Tuesday, April 20, 2010

la vendetta dei geologi

Poiché i geologi non vengono considerati, almeno in Italia, se non quando succede una catastrofe, un vulcano islandese ha deciso di dare man forte alla categoria bloccando a terra migliai di aerei in tutto Europa. Ora, però, la vendetta ci si sta ritorcendo contro, perché anche i geologi sono rimasti "a piedi"... Per contribuire alla conoscenza del fenomeno, segue la traduzione di un'intervista ad un esperto del settore.


dal blog dell'AGU (american geophysical union), sessione sui rischi geologici, previsione attività vulcanica: Anche se siamo piuttosto bravi nel prevedere quando un'eruzione vulcanica iniziera', non siamo cosi' bravi nel dire quando finirà

Una curiosa conseguenza della nube di cenere eruttata da un vulcano Islandese che tiene a terra gli aerei di mezza Europa: gli scienziati partecipanti ad una conferenza di vulcanologia a Parigi sono temporaneamente bloccati lì. Qui, il blog dell'AGU sui Georischi ha raggiunto telefonicamente John Eichelberg, coordinatore del Programma Rischio Vulcanico dell'USGS (U.S. Geological Survey, che non è la società del servizio geologico... help! non so come tradurlo!), membro AGU, che ha risposto alle nostre domande su come i vulcanologi ed i meteorologi collaborano per prevedere l'attività vulcanica, la diffusione della nube di ceneri e per prevenire possibili incidenti.

- I miei colleghi ed io siamo bloccati qui a causa della cenere, questo suona un po' ironico - dice Eichelberg alla blogger AGU Maria-Josè Vinas per telefono. - Un membro del comitato viene dall'Islanda, così diciamo che ci ha mandato un regalo: un pezzo della sua patria da gustare qui.-

Giusto per la cronaca, a proposito dell'emergenza cenere: il vulcano islandese Eyjafjallajökull, che ha iniziato ad eruttare il 20 marzo, mercoledì scorso ha sputato un'enorme nuvola di cenere che i venti hanno trasportato su nord e centro Europa. L'effetto sull'aviazione è stato devastante, con la maggior parte dei piu' grandi aeroporti europei costretti a chiudere e migliaia di voli cancellati.

