C'è sempre una prima volta nella vita, per cui eccomi in Belgio, precisamente a Bruxelles, per un colloquio di lavoro. La prima impressione non è delle migliori, ma pure la prima volta a Berlino fu infelice. Hanno un buffo modo di dire le cose: per essere democratici ripetono tutto sempre in 4 lingue, francese, olandese (fiammingo), tedesco ed inglese (ecco spiegato il titolo del post). Aggiungiamo anche italiano, spagnolo e greco, per bilanciare lingue romanze ed anglosassoni? Bah! Ci sono un sacco di ragazzi di colore, almeno si vede un po' di gioventù, ma parlano solamente francese! In genere, però, pur se malvolentieri, tutti parlano inglese. Ovviamente è pieno d'Italiani, ad ogni angolo della strada si sente il nostro idioma, d'altronde ci sono abituati avendo una principessa o regina e parecchi personaggi pubblici di origine italiana.
Primo giorno. Ho volato con Brussels Airlines, senza giornali, bibite e snack e su sedili claustrofobici peggio che su Ryanair ma pagando come in Business o quasi. Sono stata troppo viziata da Lufthansa! Certo che mi domando come ci stia un watusso olandese con due metri di gambe con così poco spazio per i ginocchi! Il pilota era pure stitico d'informazioni, comunicava solo con l'equipaggio ed il minimo indispensabile, per fortuna in inglese. Decollo ed atterraggio sono stati un po' movimentati causa vento, comunque da manuale. L'aeroporto è veramente enorme e non si capisce perché visto che da qui partono pochi voli intercontinentali e non è certo un grosso scalo. Per fortuna sono piuttosto rapidi con la consegna dei bagagli, forse proprio per il ridotto volume di traffico. Alla stazione ferroviaria sotterranea nessuna delle macchinette automatiche funzionava, perciò la biglietteria era aperta. Il treno, che in ca. 15 minuti porta in centro città, costa ben €7,70 (di cui €4,40 di surplus per turisti e viaggiatori occasionali) ed è indecentemente sporco. La stazione centrale è piccola, di passaggio, vecchia e con indicazioni poco chiare. Ho atteso quasi un quarto d'ora l'autobus al vento, per fortuna non pioveva. Non ho trovato macchinette per i biglietti per cui l'ho comprato dall'autista (muto?) con sovrapprezzo per €2,50. Con gli occhi fissi allo schermo per non perdere la fermata, visto che non conosco la città e che erano quasi le 22, improvvisamente il sistema si è bloccato ed è comparsa la schermata di avvio di Windows. No comment! Ho dovuto chiedere agli altri passeggeri d'indicarmi la fermata. L'albergo è un 4 stelle consigliato dal prof. che a parte la dimensione delle stanze (più grandi del mio monolocale a Vienna) non vale nemmeno la metà delle stelle assegnategli, visto che gli ambienti sono sporchi e maleodoranti, la strada è rumorosa e trafficata, c'è un solo asciugamano, sapone col dispenser a parete, un inutile kit di benvenuto (fazzoletti di carta e spazzolino???) e per tutti gli altri servizi si paga in oro o quasi. Il prezzo, cui bisogna aggiungere una tassa di soggiorno da quasi €5 al giorno, è esorbitante per i miei standard, ma sembra sia nella media per la città. Buona notte!
Al termine del secondo giorno l'impressione è un po' migliorata, arricchendosi di particolari. Un breve giro a piedi tra il campus e l'albergo ed una serena cena tunisina con una simpatica ragazza italo-inglese che avevo conosciuto a Vienna e che è innamorata di Bruxelles mi hanno in parte riconciliato con l'ambiente. Dal punto di vista sociale è davvero un altro mondo: se abiti a più di 2 km dal posto di lavoro ti danno l'abbonamento annuale gratis. Dopo un solo giorno inizio a capire qualcosa di francese pur non avendolo mai studiato. Per altre cose hanno una mentalità simile a quella nostrana. Inutile tenere sulle spine, oggi avevo una sorta di colloquio. Beh... è andato benone, nel senso che credo di aver piacevolmente convinto il pubblico. Però... ci sono questioni burocratiche e politiche interne che devono essere chiarite e spianate prima di poter prendere il lavoro. Non è più una cosa che dipende da me, devono mettersi d'accordo senza scannarsi tra ben tre istituzioni, tenendo conto che due persone sono ai ferri corti e che la tipa che ricopriva precedentemente questo posto se n'è andata da poco sbattendo la porta ma anche facendo tirare un sospiro di sollievo a tutti gli attori della vicenda. Mah... che dire? Voglio egualmente impelagarmi in una vicenda simile? Il progetto è bello, impegnativo ma credo gratificante, alla fine darà un expertize spendibile anche al di fuori del mondo accademico, c'è un vero gruppo di ricerca e le attrezzature sono invidiabili. Ammetto, però, di essere un tantino spaventata da un lato dall'incertezza di una situazione che potrebbe esplodere, dall'altro per il fatto di dover ricominciare da capo con una cosa completamente nuova in un posto che non conosco. A grandi linee accetterò, perché come dice una collega uno deve domandarsi: 1. È un lavoro onesto? Sì. 2. È pagato degnamente? Sì. 3. Ci sono alternative? No. Fatta!
