Tempo di aggiornamenti dalla mia "nuova" sede. Ho visto l’appartamento in cui vivo attualmente già a metà maggio, quando sono venuta in per cercare casa, ma per non più di dieci minuti. Poi l’ho rivisto quando sono arrivati i mobili, verso fine giugno, per un paio di giorni. Giusto il tempo di attaccare delle tende provvisorie. Solo dal I luglio ci vivo stabilmente. A parte questa novità, tornare a vivere a Vienna ha risvegliato le abitudini della mia precedente esperienza austriaca, scoprendo che la città non è cambiata per nulla. Davvero?!
La targa dedicata a Mahler |
Camminando per le stradine del mio quartieri ho scoperto di abitare vicino a dove morì Mahler. Sembra poco. Precedentemente avevo casa vicino dove era morto Beethoven. Sono sempre nello stesso distretto, il IX, ove nacque Schubert. A due passi dalla chiesa di Bruckner, Maria Treu, nell’ottavo distretto, che ora è in unità pastorale con la chiesa che abitualmente frequento, Alser Vorstadt, per la quale Schubert compose qualcosa ed ove fu benedetta la salma di Beethoven, e Breitenfeld, ove qualche volta vado ad esercitarmi e che contiene l’organo da chiesa più grande di Vienna (ereditato dal duomo di Innsbruck). Il nono distretto confina da un lato con il primo, ove Beethoven e Mozart vissero e Vivaldi morì (piccola targa all’hotel Sacher) e dall’altro con quella Heiligenstadt che tutti associano ad un momento di sconforto del compositore di Bonn e Grinzing, ove è sepolto Mahler. Comunque ti muovi a Vienna trovi una targa che ricorda la presenza di questo o quel musicista. È pur vero che per puro caso due volte su due ho trovato casa vicino al luogo ove importanti musicisti passarono a miglior vita (per malanni loro, non perché la zona è insalubre). Chissà che porti bene, almeno musicalmente.
Insomma, davvero tutto come prima? Più o meno. Ci sono sempre il concetto astratto di pulizia (le strade sono linde, i bagni decenti, ma gli appartamenti in affitto vengono lasciati piuttosto sporchi, per tacere della pulizia negli uffici dell’università e l’odore di sudore sulla metro d’estate), la burocrazia macchinosa ma efficiente e rapida, i guidatori attenti che danno la precedenza alle bici sopra ogni cosa, i ciclisti che sfrecciano scansando miracolosamente i turisti distratti, il sovrapprezzo sui prodotti tedeschi d’importazione e l’ottima scelta di prodotti turchi, che tanto ricordano il nostro Sud, l’isolamento acustico degli edifici ed il generale silenzio che regna ovunque (i locali non parlano, non interagiscono, se uno scambia una parola o é turco o é tedesco di Germania), la fretta delle commesse nei supermercati, gli orari di apertura rigidi (specialmente il sabato, solo alcuni negozi sono aperti anche il pomeriggio e rigorosamente fino alle 18, ma in compenso i supermercati aprono spesso alle 7:30, in tempo per la colazione prima di andare in ufficio), le piste ciclabili ovunque, le targhe commemorative, i palazzi popolari (orgoglio di una città socialista da sempre), gli eventi serali estivi gratuiti, etc. etc. Per tacere dei muri in cemento armato nelle case nuove che si forano solo con punte speciali ed imprecazioni in diverse lingue. Ossia tutte le cose belle ed i difettucci di questa città che ormai mi sono familiari.
La mia pentola turca sulle piastre ad induzione |
A confermare la sensazione di essere tornata indietro nel tempo ci si é messa pure l'università, con il medesimo ufficio, la stessa scrivania, le stesse persone (persino al bar interdipartimentale). Tutto uguale, senza cambiare di una virgola. La WU non si trova più qui e parte degli edifici abbandonati é ormai infestata dalla vegetazione, ma il Geozentrum é rimasto tale e quale come l'ho lasciato. Per certi versi questo quasi spaventa... In compenso mi é tornata l'ispirazione a scrivere lunghi racconti quasi gotici e ad abbozzare piccole banali composizioni musicali.
Tutto uguale? Non proprio. C'é una buffa novità. Nel mio nuovo appartamento ci sono le piastre ad induzione. Veramente belle a vedersi. Peccato che nessuna, dico proprio NESSUNA delle mie pentole vada bene. Ho dovuto correre in un negozietto vicino per trovare una pentola turca (bellissima! nel mio colore preferito!) che funzioni con l’induzione. Poco convinta ed un tantino scocciata per la spesa imprevista, ho provato ad usarla. Oh, meraviglia! L’induzione è fantastica! Altro che le vecchie piastre elettriche. È persino migliore del gas! L’acqua bolle subito, la cottura è molto più rapida ma appena si spegne la temperatura della piastra decade rapidamente. Praticamente le vecchie pentole smaltate vanno bene, le nuove in acciaio leggero o quelle economiche in alluminio no. Al momento, con una sola pentola, non posso sognarmi d’invitare amici a cena se non preparando qualcosa al forno (elettrico tradizionale) o sperimentando con il microonde, ma confido di rinnovare il parco pentole con il primo stipendio.