Domanda: Questo e' il più grande disturbo aereo mai avvenuto?
J.E. Probabile, perché questa nube di cenere copre l'Europa. Ma in realtà non si tratta di una grande eruzione: è solo un problema di dove e con che condizioni meteo. In ogni caso, non si tratta di un'eruzione fuori dal comune. Credo che la ragione per cui non abbiamo mai visto un effetto simile sul traffico aereo a tale scale sia  perche' due decenni fa non c'erano così tanti aerei in cielo.
D. Come fanno gli scienziati a prevedere gli effetti di una eruzione vulcanica?
J.E. Quando avviene un'eruzione, la controlliamo dalla rete di terra e se non ce n'è alcuna  la controlliamo dai satelliti: i satelliti meteorologici possono rilevare il calore. Inoltre, stranamente, le nubi eruttive sono molto fredde se si innalzano parecchio. Quindi sia aree calde sia aree fredde sono segnali di una eruzione. A questo punto diventa più un problema meteorologico: e' il servizio meteorologico che può prevedere dove andra' la nube di cenere. Di solito anche gli osservatori vulcanici possono modellare la diffusione delle ceneri, così gli aeroporti possono sapere dove la cenere andra' e dirottare o cancellare i voli, o chiudere gli aeroporti se necessario.
D. Quanto accurati sono i modelli di previsione della dispersione della nube di cenere? Ora sembra che gli aeroporti europei sentiranno l'influenza della nuvola per qualche giorno in più, ma gli scienziazi non sanno quando finira'.
J.E. Anche se siamo piuttosto bravi a dire quando un'eruzione inizierà, non siamo così bravi nel prevedere quando finirà. Si puo' solo guardare la storia del vulcano, come si è comportato in precedenza. Nel caso di questo vulcano, l'ultima volta che ha eruttato è rimasto attivo per piu' di un anno. Un altro fattore è come soffia il vento: anche se Eyjafjallajökull sta eruttando, se il vento viene da sud non ha particolare effetto sull'Europa. Ora il vento soffia la cenere verso l'Europa e si sta muovendo lentamente: staziona lì. C'e' esattamente lo stesso problema nel nord Pacifico, in realtà e' anche peggio perché c'è una linea intera di vulcani esplosivi (N.d.E. nel senso di tipo di eruzione), tutti sulla traiettoria dal Giappone all'Alaska, e dal 2008 ci sono state parecchie importanti eruzioni che hanno disturbato gli aerei.
D. Perche' la cenere vulcanica è pericolosa per gli aerei?
J.E. Il problema è che di solito la cenere vulcanica è fatta di piccoli pezzi di vetro e  minerali. Quando viene risucchiata nei motori degli aerei, la temperatura è superiore al punto di fusione o di "ammorbidimento" (deformazione) della cenere, che può ricoprire le pale delle turbine e causare la rottura dei motori. La cenere vulcanica è anche molto abrasiva, la cenere danneggia il motore, può danneggiare il parabrezza, in modo tale da impedire la visuale ai piloti e può causare la rottura di alcuni strumenti che controllano il volo. Ma la preoccupazione maggiore è il danneggiamento dei motori. Ci sono parecchi casi in cui tutti i motori di un aereo sono partiti e, come sa, i Boing 747 non planano molto bene. Nella maggior parte dei casi è stato possibile far ripartire almeno un paio di motori, così gli aerei non sono caduti, ma può immaginare quanto ci siano andati vicini. Un problema ulteriore è che al momento non sappiamo esattamente quanta cenere è necessaria per rompere il motore, di conseguenza la politica è di evitare la cenere del tutto.
D. Nel campo atmosferico, cos'è necessario migliorare per poter prevedere il comportamento della nube di cenere?
J.S. Parecchie ricerche si stanno muovendo in questa direzione. Oltre agli osservatori vulcanici, c'è un sistema di centri di monitoraggio della cenere vulcanica sparsi per il mondo i quali sono controllati dalle organizzazioni meteorologiche locali. Lo sforzo maggiore ora è concentrato sul miglioramento della previsione di dove vanno le ceneri: dobbiamo capire meglio qual è l'altitudine della cenere, perché il vento soffia in direzioni diverse ad altezze diverse. E poi dobbiamo sviluppare modelli migliori per la dispersione graduale, perché diventa più fluida col tempo e la caduta, ossia quando impiega la cenere per ricadere a terra. Inoltre, si spera di poter dare nel caso qualche indicazione ai costruttori di motori su quanta cenere può essere sopportata. Ma credo che gli aerei non sopporteranno mai troppa cenere, perche' i motori sono tremendamente costosi e troppe vite sono in gioco, quindi è meglio essere prudenti in questi casi.
D. La settimana prossima parteciperà ad un incontro a Capitol Hill che valuterà i miglioramenti nella previsione dell'attività vulcanica negli ultimi 30 anni. Quali sono stati i miglioramenti e cosa resta da migliorare?
J.E. Ci sono stati enormi miglioramenti, per esempio i computer ora rendono possibile maneggiare e processare immediatamente un sacco di informazioni sismiche. Quando il magma risale o erutta causa parecchi leggeri terremoti, che noi possiamo rilevare. Un campo di studi totalmente nuovo è la deformazione crostale: i vulcani si gonfiano prima di un'eruzione e questo ci dà informazioni su dov'è il magma e quant'è. Possiamo misurarlo con il GPS.  Ancora, i satelliti radar sono diventati molto più sofisticati ed ora possono misurare quanta cenere vulcanica c'è nelle nuvole. Grazie a questi avanzamenti, abbiamo una migliore comprensione di come si comportano simili vulcani. Quindi adesso sappiamo cosa aspettarci. La necessità maggiore è coprire tutti i vulcani maggiori con una rete di monitoraggio di terra, così da non essere colti di sorpresa. Le immagini satellitari ci sono utili soltanto dopo che l'eruzione è iniziata. Con tutti questi aerei nei cieli dobbiamo essere in grado di saperlo prima, o almeno di dirlo alle compagnie aeree entro 5 minuti dall'inizio dell'eruzione, che è quanto impiega la centere per raggiungere 30-40000 piedi, dove gli aerei volano.
D. Grazie per l'intervista. Buona fortuna per il ritorno negli USA!
J.E.: Grazie. In realtà, Parigi e' un bel posto dove rimanere bloccati.

