Qualche settimana fa sono tornata a Vienna per trovare un appartamento da affittare prima del trasloco definitivo. La ricerca si è conclusa presto con una decisione dettata un po' dalla contingenza ed un po' dal sesto senso, alla quarta esperienza di cambio casa. Non voglio, però, raccontare qui della ricerca dell’appartamento o della macchinosa burocrazia austriaca, ma bensì di tutto il resto, ossia del contorno a questo antipasto di vita viennese.
La partenza è stata dominata dal solito caos all’aeroporto di Bxl. Nonostante abbia ripreso tutto come prima degli attentati, se possibile la situazione ora è pure peggiorata. Hanno riaperto la hall partenze per alcune compagnie. Hanno rimosso la scansione a tappeto di persone e bagagli prima di accedere all’area check in, facendo controlli a campione. In teoria dovevano aver velocizzato l'accesso. Invece no! Dopo l’arrivo con l’autobus mi sono fatta tre piani di parcheggio sulla spirale generalmente usata dalle auto. Ho trascinato la valigia su passerelle metalliche o qualche gradino. Fino a trovarmi in una coda chilometrica di persone per caricare il bagaglio in una sala affollata e rumorosa. C’è voluta più di 1h di fila prima di raggiungere il desk del check in. Poi, magicamente, la coda è scomparsa al momento dei controlli della sicurezza ed al gate. Volavo Austrian, quindi con bevanda e snack inclusi, accoglienza con musiche “viennesi” (Mozart e famiglia Strauss… va bene, quest'anno si celebrano i 100 anni dalla morte di Franz Joseph, ma vi sembra il caso di mettere il "Kaiser-Walzer") ed un bel Grüß Gott. Arrivo puntuale, la valigia mi aspettava, il treno è arrivato pochi secondo dopo di me e la città era inondata dal sole. Tutto liscio, compreso l’arrivo alla casa della mia Gastgeberin nella tranquilla zona oltre Danubio.
Ero stanca e con un bel mal di capo dallo stress degli ultimi giorni brussellesi (ero appena tornata da un’escursione in Germania ed avevo risposto a non so quanti annunci di appartamenti in affitto). C’è voluto un po’ per rientrare nell’atmosfera viennese. Giusto il tempo di una fetta di torta (Topfenstrudel) ed una tisana alle erbe (Kräutertee) nella mia catena di panifici preferita. Wi-Fi gratuito, signore anziane che chiacchierano di nipotini con la familiare cadenza locale, signore che legge il giornale mentre sorseggia un caffè, il classico bicchiere di acqua del rubinetto (Leitungswasser) ad accompagnare le bevande calde,… un tranquillo pomeriggio di domenica. Pian piano mi sono ricordata anche di quanto abbia sentito la mancanza della tradizione della torta con il tè/caffè del pomeriggio.
Il giorno dopo è iniziato il giro delle visite, ma ho avuto tempo anche per assaporare altre cose che mi erano mancate e di cui non mi ero resa conto. Solo per confronto con Bxl, pure ciò che davo per scontato è diventato una preziosa virtù di Vienna. Come il silenzio nelle stazioni della metro e sui mezzi. I marciapiedi lisci lisci e puliti. Le cassiere veloci come fulmini. Il pane con i semi di papavero, i dolci locali, i panini con l’immancabile cetriolino ed il burro. Il candore e la luminosità del Geozentrum (l’università). La bellezza dei monumenti, tra storicismo ed autentico rococò. Il suono della metropolitana in partenza. La voce degli annunci delle stazioni, voce che votai all’epoca, per sostituire la voce maschile con marcato accento viennese che si udiva fino a qualche anno fa. Il tram che si ferma in mezzo alla strada e le auto che si fermano dietro per lasciar passare i pedoni. L’occhiata alla pista ciclabile per non essere investita. Le chiese sempre aperte, con i banchi con l’inginocchiatoio, l’odore d’incenso e l’organo in cantoria. Le cene economiche ed abbondanti nei ristoranti del centro, oltre ai meno pranzo a prezzo fisso. La tradizione della mensa dell’università con pesce di venerdì ed almeno un giorno con opzione vegetariana “dolce” (letteralmente, tipo crepe con la marmellata). L’acqua del rubinetto buona e gratis ovunque. I bagni pubblici o nei locali in stato decente (l’impatto a Bxl non era stato così felice sulla questione). La pessima abitudine di fumare nei locali. L’odore di sterco di cavallo sul selciato tra Stephansplatz e Hoher Markt. Il familiare suono delle campane, vere campanone, allo scoccare dell’ora. La scale di scorciatoia tra le terrazze fluviali nella zona attorno al Donaukanal. Le lunghe camminate in centro, tra Graben e Kärtnerstr., mescolandosi tra locali e turisti. Il vento costante, soprattutto lungo il Danubio, a tratti caldi ed a tratti gelido. Il panorama delle colline della Wienerwald a far da cornice alla città. Insomma, mi è mancato ogni singolo sasso di Vienna.