Terzo giorno. Non avevo programmi particolari finché ho ricevuto una mail dal prof. (nel frattempo ho scoperto che ho accesso ad internet gratuitamente dall'hotel) che mi chiedeva di rivederci per discutere di altri dettagli. Ci siamo dati appuntamento nel primo pomeriggio, per cui al mattino ho girato il centro della città parte, principalmente a piedi, nonostante la pioggia battente. Sa di Fiandre, non solo per i pizzi di Bruges, ma anche per lo stile degli edifici e delle piazze. La parte nuova, con il parlamento europeo, è invece dominata da edifici anni '70-90, davvero bruttini. Complice la pavimentazione, le pietre usate per le costruzioni, la pioggia ed il traffico caotico (ricorda l'Italia in questo), l'atmosfera è alquanto grigia, forse anche più dell'Olanda ma non ai livelli di Scozia e Inghilterra. All'incontro col prof. abbiamo definito ulteriori dettagli, ovviamente ad essere ottimisti, programmando un mesetto in Giappone. La sera mi sono goduta aperitivo con birra scura locale e cena a base di patatine fritte (sembra sia un piatto tipico) con altre tre ragazze italiane che avevo conosciuto a Vienna ed il moroso di una di queste che lavora in loco. Se dovessi trasferirmi qui, come sembra, ci divertiremo, a dispetto del grigiore del meteo!
La fase di ritorno è iniziata presto, con una sveglia nel cuore della notte. Avevo prenotato un volo mattutino (verso le 7) ma non ci sono collegamenti dalla zona dell'albergo alla stazione centrale fino alle 6, perciò ho dovuto prendere un taxi. I taxi costano uno sproposito qui! Pagare sui 20 euro per andare in stazione e poi stressarsi in un luogo claustrofobico, sporco e deserto per trovare la macchina dei biglietti ed aspettare il treno era chiedermi troppo. Mi sono concessa, quindi, il viaggio fino all'aeroporto (ca. 60 euro!!!), unica spesa di cui non chiederò il rimborso ma che compensa la "vacanza" in Belgio. Oltre ai prezzi, anche i tassisti di qui sono folli! Mon Dieu! Altro che la flemma austriaca! Lezione imparata, mai più voli mattutini senza verificare prima i trasporti! Pensavo di godermi il sorgere dell'alba sulla Germania (in senso letterale, non figurato, nulla a che vedere con possibili interpretazioni politiche!), ma una fitta coltre di nuvole ha coperto il panorama fino al Neusiedlersee, quasi ghiacciato. Che sia un segno del destino, ossia che la Germania mi resti preclusa almeno per il momento?
Conclusione. Ammetto di essere partita un tantino prevenuta, soprattutto verso la lingua. Ho sempre detestato il francese e l'olandese mi sembra assurdamente complesso. Verrebbe da chiedersi perché abbia accettato di venire per il colloquio. Primo perché ad un'offerta di lavoro non si dice (quasi) mai di no. Poi perché il progetto non mi dispiace, visto che potrebbe in futuro aprire porte insperate anche al di fuori dell'ambito accademico. Aver parlato con altre ragazze che si sono trasferite a Bruxelles da Vienna mi ha fatto vedere anche i lati positivi del luogo. Parlano francese ma non sono francesi, così come i fiamminghi non sono olandesi. Pronunce e mentalità sono alquanto differenti. Insomma, non chiudiamo le porte alla speranza che alla lunga mi piaccia, nel caso venisse confermato il mio trasferimento. Per il momento mi sono goduta l'inaspettata "gita" in Belgio!