Monday, December 7, 2015

Ich werde mal wieder “Servus” sagen!

La settimana scorsa è stata particolare. Sentivo qualcosa nell’aria, ero nervosa. Davo la colpa al caffè (istantaneo e diluito) ed al tè verde. Un giorno, al ritorno dal lavoro, ho sentito l’impulso di scendere ad una fermata prima di quella solita e fare un tratto a piedi. Sono passata davanti ad una chiesa che non avevo mai visitato. Presa dalla curiosità di vederne l’organo e trovando la porta aperta sono entrata. Il tempo di una preghiera, nel buio della navata principale, all’ombra dell’imponente organo e con il tabernacolo illuminato. Poi sono tornata a casa al solito. Nulla accade per caso.

Nella buca delle lettere c’era una lettera dall’università. Era l’avviso di licenziamento. Niente di drammatico. La legge belga prevede che un contratto a tempo determinato si possa rinnovare una sola volta, per cui ad aprile dell’anno scorso ho firmato un contratto a tempo indeterminato, pur sapendo che quando i fondi sarebbero terminati avrebbero dovuto licenziarmi. Così è stato, mi danno il preavviso di sei mesi. Bene! Ho pensato, così possiamo programmare la data per l’inizio dell’altro progetto, già finanziato, che mi permetterà di restare a Bxl per due ulteriori anni.
Ho fatto fatica a prendere sonno e poco prima delle 23 mi sono svegliata. Mi sono riaddormentata ed ho ronfato, sognando un esame, fino alle 7. Una volta tanto non solo non mi sono svegliata alle 6, ma non ho nemmeno sentito la sveglia impostata sulle 6:30 automaticamente. Faccio colazione e controllo la posta. elettronica Ed ecco LA NOTIZIA. Ancora non ufficiale, giusto un anticipo dal mio ex-capo. Il progetto mandato a Vienna sei mesi fa è stato approvato! Non ci posso credere, non può esser vero. SI TORNA A VIENNA!!!! GRAZIE, SIGNORE!!! Ho tenuto la cosa per me fino all’arrivo della conferma ufficiale e solo oggi ho comunicato la notizia ai miei capi ed ai colleghi.

Ci vorrà tempo, penso di prendermi tutto quello necessario. Mi voglio godere ogni istante. Non mi sposterò prima di sei mesi almeno. La responsabilità di un progetto da me scritto mi spaventa un po', anche se per la mia carriera questo finanziamento è un ottimo salto in avanti. Ma solo l’idea che potrò lasciare Bxl per tornare a Vienna mi rende felice. Sì, mi mancheranno incredibilmente le persone incontrate qui. Rimpiangerò i colleghi ed i miei capi, che sono diventati degli amici più che dei superiori, tanto da aiutarmi nel trasloco o dal condividere anche questioni personali. Mi mancherà la variabilità meteorologica quotidiana (ma non la totale assenza di stagioni). Non inizio la lista di quello che non rimpiangerò perché sarebbe ingiusto. Bxl, nonostante tutto, mi ha dato molto. Ho imparato parecchie lezioni, non solo dal punto di vista scientifico, ma soprattutto per la vita. Non sono la stessa persona che tre anni fa lasciò Vienna per venire qui e sicuramente la città che troverò sarà differente da quella ricordata. O forse no, perché Vienna è congelato, meglio, fossilizzata nei fasti del passato imperiale. 

Difficile a credersi. Anche questa è Vienna.
Cosa ritroverò? Le passeggiate in bici lungo il Danubio e le pedalate in notturna in città dopo le serate con gli amici. Il buffo accento viennese e le parole alternative che si usano lì (Jänner per Januar, Erdäpfel, Marillen, Melanzani, etc.). L’opera ed il Musikverein a prezzi stracciati per posti in piedi ma con interpreti internazionali. Le giornate in un ufficio che assomiglia ad un ospedale psichiatrico (non solo esteticamente), rimanendo lì fino a notte fonda, anche nei festivi, ma sapendo che nel caso non avessi nulla in casa potrei sempre ricorrere al turco ad ogni stazione della metro. Il suonare in chiese diverse ogni domenica con organi scomodi, enormi (4 tastiere per me sono tante), elettrofoni e tastiere, tutti in cantorie buie, lottando con il telecomando per proiettare i canti. La burocrazia asburgica, kafkiana ma efficiente. I viaggi in treno per tornare a casa in Italia, con il notturno attraverso Tarvisio o lungo tutta l’Austria per arrampicarsi al Brennero. La bellezza degli edifici lungo il Ring. L’insofferenza per lo snobismo dei locali, il razzismo latente e la totale mancanza di memoria storica. Il Mohnstrudel al mercatino di Pasqua di Freyung, tra le migliaia di uova decorate, il Glühwein con le tazze da collezione per Natale, i Krapfen ed i balli per carnevale (rigorosamente dall’11 novembre), l’oca di San Martino e la festa della zucca. La metropolitana ogni 3-4 minuti e pure durante l’intera notte nei weekend. I caffè storici ove è possibile leggere un giornale, sorseggiando un melange e gustando una fetta di torta, mentre il vicino (sigh!) fuma. Il breve tragitto in S-Bahn per raggiungere l’aeroporto, passando in fianco al cimitero centrale e alla pulitissima raffineria dell’OMV. I parchi. Grinzing e la foresta viennese ove andare a passeggiare. L’imponente e tranquillo Danubio…

Ritroverò anche alcune persone con cui non ho mai interrotto i contatti. Altri prima di me hanno lasciato la città, ma alcuni sono rimasti. Anche loro saranno cambiati in questi anni. C’è qui ha avuto un figlio, chi ha trovato un nuovo lavoro, chi ancora ritorna dall’esilio come me. E poi ci saranno nuove conoscenze.

Non credevo sarebbe mai stato possibile, ancora fatico a convincermi. È vero! Bis bald, Wien!

3 comments:

  1. :) che dire... in bocca al lupo per questa nuova avventura, spero di vederti prima della partenza!

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    1. Crepi il lupo (povero!). Sicuramente ci vedremo, passeranno mesi prima che me ne vada. Magari riusciamo pure a vederci prima di Natale.

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  2. sempre un piacere leggerti... sono felice per questo ritorno! Ho vissuto a Vienna per il mio Erasmus e mi manca pazzescamente!

    Erika

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