Un amico mi ha detto di trovarmi ringiovanita. Sono bastati alcuni giorni in città per recuperare il sorriso. È stato rassicurante scoprire che tutto sommato Vienna è cambiata poco in questi anni, almeno nelle caratteristiche principali. Sicuramente ci sono meno sicurezza, più sporco e prezzi più cari, ma siamo ancora anni luce rispetto alla situazione quotidiana di Bxl. Pregi e difetti sono rimasti. Non è svanita la chiusura mentale che tanto m’irritava e che speriamo non porti a conseguenze preoccupanti per la politica futura. A Vienna il tempo si ferma. Si trova in una distorsione dello spazio che provoca un forte rallentamento dello scorrere del tempo. Questo contribuisce anche al suo fascino. Come un monumento riprodotto in una sfera di vetro con la neve finta, immutabile, congelato in un attimo.
I miei amici sono cambiati? Non proprio. Ci sono delle novità, tra bimbi e mici la comunità si è allargata di un bel po’, ma in fondo in fondo le persone sono le stesse. Anch’io sono “tornata” quella che ero. Senza dimenticare l’esilio brussellese che tanto mi ha insegnato, ma fondamentalmente sono sempre la stessa. In questi giorni a Vienna ho rivisto parecchi amici (e molti ne vedrò al ritorno stabile, per mancanza di tempo ora), più di quanti ne incontro abitualmente a Bxl in tre mesi. Eppure ero ospite da un’amica un po’ fuori dal centro. Eppure lo scopo principale del mio soggiorno era vedere appartamenti. Perché a Vienna è così facile uscire con gli amici? Non sono solo andata a mangiare fuori (i prezzi sono comunque più bassi che a Bxl) ma sono spesso stata ospite di amici per un caffè o un pranzo. Quand’ero a Vienna avevo anch’io spesso ospiti. C’è un’aria particolare, che invita al “salotto”, che sia in un caffè storico del centro o in qualche catena o in un appartamento privato. A Bxl no ed ancora non capisco perché. Gli inviti restano evasi e scarseggiano nell’altro senso, se non per cose organizzate nei minimi dettagli e decise con un doodle, salvo poi dover essere cancellate causa sciopero dei mezzi.
Al ritorno a Bxl mi sono risultati insopportabili tutti quei piccoli inghippi che mi avevano tanto irritato appena arrivata e con cui con il tempo avevo imparato a convivere. Questo problema ha colpito anche un'amica dopo un lungo giro tra Italia e Romania. Persino in confronto con Roma Bxl risulta brutta, maleodorante e con servizi carenti. Mi ha consolato vedere di non essere la sola ad avere questa impressione. Chi vive da tempo o da sempre a Bxl non se ne rende conto, ma chi ha vissuto altrove si trova inevitabilmente a fare un confronto. Pazienza, tra qualche settimana me ne andrò e progressivamente dimenticherò tutte le arrabbiature prese qui. Spero!