlando dei piccoli trucchi della casalinga. Cosa curiosa che non mi sarei mai sognata prima. In Italia vivevo da sola ma nell'appartamento di fronte ai miei e molte cose ancora le facevo assieme a loro (spesa, bucato, etc.). Qui invece non solo sono sola, ma mi trovo anche a dovermi arrangiare con prodotti e strumenti diversi, a volte lontani dalle abitudini precedenti, anche per questioni di tempo. Per esempio una volta lavavo quasi tutto a mano e lo mettevo a bagno la sera quando arrivavo a casa, qui mi è praticamente impossibile sia perché torno spesso tardi la sera sia perché la roba non si asciugherebbe mai, per cui tutto in lavatrice, con programmi ed accorgimenti adatti, dai fogli acchiappacolore ai sacchetti per salvare i delicati.

attenzione a cosa si mette in lavatrice...
(immagine da qui)
Altro punto curioso è il ritmo assunto, comune anche ad altri single-lavoratori qui, ossia al sabato mattino presto fare il bucato sfruttando la lavatrice condominiale prima che sia intasata dai pigri, fare la spesa per la settimana (compro qualcosa anche durante la settimana quando serve, ma le offerte sono stranamente solo il venerdì ed il sabato), poi rassettare, pulire, stirare, rammendare, cucinare qualche piatto più elaborato, etc. Il tutto senza togliere un giro in dipartimento per dei campioni o del materiale da prendere (se devo solo scrivere preferisco ancora lavorare a casa) e magari una passeggiata (se il tempo lo permette) per poi "farsi belli" per la sera per trovarsi con gli amici e colleghi.

la mia mania di stirare tutto
Non tutti i fine-settimana sono uguali, però, perché noi che viviamo da single per motivi di causa maggiore spesso raggiungiamo i rispettivi fidanzati, chi è accoppiato, o le famiglie, o magari scambiamo visite con qualche amico nella medesima situazione ma in  un'altra parte d'Europa, o invitiamo altri sigle a casa nostra cucinando per un giorno (perché le pentole sono piccole, siamo senza forno ed i fornelli elettrici non sono efficienti come quelli a gas) ed andando a prestito di piatti, bicchieri, posate e sedie perché… tutto è a misura di single, oppure ce ne stiamo tranquilli a casa godendo del raro ozio della "singletudine".

Saturday, May 14, 2011

San(t)ità straniera?

In questo anno a Vienna sia io sia degli amici hanno avuto bisogno del medico, ed abbiamo dovuto usare i servizi di qui, visto che la nostra tessera sanitaria vale per 3 mesi come turista e decade al momento dell'iscrizione all'AIRE. Per fortuna non c'erano motivi gravi per ricorrere al medico, ma è stata l'occasione per conoscere il sistema e confrontarlo con quello italiano. Ovviamente dal mio punto di vista.

In Italia esiste un sistema sanitario nazionale, pagato in parte dalle nostre tasse, che copre praticamente tutto previo pagamento di un fisso, chiamato "ticket", ad ogni prestazione. Chi è affetto da particolari patologie o sotto un determinato reddito ha diritto all'esenzione da tale fisso. In Austria bisogna pagare un'assicurazione privata ma normalmente è inclusa nel contratto di lavoro, anche pensionati e disoccupati sono assicurati, ma se è uno ne ha la possibilità è meglio in questi casi pagarsi un'assicurazione privata di più alta categoria. L'assicurazione austriaca che ci è stata fornita dall'università è molto buona, copre praticamente tutto al 90% (nel senso che il 10% delle spese è a nostro carico), tranne… la prevenzione, dai vaccini alla pulizia dentale, che comunque hanno costi contenuti.
immagine presa dal web

Il medico di base in Italia è assegnato o scelto ma cambiarlo comporta una certa mole di documenti non seguito dal trasferimento delle informazioni sul paziente, per cui è raro che uno cambi medico, quello lasciato deve proprio essere scarso od aver fatto qualche grave malefatta. In Austria il medico di base si sceglie ed ogni 3 mesi si può cambiare, senza comunicarlo ad alcuno, le informazioni sono registrate sulla tessera sanitaria. Se uno cambia casa è normale che vada dal medico più vicino, inoltre molti parlano almeno una seconda lingua, altro criterio di scelta. In Italia però il medico di base non si paga extra, non c'è ticket, mentre in Austria ogni chiacchierata col medico ha un suo costo, se uno non è assicurato paga quasi quanto una visita specialistica privata, per cui uno o rinuncia se non urgente o fa descrivere i sintomi da un conoscente assicurato.

Un amico ha dovuto subire un intervento in ospedale qui a Vienna. Tralascio di descrivere la confusione dei reparti dell'ospedale di Padova perché hanno in progetto di costruirne uno nuovo che ospiti tutto nel medesimo edificio e con una più logica distribuzione degli ambienti. Speriamo! La cosa che più mi colpisce di Padova è il doppione tra quello che è l'ospedale "normale" e la clinica universitaria con gli inevitabili confronti. Vienna è una capitale ed ovviamente ha più di un ospedale. Ho visto quello centrale, dominato da due torri piuttosto bruttine di 21 piani. Confronto impari, dall'ingresso che sembra una stazione o un centro commerciale al giardino per il movimento, dal collegamento diretto con la metropolitana (a Padova mia nonna fu investita davanti al Pronto Soccorso da una ragazza in motorino mentre attraversava la strada sulle strisce, dopo essere scesa dall'autobus) al camice e calzettoni anti-trombosi, e le lenzuola colorate fornite dall'ospedale, dagli orari di visita elastici alla distribuzione dei giornali (non dei santini con richiesta di offerta come accade a Padova), e molti altri dettagli. Basta poco per far funzionare le cose risparmiando tempo e rendendo un po' più confortevole il soggiorno di un malato che non aspira altro che a stare meglio e tornare a casa.

