Incredibilmente Milano mi manca, non nel senso che provi nostalgia per questa città, ma perché è una delle poche grosse città d’Italia che non ho mai visitato. Quando ho ricevuto una mail che pubblicizzava una serie di seminari sulla geologia delle zone di subduzione ho preso la palla al balzo, sperando di poter fare un giro per la città. In realtà non ho visitato molto, praticamente nulla: dalla Stazione Centrale (in cui ero già stata per qualche cambio treno in passato) al Dipartimento, percorso gran parte fatto sotto terra, con la metropolitana. Un gentile signore in treno mi ha detto che la zona universitaria era tra le più carine di Milano... effettivamente non era male ma... niente di speciale. Ho rimpianto (questa volta sì) Roma, che almeno è colorita nell’uniformità di condomini a 8 piani e palazzi istituzionali d’inizio secolo scorso (o anche più vecchi). La sorte ha voluto che almeno ci fosse un bel cielo azzurro... che sospetto raro a Milano come qui a Padova.
La cosa che mi ha veramente divertito è stato vedere che in stazione vendono tutti i souvenirs d’Italia, non solo lo scontato (non nel senso di in saldo, ma ovvio) duomo di Milano di gesso! Ho visto gondole veneziane, la torre di Pisa, piazza S. Pietro... mancavano solo i trulli di Alberobello! Ah, i bei tempi in cui mi facevo portare da papà un ricordino dalle città in cui andava ed immancabilmente tornava con la boccia di vetro con la neve finta e con il monumento locale... ora i vari duomi, torri, etc. sono illuminati da psichedelici led o fungono da portafoto, potacellulare, orologio, e via di seguito. Insomma, senza andare all’Italia in miniatura di Rimini o trascorrere giorni in treno, si può visitare l'intera penisola in una sola stazione, o meglio in un solo bazar!
Passando a cose serie, i seminari sono stati davvero interessanti. Purtroppo ne ho perso un pezzo causa un improvviso cambio d’orario (finiva troppo tardi e non avevo più treni per tornare indietro, proprio quando avevo già preso i biglietti rendendomi conto che poteva andare e tornare in giornata, senza dover spendere o disturbare per una notte fuori casa) e purtroppo ero l’unica fuori sede (nonostante la pubblicazione sulla mailing list dei geologi strutturali italiani, nemmeno quelli di Como si sono scomodati...). A dire il vero, neppure i geologi milanesi si sono mostrati tanto sensibili, perché erano presenti praticamente solamente gli studenti, i dottorandi ed i ricercatori del gruppo dei professori che organizzavano il tutto... devo ammettere che anche un seminario di palinologia a Padova ha più speranze di raccogliere gente da diversi ambiti. Peccato, perché, pur se l’argomento si è rivelato più distante da quello che faccio attualmente o quello che farò nel prossimo futuro di quanto presupponessi dal titolo, la spiegazione del prof. Green ha lanciato un approccio “quantitativo” diverso alle micro microstrutture nelle rocce ed al confronto con i prodotti sperimentali. Le rocce ci parlano sempre di più, grazie alle moderne tecnologie che ci permettono ingrandimenti sempre maggiori. Così un’essoluzione ci può raccontare di una subduzione a profondità in credibili (>350 km) ed una transizione di fase ci può spiegare terremoti profondi (a 600 km).
Tornando a Milano, mi dispiace di non aver fatto il mini tour Duomo-alleria-Scala... ma credo che non rispenderò quasi €60 di treno per recuperare il turismo non fatto... preferisco Padova!