In Italia, presi dal commentare il risultato delle elezioni politiche, ci si è dimenticati di quelle presidenziali in Austria. Che è successo dall'altra parte delle Alpi?
- È stato riconfermato il presidente uscente, Alexander Van der Bellen, ufficialmente dei Verdi (https://bundeswahlen.gv.at/2022/).
- Ha ottenuto la maggioranza assoluta (con quasi il 57% dei voti), facendo risparmiare all'Austria un ballottaggio. Il candidato arrivato al secondo posto, sostenuto dall'estrema destra, non ha raggiunto il 18%.
- La vera notizia è che al terzo posto è giunto il giovane (35 anni) Domink Wlazny, nome d'arte Marco Pogo, cantante, laureato in medicina, fondatore del Partito della Birra (ma alle elezioni presidenziali ci si presenta come individui e non come partiti, tanto che alcuni candidati non avevano un partito a sostenerli). Il ragazzo, che all'inizio della sua carriera politica si faceva conoscere con provocazioni a iosa, nel frattempo ha deviato verso la serietà. Sembra che il suo scopo fosse farsi conoscere anche al di fuori di Vienna (ove è nel consiglio comunale del suo quartiere) in vista di future elezioni politiche e che gli sia riuscito, ottenendo i voti soprattutto dei giovani.
- Il candidato no-vax, il cui partito aveva avuto un exploit nelle consultazioni locali nell'Alta Austria l'anno scorso, ha raggiunto appena il 2%, appena poco di più dell'ultimo in graduatoria dei sette candidati, un imprenditore sui generis.
- Solo poco più del 65% degli aventi diritto ha votato.
- Poche novità sulla ripartizione dei voti, la Carinzia si è confermata più a destra della media austriaca e Vienna più a sinistra.
Per quanto riguardo la rielezione di VdB, appoggiato da quasi tutti i partiti, l'unico commento mormorato da molti a mezza voce è che ora, non potendo fare altri mandati, si sbilanci maggiormente nelle questioni di politica interna ed estera. Finora, la vera critica mossagli è stata la sua estrema neutralità, ai limiti dell'apparente disinteresse. Personalmente, invece, ho apprezzato molto questo suo equilibrio, il non lasciarsi trascinare nelle polemiche ed il pensare sempre in modo "inclusivo", rivolgendosi nei discorsi non solo ai cittadini austriaci, ma anche a coloro che vivono e/o lavorano in Austria e che quindi contribuiscono alla vita del paese.
Sul risultato delle elezioni in Italia c'è poco da commentare. I giornali sono già pieni di analisi prevedibili e di critiche alle intenzioni. Quasi nulla di tutto questo borbottio sterile arriva in Austria. Fratelli d'Italia qui è definito senza tanti giri di parole partito post-fascista. L'Austria ci ha preceduti nell'avere un primo ministro (cancelliere) donna, con la Bierlein, cancelliere del primo governo tecnico austriaco solo qualche anno fa. Fanno più notizia la dichiarazioni rassicuranti della Meloni sull'appartenenza a UE e NATO che l'elezioni a presidenti di camera e senato di Fontana e La Russa, rispettivamente. Nomi qui semi-sconosciuti. Idem per i ministri.
Se posso permettermi un commento è verso pseudo-giornalisti che riempiono i giornali con elucubrazioni sullo stile di abbigliamento del futuro capo di governo, con speculazioni sugli alleati, critiche su quello che non farà come presidente del consiglio ma che dovrebbe fare come rappresentante del genere femminile, etc. Credo che tre quarti di tali "distrazioni" siano solo dovute al fatto che si tratti di una donna, attacchi più o meno subdoli che arrivano non solo dai banchi dell'opposizione. Politicamente non è affatto il mio ideale, ma quel che leggo in questi giorni (e che già filtro molto) mi fa venir voglia di lasciare il Paese più del risultato stesso delle elezioni. Ah, no, vivo già all'estero. Continuo sempre a sperare che la mentalità in Italia cambi e che una persona venga valutata per quanto fa, non per il genere. In ogni ambito, si usa ancora un metro diverso se si ha a che fare con una donna.