Sono già passati 5 anni. Da un mese. Oggi festeggio i primi due anni a Bruxelles/Brussel. Poco, rispetto ad altri ed ai miei genitori, ma è un buon inizio. Sono cinque anni che ho lasciato l'Italia, il paese in cui sono cresciuta, i miei genitori, la vita fatta di gesti quotidiani talmente abituali da aver perso importanza, un esaurimento nervoso da stress lavorativo, la sicurezza della propria lingua e via dicendo. Ed ho iniziato a vivere sul serio. Forse sono anche più folle e instabile di quanto non fossi prima, ma indubbiamente i miei 1857 giorni da residente all'estero sono stati pieni, tutti da ricordare. Passando per le lacrime, lo sconforto, la rabbia, la gioia, la soddisfazione e la nostalgia. In questi anni ho sicuramente imparato nuove lingue e migliorato quelle che conoscevo già, ma allo stesso tempo non posso dire di essere in grado di parlarne alcuna, balbettandone appena la maggior parte. Comprendo quasi tutto, però. Questo è già un grande successo.
Tornare periodicamente in vacanza al paese natale fa uno strano effetto, perché sembra che la vita vissuta lì sia frutto di un sogno, sia talmente lontana nel tempo da essere stata immaginata e non reale. Questo vale anche per gli anni a Vienna, con cui ho riempito queste pagine, ma pure per il primo anno a Bxl, pieno di risentimento per la città (immutato!) e di disagi per la casa (su questo almeno la situazione è migliorata). Ma davvero organizzavo feste nel monolocale dello studentato di Vienna ove ho vissuto per 3 anni cucinando per 8-10 persone? E tutti i lunedì insegnavo teoria e solfeggio a 4 classi di ragazzini nel paese vicino? E uscivo la sera con gli amici, giocando a monopoli fino alle 2 di notte e poi la mattina dopo alle 8 ero in chiesa per suonare messa? E pedalavo sul selciato scivoloso di Vienna alla sera dopo il lavoro per andare alle prove del coro luterano? E prendevo la cuccetta e mi facevo 12h di treno per tornare a casa per un weekend? E portavo avanti un dottorato con altri 11 colleghi in uno stanzone che era adibito ad analisi radiologiche, con un computer comprato a mie spese? E suonavo gratis per la chiesa di lingua tedesca? Un momento, questo lo faccio ancora, anche a Bxl :D
Mi piacerebbe poter ricordare qui tutte le persone che ho incontrato in questi anni, ma sarebbe impossibile. Con alcune ho potuto fare un pezzo di strada, più o meno lungo, ma altre hanno rappresentato brevissimi incontri, eppure hanno lasciato qualcosa lo stesso. Proprio oggi, in ufficio abbiamo salutato il collega americano. A Vienna ho partecipato a parecchie feste di saluto, fino ad organizzare la mia. Un giorno lascerò anch'io Bxl. Di nuovo. Verso altri lidi. Chissà dove. A Padova era tutto un po' più stabile, almeno così sembrava perché ne osservavo la lenta evoluzione ogni giorno. Dopo la mia partenza ho perso un po' i contatti ed ora mi sembra cambiata. Ho perso i miei riferimenti. In ogni caso, ovunque vada, una cosa non cambierà mai: la gente continua a fermarmi per chiedermi indicazioni stradali!
Il punto informazioni festeggia in solitaria, rimandando ulteriori celebrazioni al primo decennale, o al rientro in patria (chissà!), o alla prossima emigrazione, o all'acquisizione di una cittadinanza diversa da quella italiana. À bientôt! Tot ziens! A presto! Bis bald! See you soon!
Tornare periodicamente in vacanza al paese natale fa uno strano effetto, perché sembra che la vita vissuta lì sia frutto di un sogno, sia talmente lontana nel tempo da essere stata immaginata e non reale. Questo vale anche per gli anni a Vienna, con cui ho riempito queste pagine, ma pure per il primo anno a Bxl, pieno di risentimento per la città (immutato!) e di disagi per la casa (su questo almeno la situazione è migliorata). Ma davvero organizzavo feste nel monolocale dello studentato di Vienna ove ho vissuto per 3 anni cucinando per 8-10 persone? E tutti i lunedì insegnavo teoria e solfeggio a 4 classi di ragazzini nel paese vicino? E uscivo la sera con gli amici, giocando a monopoli fino alle 2 di notte e poi la mattina dopo alle 8 ero in chiesa per suonare messa? E pedalavo sul selciato scivoloso di Vienna alla sera dopo il lavoro per andare alle prove del coro luterano? E prendevo la cuccetta e mi facevo 12h di treno per tornare a casa per un weekend? E portavo avanti un dottorato con altri 11 colleghi in uno stanzone che era adibito ad analisi radiologiche, con un computer comprato a mie spese? E suonavo gratis per la chiesa di lingua tedesca? Un momento, questo lo faccio ancora, anche a Bxl :D
Mi piacerebbe poter ricordare qui tutte le persone che ho incontrato in questi anni, ma sarebbe impossibile. Con alcune ho potuto fare un pezzo di strada, più o meno lungo, ma altre hanno rappresentato brevissimi incontri, eppure hanno lasciato qualcosa lo stesso. Proprio oggi, in ufficio abbiamo salutato il collega americano. A Vienna ho partecipato a parecchie feste di saluto, fino ad organizzare la mia. Un giorno lascerò anch'io Bxl. Di nuovo. Verso altri lidi. Chissà dove. A Padova era tutto un po' più stabile, almeno così sembrava perché ne osservavo la lenta evoluzione ogni giorno. Dopo la mia partenza ho perso un po' i contatti ed ora mi sembra cambiata. Ho perso i miei riferimenti. In ogni caso, ovunque vada, una cosa non cambierà mai: la gente continua a fermarmi per chiedermi indicazioni stradali!
Il punto informazioni festeggia in solitaria, rimandando ulteriori celebrazioni al primo decennale, o al rientro in patria (chissà!), o alla prossima emigrazione, o all'acquisizione di una cittadinanza diversa da quella italiana. À bientôt! Tot ziens! A presto! Bis bald! See you soon!
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