Le feste religiose celebrate di giovedì e non spostate alla domenica più vicina (come avviene in Italia) permettono dei magnifici ponti. Stavolta, rinunciando a suonare per riempire i buchi lasciati dai colleghi, mi sono presa ferie e sono partita alla volta del nord con le due colleghe tedesche cui l'anno scorso mostrai Roma. Meta Copenaghen e Malmö.
La sirenetta diversamente bella. |
Ero già stata a Copenaghen e non è l'unica città della Danimarca che ben 15 anni fa, appena laureata, visitai con i miei. All'epoca non mi fece una grande impressione. Mi sembrava una copia in miniatura di Londra, a partire dal cambio della guardia con i militari con quel curioso copricapo peloso, esattamente come a Buckingham Palace. Il secondo giro mi ha lasciata egualmente perplessa, ma per altri motivi. Ho apprezzato la quantità di biciclette in città e l'ambiente informale per cui ogni molo diventa anche un trampolino per tuffi. Nonostante non ci siano frequenti controlli, tutti sono dotati di biglietti per i mezzi pubblici se non si spostano con i propri, rigorosamente ecologici. Mi sono piaciuti meno i prezzi astronomici (ma probabilmente proporzionati agli stipendi) e talune incongruenze nell'organizzazione e nei trasporti (soprattutto in aeroporto) che mi hanno ricordato (negativamente) Bxl, oltre alla comune sita a Cristiania. Il tutto condito da un'inopportuna rinite allergica. Al contrario, la città è piaciuta molto alle due colleghe, che però sono rimaste egualmente basite di fronte ai prezzi, specialmente del cibo. Un evento positivo, invece, è stato rivedere una collega geologa olandese, che conosco dal lontano 2004, quando ancora da laureanda frequentai un corso in Svizzera, ove lei svolgeva il suo dottorato. In tutti questi anni ci siamo riviste poco, a qualche convegno in giro per l'Europa. Nel frattempo la sottoscritta ha cambiato tema di ricerca mentre lei si è sposata, ha avuto tre bambini ed ha un lavoro in Danimarca che non le permette di fare molta ricerca, quindi le occasioni per vedersi si sono ridotte al lumicino.
la spiaggia di Malmö con il Turning Torso |
La gita a Malmö, in Svezia, percorrendo in treno il celeberrimo ponte Öresund, è stata un'ottima idea. Malmö é un paesotto in cui pochi edifici storici si sono preservati, ma che ha un suo fascino. La spiaggia, con tanto di stabilimento d'inizio novecento, é separata dal porto. Le piazze si animano di locali per l'aperitivo, senza essere sommerse da turisti. Complice la lingua (lo svedese è piuttosto vicino al tedesco, almeno a leggerlo risulta comprensibile, invece il danese...), sembrava di essere in Germania. In entrambe le città, però, non ho trovato nemmeno un edificio o un angolo propriamente bello. Tornando a Vienna commentavo con una collega come qui edifici comuni (tipo la Rossauerkaserne, ma anche parecchie abitazioni) passano inosservati, ma se fossero in città meno appariscenti ci sarebbe la fila per fotografarli, perché riconosciute come autentiche perle in mezzo a brutture del dopoguerra o a edifici moderni. Ad ogni viaggio si apprezza ancor di più la città in cui si vive. Abbiamo avuto la fortuna del meteo eccezionale, di giornate lunghissime e di un volo Lauda Motion rallegrato da uno steward e da un pilota (tedesco) di buon umore. Nel complesso una piacevole vacanza (allergia a parte).
Toh! Un organo italiano! (Chiesa della Trinità) |
Piccola nota musicale, non poteva mancare. Ho fotografato parecchi organi, ne ho sentito alcuni, compreso il nuovissimo strumento a Malmö, progettato come il più grande dell'intera Scandinavia. Ho ascoltato un culto calvinista nella chiesa dello Santo Spirito a Copenaghen, con un accompagnamento musicale (ensemble vocale + organista) impressionante per un servizio cui neanche 20 persone hanno preso parte. Un "bravo!" in modo particolare all'organista, che non è scaduto in facili improvvisazioni moderne, né si è "portato le registrazioni da casa", decisamente di un altro livello rispetto alla media udita in Austria (e in Italia, sicuramente migliore della sottoscritta, ma non ci vuole molto). Peccato però che le chiese siano vuote, popolate da pochi anziani, anche peggio che a Vienna. Quell'arte rischia di scomparire se non è sostenuta da chi ne dovrebbe usufruire.