Thursday, February 3, 2011

Das Trinkgeld

Das Trinkgeld, ovvero la mancia. Questa riflessione nasce da due episodi accaduti mirecentemente a Vienna, in cui sono il mio comportamente ha stupito chi era con me, in un caso per l'abbondante (?) mancia, nell'altro per non averne lasciato alcuna.


Premessa. In Austria, o almeno a Vienna, la mancia è praticamente obbligatoria, consigliata ca. 10%, perché servizio e coperto non esistono. In Italia è una rarità, si concede solo in caso di servizio eccezionale o di pietanze particolarmente gustose, perchè servizio e coperto si pagano... e non poco. Negli USA, secondo l'esperienza a San Francisco, la mancia è dovuta, non solo perché coperto e servizio non sono compresi nel prezzo, ma soprattutto perché lo stipendio dei camerieri è molto basso e, vivendo delle mance, si adoperano per mostrarsi gentili, pazienti e simpatici anche con i clienti più cafoni e fastidiosi. Non ho informazioni sugli stipendi dei camerieri a Vienna, credo non siano affatto da fame, ma ho fin troppe esperienze della loro scortesia. Sembra faccia parte del loro compito anche rispondere spocchiosamente ai clienti, biascicando in un incomprensibile dialetto quando i clienti sono evidentemente turisti, stranieri o, peggio ancora, tedeschi di Germania.

Nei casi citati, la prima volta sono andata col coro in un ristorante italiano. Non era economico, ma i sapori erano abbastanza tradizionali, il cameriere semplice, gentile e chiaramente italiano, lasciare 2 euro di mancia non mi è sembrata un'esagerazione, anche per la bella serata assieme, che il servizio puntuale e discreto aveva favorito. Il secondo episodio è invece accaduto stasera, quando, sempre con parte del coro, siamo andati in un bar per un caffè. Un cameriere della peggiore categoria che ha mostrato tutte le pessime caratteristiche descritte sopra, dimostrando fin troppo il suo orgoglio di essere viennese. Senza contare che i prezzi erano già spropositatamente alti ed i prodotti di scarsa qualità. Ho ordinato un cappuccino, mi è stato servito un melange (il cappuccino viennese), ma il collega che aveva ordinato un melange ha pagato ben 60 centesimi in meno. Per un cappuccino che in Italia avrei pagato €1.20 nel posto più caro, qui mi è costato ben €4.10!!! Una corista ha chiesto un the e le è stata servita in pompa magna... una bustina della stessa marca economica che compro io nel più economico discount austriaco. E dovevo lasciare una mancia? La regola avrebbe suggerito di arrotondare a €4.50. Ma stiamo scherzando?!?! Per lusingare la boria di un altero "imperialista"?

A contraltare questo detestabile comportamento di molti camerieri e negozianti della capitale, resta l'amabile disponibilità che spesso si incontra non appena si oltrepassa il limite della città. Come accaduto lo scorso fine settimana, quando con due colleghi abbiamo fatto una bellissima passeggiata nella neve sulle colline a sud di Vienna, coronata da un'abbuffata di dolci e birra in una specie di rifugio di montagna e da una chiacchierata in treno con un'incredibilmente preparato compagno di viaggio.

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