In una settimana in Italia 3 evidenti anomalie sono passate come normali agli occhi di tutti. Sono io che mi sono irrigidita stando all'estero o l'Italiano medio si è ormai abituato a tutto?
1. Intervento rinviato. Avevo letto la notizia sul giornale di una bambina che doveva subire un'operazione al cuore e per più volte l'intervento era stato rinviato dopo aver completato la preparazione (che comporta un giorno di digiuno, esami vari e peretta, una tortura per un bambino), ma pensavo fosse un caso eccezionale. Poi ho letto di tempi rallentati e di altri rinvii dovuti a lavori ed un calo di personale durante i mesi estivi in un'altra struttura patavina. Infine l'intervento della mamma viene spostato. La cosa mi ha fatto arrabbiare, temendo un rinvio di giorno in giorno fino chissà quando, non solo per lei che oltre alla tensione accumulava digiuni e tormenti, ma anche per me che mi stavo mangiando le ferie per starle accanto, col rischio di non avere più giorni a disposizione in casi di necessità.
2. Poste in povertà. Una doverosa ricarica della Postepay mi ha portato a far la coda all'ufficio postale del paese. Come al solito affollato, caotico e caldo. Non ho mai capito il sistema di conteggio per tipologia, anche alle poste centrali di Padova ho visto tanta gente passarmi avanti benché giunta dopo di me, quando poi l'intero sistema non saltava per un black out e si ricominciava da capo con liti e discussioni. Ad un certo punto è il turno di due anziane suore che vogliono ritirare la mensilità della pensione. L'impiegata, dopo un'affannosa ricerca, chiede se qualcuno avesse da fare depositi, pagare bollettini o simili... per raccogliere i soldi necessari da dare alle suore. Buon per me che ho anticipato l'operazione, ma da quando in qua le poste non hanno i soldi per i pensionati? Non sanno che vanno tutti lo stesso giorno? Lo sappiamo solo noi che li troviamo in coda dalle 7 di mattina?
3. Incognita treno. Solitamente torno a Vienna con un treno notte che intercetto a Mestre ed immancabilmente uno dei due regionali che dovrei prendere da Padova mi crea ansia e preoccupazione per ritardi e soppressioni ingiustificate. L'alternativa sarebbero due eurostar con orari e tragitti simili ma che hanno una sostanziale differenza di prezzo (€14-15 contro €2.40) e non sono sempre puntuali come dovrebbero. Questa volta la ragione per ritardi e soppressioni era uno sciopero di 24h dell'ex-compartimento di Venezia. Mi ha avvisato uno zio, ho cercato conferma sul sito del ministero dei trasporti, il sito delle Ferrovie, i tg nazionali... niente, solo in stazione c'era un A4 stampato anche in inglese che annunciava l'agitazione. Alla fine ho optato per l'auto fino a Mestre, avendolo saputo giusto in tempo per evitare di perdere coincidenza e prenotazione. L'anno scorso successe qualcosa di simile quando decisi di scendere in aereo ed uno sciopero del personale di terra dell'aeroporto di Venezia, sempre sentito per caso, rischiò di farmi perdere volo, un giorno di ferie e la stima del mio capo.
Il capitolo scioperi merita un discorso a parte. Lo sciopero sta diventando agli occhi degli stranieri in visita in Italia una nostra tipica caratteristica, come la pizza ed il caffè espresso. Nel centro-nord Europa gli scioperi sono rari ed ampiamente spiegati ed annunciati, in modo da ridurre al minimo i disagi per gli utenti. Da noi sono frequenti, spesso locali, annunciati poco e non spiegati proprio, interessano mezzi di trasporto, sanità, scuola, benzinai, giornali e telegiornali,... chi non sciopera al giorno d'oggi? Quando uno chiede informazioni le risposte sono sempre vaghe: forse, può darsi, non saprei. I miei amici stranieri, ogni volta che dico che ho rischiato di perdere la coincidenza perché mi sono imbattuta in uno sciopero, mi domandano: - perché scioperano?- Bella domanda! La ragione non si trova nei canali d'informazione abituali. Rinnovo del contratto? Turni massacranti? Bassi standard di sicurezza? Appalti non chiari? Sarebbero tutti motivi comprensibilissimi e sono sicura che se gli utenti ne venissero messi a parte sopporterebbero meglio i disagi per solidarietà con i lavoratori in sciopero. Non conoscendo il motivo dello sciopero e soprattutto scoprendo solo dopo che il servizio richiesto non funziona causa un'agitazione sindacale, noi poveri utenti possiamo solo essere indignati.
Le foto: un "Addio" al mio Paese durante il viaggio di ritorno alla "civiltà"
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