Torno a scrivere in Italiano, solamente per un post, perché la questione merita una maggiore attenzione alla parola. Il grande Eugenio Scalfari ha recentemente pubblicato un intenso intervento su Repubblica a proposito dell'attuale papa, Francesco. Nell'articolo pone 3 domande al papa, ma mi permetterei di dirgli che non occorre essere ricevuto dal papa in persona per rispondere a simili quesiti. Qualsiasi sacerdote o credente dovrebbe poter rispondere. Purtroppo non è sempre così ed uno dei maggiori difetti di una parte del clero è di rifuggire il dialogo e la discussione critica. Proviamo dunque a rispondere ai quesiti di Scalfari, pur nella mia ignoranza, per fare umile autocritica, non certo per presunzione di potersi sostituire al capo della Chiesa di Roma o alla Congregazione della Fede (l'organismo preposto a simili risposte, non il papa). Ovviamente le risposte sono frutto del mio ragionamento e della mia educazione, non hanno alcun valore, potrebbero addirittura essere considerate eresie, ma spero siano lo spunto per un tentativo di pensiero proprio.
"Prima domanda: se una persona non ha fede né la cerca, ma commette quello che per la Chiesa è un peccato, sarà perdonato dal Dio cristiano?"
A che gli servirebbe il perdono di un Dio cristiano cui non crede? Il perdono è un dono e quella persona che non si pone dubbi sulla propria esistenza probabilmente rifiuterebbe un simile regalo. Oltretutto, per la Chiesa di Roma, il perdono va chiesto. Si deve riconoscere di aver sbagliato e pentirsi del proprio errore. In questo caso credo che una persona venga perdonata anche senza dover fare la coda presso un confessionale.
"Seconda domanda: il credente crede nella verità rivelata, il non credente pensa che non esista alcun assoluto e quindi neppure una verità assoluta, ma una serie di verità relative e soggettive. Questo modo di pensare per la Chiesa è un errore o un peccato?"
Ho sempre fatto mio il motto "dubito ergo credo". Porsi delle domande è la via verso la fede. Personalmente ammiro molto le persone dotate di fede spassionata, che credono senza ombra di dubbio. Qualche volta i dubbi ci sono, lo spirito critico acquisito con la scienza pesa, ma l'impegno per trovare la Risposta c'è tutto. Ritorna il concetto della domanda precedente, se uno non crede che interesse ha nel giudizio della Chiesa sul suo modo di pensare?
"Terza domanda: Papa Francesco ha detto durante il suo viaggio in Brasile che anche la nostra specie perirà come tutte le cose che hanno un inizio e una fine. Anch’io penso allo stesso modo, ma penso anche che con la scomparsa della nostra specie scomparirà anche il pensiero capace di pensare Dio e che quindi, quando la nostra specie scomparirà, allora scomparirà anche Dio perché nessuno sarà più in grado di pensarlo. Il Papa ha certamente una sua risposta a questo tema e a me piacerebbe molto conoscerla."
Questa domanda mi sorprende. Gentile Scalfari, non c'è già abbastanza letteratura sull'argomento? Non si trova già la risposta nei Vangeli? Pure la "scommessa" di Pascal prende in considerazione la cosa. Se per i non credenti con la scomparsa della specie umana scomparirà tutto il nostro mondo (non la Terra, mi riferisco alla filosofia, alla religione, alla letteratura, alla musica, etc.), per i credenti si tratta di un passaggio, di un'evoluzione ad un'altra vita.
In conclusione, davvero mi aspettavo di meglio da un fine pensatore come Scalfari, con tutto il rispetto per la persona in questione. Se un non credente si pone delle domande, s'interessa al giudizio della Chiesa (che non è giudice) e del suo Dio sulle sue azioni, forse è sulla via della conversione. Forse no, vuole solo fare il polemico di turno, cosa che va tanto di moda di questi tempi ma che non mi permetterei mai di sospettare nel celebre giornalista. In ogni caso ben venga una riflessione sull'argomento!
No comments:
Post a Comment