ospedale centrale di Vienna, foto presa dal web
La tempistica è la vera differenza, confrontando la stessa prestazione. In Italia ho dovuto perdere mezza giornata dal mio medico di base per farmi ordinare una visita specialistica. Per tale visita mi hanno proposto quasi un anno di attesa con il servizio pubblico, due settimane privatamente. Vada per il privato, quando uno ha bisogno… Il medico specialista dopo la visita, pagata quasi €100, ha scritto una lettera al medico di base chiedendo degli esami che avrei dovuto fare. Altra mezza giornata dal medico di base per le impegnative, esami poi prenotati nel pubblico a distanza di un paio di mesi, pur pagando il ticket sono costati circa €60 l'uno. Poi ho dovuto riprenotare un incontro con il medico specialista per mostrare gli esiti e decidere la terapia, che ovviamente è stata ordinata dal medico di base. Mesi e soldi. In Austria ho saltato il medico di base, mi sono scelta uno specialista vicino casa, ho prenotato la visita per una settimana dopo, in orario comodo (dopo il lavoro). Il medico mi ha visitato, mi ha fatto parte degli esami nel suo studio e mi ha ordinato gli altri, svolti a pochi giorni di distanza, per la verifica degli esiti un breve incontro sempre previa prenotazione. In due settimane processo concluso, pagando due mesi dopo circa €30 (il famoso 10% non coperto dall'assicurazione ed un esame particolare). 

È costato (a me) molto meno perché ci sono stati meno passaggi. Ho capito che l'università italiana sforna medici a vagonate, ma non capisco perché dobbiamo mantenerli tutti noi… rimettendoci anche in salute!!!

Sunday, May 1, 2011

Coincidenza di date e di eventi

Ieri sedevo al Campus con una conoscente del programma tandem quando nel giro di 10 minuti si sono avvicendati due cortei, un battesimo ed un funerale. Paradigma della vita e della morte, ho pensato, però che strano… Oggi in Vaticano viene beatificato papa Giovanni Paolo II e due giorni fa le tv di tutto l mondo sono state monopolizzate dal matrimonio di William e Kate in Gran Bretagna, strano che due eventi così diversi, uno religioso e l'altro mondano, si susseguano a così breve distanza. In realtà la storia ci ha presentato altri casi di associazioni inusuali, come quando a distanza di pochi giorni morirono la principessa Diana e Madre Teresa di Calcutta, per non parlare di certe catastrofi naturali a ridosso delle feste, come lo tsunami in Indonesia il giorno dopo Natale ed il terremoto de L'Aquila a pochi giorni da Pasqua.

Tornando ad oggi, è pure il I maggio! Festa dei lavoratori ed una specie di festa nazionale qui in Austria. Manifestazioni ovunque. Che abbiamo pensato noi italiani a Vienna? Un gruppetto di noi si troverà per un picnic e per seguire qualche evento al Prater, se non piove, o in casa di qualcuno se il tempo sarà inclemente come dicono le previsioni del tempo. Rigorosamente con prodotti italiani! Beh, non del tutto, ma la tradizione è italiana! Da notare che sarò l'unica del nord Italia, con 6 romani ed 1 perugina. L'unità d'Italia si manifesta più all'estero che nel nostro Paese, per capirlo bisogna andarsene, ditelo al Trota!
veduta dal Riesenrad
L'incontro odierno sarà divertente ma anche triste perché alcune persone che hanno popolato i miei post di quest'ultimo anno hanno deciso di lasciarci per tornare in Italia o per andare altrove: in ordine di tempo, Beatrice, Rita e Mara. Ne sento la mancanza. Ho realizzato la cosa solo in questi giorni, rileggendo i vecchi post per il trasferimento in questo blog e passando il primo sabato sera completamente sola a casa. Veramente non proprio "sola", visto che al piano di sotto hanno organizzato un rumoroso party che mi ha tenuta sveglia fino alle 4 di stamattina. Non ero sola nemmeno nel disappunto, visto che altri hanno chiesto accoratamente su Facebook di abbassare il volume. Stamattina andando a messa ho incontrato la mia vicina di stanza ed anche lei era alquanto arrabbiata per la situazione. Questa è mancanza di rispetto! Ci sono tanti modi e posti ove festeggiare senza ledere il proprio prossimo. La cosa ha però avuto una conseguenza positiva, parlare per la prima volta con la mia vicina, anche lei immigrata. Come per gli italiani, la difficoltà unisce!

Un'ultima nota a proposito della santa messa di stamattina, anche per mantenere fede al blog che contiene eventi della mia vita "geologica" e musicale. Sono andata nella chiesa di  Alservorstadt (perché le parrocchie qui si chiamano con nomi strani che richiamano località invece di usare la dedicazione? questa sarebbe la chiesa della SS. Trinità). Domenica in Albis o Quasimodogeniti, a seconda delle tradizioni, in una bellissima chiesa barocca che ricordava quelle del Tirolo, con un parroco evidentemente straniero molto accogliente ed un accompagnamento molto austriaco e familiare: la Deutsche Messe di F. Schubert (vedi questo post). Giusto per rimettere lo spirito in pace con il mondo dopo la notte tormentata. Buona domenica e buon I maggio!