Maria-José Viñas, AGU science writer

Saturday, April 10, 2010

Italia

Sabato Santo l'attesa è terminata e con un simpatico aereo ad elica finalmente sono tornata al mio paesino ai piedi dei Colli Euganei. Sin da subito i miei mi hanno accolto festevolemente! Sin da subito ho iniziato la dieta ad ingrasso... ma tra che effettivamente in questo mese ero dimagrita, tra che è impossibile dire di no alla fantastica cucina della mamma ed al vino di casa... Quanto mi sono mancati pizza e pane fatti in casa, dolci (crostata di frutta, cassatelle siciliane, pane dolce con l'uovo per Pasqua), verdure cotte, minestroni veri, pesce fresco e via dicendo.


Il giorno di Pasqua, per fortuna, il mio parroco non aveva cori che gli accompagnassero la messa serale, così mi sono sfogata, portando una ventata di "viennesità" nella sonnacchiosa Montegrotto: canti presi con tempi allegri (è Pasqua!!! la Quaresima è terminata, almeno liturgicamente), registri squillanti, trilli, ance etc. Senza dimenticare la tradizione, introducendo, almeno come melodia, la sequanze del Victime Paschali, che purtroppo non viene più cantata da noi, ma nella trasformazione "luterana" (Christ lag in Todesbanden). Messa solenne, con cantore e ben 3 sacerdoti. Lusso pasquale!

Il resto della settimana è volato nelle faccende di "casa", non pulizie o simili, ma sistemazione del pc dei miei, recupero pratica al pianoforte ed all'organo, preparare il cambio di stagione con i bagagli, cercare le cose che mancavano, andare a trovare per salutare gli amici ed i colleghi, etc. La prima "delusione" (o meglio, disillusione) italiana mi è arrivata dalle Ferrovie: il treno che avevo programmato di prendere per andare a Padova è stato soppresso! Per fortuna nel frattempo avevo deciso di prendere il treno prima...

La seconda "delusione" è stata maggiore, perché il personale di terra dell'aeroporto di Venezia ha deciso di scioperare, probabilmente a ragione ma proprio quando pensavo di tornare a Vienna. Per puro caso ho sentito la notizia dello sciopero dal Tg regionale, ma non ve n'era traccia su internet. Sciopero poi confermato da una telefonata all'aeroporto. Che fare? Telefonata ed e-mail alla compagnia aerea (la seria Austrian Airlines) hanno risolto il problema: volo prenotato cancellato ma possibilità di viaggiare con il volo precendente o posteriore. Ho preferito il precedente per non perdere la giornata lavorativa a Vienna, anche se questo ha comportato la sveglia alle 4 di mattina di tutta la famiglia perché... non c'erano mezzi (treno e/o bus) per raggiungere in tempo l'aeroporto.

Dopo la sorpresa di incontrare sull'aereo un mio ex-insegnante di solfeggio e carismatico direttore di coro, l'accoglienza a Vienna è stata solare, in tutti i sensi. Bel tempo, valigia consegnata in meno di 5 minuti, treno dopo circa un quarto d'ora, coincidenza perfetta con la metro ed all'università una collega ha voluto festeggiare il mio compleanno con un'energetica torta al cioccolato! Dopo una giornata lunga ed intensa le ultime provviste dall'Italia, inaffiate dall'ultimo vino dei colli, e l'aggiornamento al blog sono una degna conclusione. L'Italia in questa breve visita si è confermata quella degli stereotipi, ahimè: ottima cucina ma servizi carenti. Qui mancano gli affetti, l'allarme antincendio della residenza è troppo sensibile, la burocrazia è tremenda, non mancano i difetti, ma l'efficienza è un punto a vantaggio degli austriaci.

