Arrivando col treno in una stazioncina secondaria perché la centrale è
chiusa per lavori, la prima cosa che si nota sono i palazzoni di cemento stile
socialista, come abituata a vedere atterrando a Berlino. Due passi a piedi e ci
si trova in un mega centro commerciale, aperto anche la domenica. La
celebrazione del consumismo, in netto contrasto con il panorama a Plattenbau.
Infine si raggiunge il centro storico, un gioiellino settecentesco che “puzza”
di asburgico, come Bratislava. Sullo sfondo la fortezza dello
Spielberg, usato come carcere dal XVI secolo e fino alla seconda guerra
mondiale, ma per noi Italiani celebre grazie a “Le mie prigioni” di Silvio
Pellico. In tutto questo spiccano i cechi, molti giovani, dinamici, un tantino
sbadati, ma gentili, creativi, cordiali, che parlano poco l’inglese (e meno
ancora il tedesco). Una gita domenicale inondata da un bel sole inaspettato e
temperature invernali, tra mercatini di artigianato e cucina locali e negozi
aperti pure l’Immacolata (al contrario di Vienna).
Brava. Mi piace il tuo blog, lo seguo sempre.
ReplyDeleteCarlo