Il weekend è partito male, con conferenze stampa, proteste che si sono trasformate in festeggiamenti, titoloni dai giornali e dirette interminabili. Ieri una nuova notizia ha occupato i giornali, rubando un po' di clamore alle vicende del weekend. I due fatti sono la crisi di governo e la morte di Niki Lauda.
Hofburg. Residenza del Presidente della Repubblica. |
La crisi di governo. Tutto è nato con la pubblicazione di parti di un video in cui il vice-cancelliere fa lo "sborone" davanti ad una donna russa, pompato da un eccesso di alcool, finendo per dire cose imbarazzanti e fortemente compromettenti dal punto di vista politico. La cosa risale a due anni fa ma è diventata di dominio pubblico ora, alla vigilia delle elezioni europee. Il vice-cancelliere si è immediatamente dimesso, lo scandalo era troppo grande, così come altri suoi colleghi di partito. Ieri è stato deciso di far dimettere il ministro degli interni, ma non la ministra degli esteri, che non ha mai nascosto l'amicizia con la Russia. Pensano di sostituire i ministri dimissionari con dei tecnici, per transitare il paese a nuove elezioni, ma devono ancora affrontare la fiducia del Parlamento. Non entro nel merito politico, ciò che mi ha sorpresa di tutta la faccenda è che gli austriaci sembrano terrorizzati dall'ipotesi di un governo tecnico o dalla mozione di sfiducia. In genere trovano una soluzione, un compromesso. Questa crisi è senza precedenti. In Italia siamo abituati alle crisi di governo, pochi governi hanno retto fino alla fine della legislatura senza rimpasti e cambi di alleanze. Siamo pure usi ai governi tecnici che ogni volta "salvano" il paese ma che mostrano che non basta essere esperti in una materia per poter legiferare a tal proposito e soprattutto per sopravvivere nel mondo della politica.
Niki Lauda. Purtroppo la sua dipartita non era del tutto inaspettata, la sua salute vacillava da qualche tempo, nonostante la sua forza nel reagire. Per gli austriaci era un eroe nazionale, per le vittorie sportive, per la ripresa dopo l'incidente del 1976 e per le sue tre compagnie aeree (la LaudaMotion è sotto Ryanair ma funziona ancora). Chi l'aveva conosciuto di persona (compresa una collega) l'aveva definito uno str****. L'impressione che faceva era di uno diretto, calcolatore, incapace di manifestare le emozioni. Eppure aveva una lungimiranza non comune ed una capacità "austriaca" di capire le persone, non per usarle, ma per non perdere tempo, a costo di risultare antipatico. Personaggio controverso, che aveva attirato su di sé una polemica per i polmoni nuovi ottenuti quasi senza attesa. La sua determinazione e la sua capacità di "rinascere" ad ogni cantonata hanno contribuito a crearne il mito. Qualche tempo fa è mancato un altro grande Nikolaus, austriaco per adozione, Harnoncourt. Anche lui spigoloso, dirigeva con lo sguardo, determinato, riservato e per questo rispettato ed ammirato pure da chi non capiva nulla di musica.
Apparente contraddizione. Burgtheater, Vienna. |
Gli austriaci lasciano noi italiani sempre confusi, ci spiazzano con comportamenti che non riusciamo a codificare. I tedeschi sono più "facili" da interpretare, più lineari. Gli austriaci sono diversi dai tedeschi tutto d'un pezzo, ma anche dagli italiani mutevoli e creativi. Un esempio è il cancelliere attuale, giovane ed inesperto ma allo stesso tempo paziente e determinato. La caduta del vice gli ha dato la possibilità di togliersi dei sassolini dalle scarpe, mostrando di non aver ignorato le intemperanze degli alleati, semmai di aver chiuso un occhio per un obiettivo più alto, ma ora di non poterne davvero più. "Genug ist genug!" ha detto. Quelli confusi siamo noi, che assistiamo sorpresi alle contraddizioni austriache, dall'Internazionale che fa il paio con il Kaiserhymne ai titoli accademici che sostituiscono quelli nobiliari, dai palazzi dorati decadenti alle case popolari moderniste. Tali contraddizioni non sono incoerenze, per loro possono convivere, senza conflitti, facce dello stesso dado. Non è un caso che la psicanalisi sia nata qui...