Saturday, April 3, 2010

Karwoche

Karwoche - Settimana Santa. Sono rimasta qui, rimandando alla sera di Pasqua il ritorno alla terra natia per risparmiare con un volo economico e per non consumare troppi giorni di ferie dal lavoro. All'università siamo rimasti letteralmente in quattro gatti, con tre quarti delle persone in escursione in Sud Africa: io, un ricercatore, due dottorandi che abitano troppo distante per tornare a casa per pochi giorni (uno Etiopia, uno estremo oriente) ed una neo-dottoressa che doveva terminare delle cose. Una pace incredibile! Tranne il giorno dedicato alla macinazione dei campioni: in pratica riduzione in polevere fine come la farina di blocchi di pietra di interesse scientifico. Non entro nei dettagli, nè dell'analisi, nè dei campioni in se, basta sapere che la prima fase non è supportata da macchinari, ma bisogna spaccare con un martello o un mazza i campioni... ed il basalto è molto duro, come le ultramiloniti di cui ho avuto esperienza in passata. Tra parentesi, sono rimasta notevolmente sorpresa dal laboratorio: da un lato pulizia e tecnologia, dall'altro mancanza di oggetti di uso comune (scovolini, spazzole, contenitori, etc.), da un lato campioni radioattivi parzialmente protetti da mattoncini piombati ("non è pericoloso, basta stare a più di 2 m... e non per troppo tempo...") dall'altro regolamenti severi sul'attività nei laboratori. Se aggiungiamo che per le polveri si usano economici (gratuiti) porta-rullini da macchina fotografica mentre per le sezioni sottili (vetrini) si usano costose cassette di legno o di cartone fatte a mano... Non sono stata l'unica a lavorare, però, visto che un professore mi ha risposto tempestivamente dal Brasile inviandomi il materiale richiesto. Il mio boss lavorerà e farà lavorare i dottorandi anche il giorno di Pasqua, ancora impegnati nell'escursione!


Il motivo di questo post era in realtà descrivere due cerimonie religiose cui ho partecipato in questa settimana santa, come al solito esperienze anche musicali. La prima è stata giovedì santo (Gründonnerstag), presso la chiesa luterana. La cerimonia alternava le tradizionali parti del loro culto (simile alla nostra messa) con sezioni dello Stabat Mater di Pergolesi. Nonostante il buonismo (forse eccessivo) della giovane pastora e la bravura degli interpreti, non ho retto più di mezz'ora. Mi stavano rovinando Pergolesi! Ed io che pensavo di piangere alle prime note... Il basso tutto staccato, il tempo perennemente allegro, accompagnamenti da ariette tecniche... le cantanti erano molto brave ma il solerte direttore vanificava la loro espressione contrita. Compositore italiano non significa necessariamente opera buffa, anche se proprio Pergolesi ne è stato il padre con il suo intermezzo La Serva Padrona. Lo Stabat Mater gli è scaturito sul letto di morte o quasi, a soli 26 anni, per tisi, rinchiuso in un convento-sanatorio! La composizione è talmente toccante che Bach stesso l'ha trascritta e "tradotta" con il salmo 51 "Tilge, Höchster, meine Sünden", ce ne siamo dimenticati?

Per il venerdì santo, invece, cerimonia cattolica presso la chiesa di St. Peter, in centro. Normale messa del venerdì santo, con adorazione della croce, ma al posto della tradizionale lettura della Passione, questa è stata sostuita dalla versione a cappella della Johannes Passion di H. Schütz (noto anche come Sagittarius). La chiesa barocca, le parole di Giovanni e le armonie che risuonavano, il gregoriano del resto della messa, il canto corale di O Haupt voll Blut und Wunden... davvero commovente. Anche in questo caso, però, non ho retto fino alla fine... dopo un'ora e mezza erano solamente all'inizio dell'adorazione della croce e si poteva prevedere una lunga processione, ripetuta poi per la comunione. La mia concentrazione non è capace di sforzi così prolungati (soprattutto di comprensione del tedesco, tanto che ogni tanto leggevo la versione in latino "liturgico" riportata sul libretto del giorno). Ho poi recuperato la sera, (ri)ascoltando la JohannesPassion di Bach ed altri brani del periodo.

Una Quaresima insolita questa, che mi ha visto emigrare all'estero per lavoro e non suonare alle messe. Molto estraniante, come il Natale di San Francisco. L'assenza anche temporanea delle nostre abitudini ci fa perdere anche il senso del tempo. Speriamo di trovare nuove abitudini anche qui per ancorare alla realtà questa esperienza e non lasciarla nel pur piacevole mondo dei sogni.