Monday, July 2, 2018

Bxl due anni dopo. E vedere di nascosto l'effetto che fa.

A distanza esatta di due anni da quando ho lasciato Bxl per tornare a Vienna, vi ci ho fatto ritorno per un weekend tra lavoro ed amici e per vedere che effetto mi avrebbe fatto. Anticipo la conclusione: detesto ancora questa città, non sono riuscita a perdonarla completamente per i tre anni e tre mesi di rabbia e frustrazione. Non mi ci trovo, non fa per me.

Ciocco-Atomium calcistico
La partenza non è stata delle migliori, con l’autista del taxi collettivo (ma ero l’unica passeggera) che correva e superava da destra come nella tradizione brussellese, con la perquisizione a caso in aeroporto e soprattutto con il ridicolo imbarco e sbarco tramite finger+bus, sia a Vienna sia a Bxl, aeroporto base di Brussels Airlines con cui volavo. L’accoglienza in città non poteva essere diversa: summit europeo quindi linee di autobus deviate e stazioni chiuse e sciopero nazionale di due giorni delle ferrovie. L’albergo prescelto per costi accettabili era vecchio e squallido, come molti degli appartamenti che ho visitato quando cercavo casa in città, con le finestre che non tengono nulla, le porte di legno che non si chiudono, i pavimenti sconnessi con pezzi mancanti, le scale strette e ripide, le pareti di legno leggero che propagano qualsiasi rumore ed i bagni piccoli e con la totale mancanza di rifiniture. Insomma, normale amministrazione, come mi ero abituata a vivere ogni giorno negli anni trascorsi qui. L’unica anomalia un caldo estivo quasi italico, una vera rarità, che in compenso esalta i cattivi odori della spazzatura lasciata in strada, dei pisciatoi improvvisati, dei rigurgiti degli ubriachi, etc. Ovviamente i marciapiedi sconnessi, il traffico bloccato, i mezzi pieni e senza un orario, oltre la gente che ancora non ha imparato a lasciar uscire gli altri passeggeri dalla metro prima di salirvi e le continue sirene di polizia e mezzi di soccorso non sono mancati. L'ultima chicca al ritorno, con la fermata dell'autobus spostata (ma non c'era traccia di questa novità sul sito della compagnia), con cartelli latitanti e sentierino sterrato creato dal passaggio, e volo in ritardo di oltre un'ora, senza informazioni. L'impressione del gennaio 2013 è stata abbondantemente confermata.

la VUB, com'era (non è cambiata)
Tutto quanto narrato sopra non mi ha turbata più di tanto, perché ormai ci avevo fatto il callo e mi sarei stupita di trovare qualcosa di diverso. In ogni caso, ci sono stati degli aspetti positivi in questo viaggio: le persone. Ho concentrato parecchi re-incontri in questi giorni. Il pomeriggio di giovedì è passato alla VUB, ove lavoravo, dando un seminario e discutendo di lavoro tra ex-colleghi e nuovi dottorandi, finendo col bere una birra tra (ex)colleghi come una volta. La sera sono andata al concerto del coro in cui cantavo presso la chiesa di lingua tedesca, ritrovando la boccata d’aria fresca che mi ha permesso di resistere tre anni e tre mesi, tra sincere risate, buona musica, discorsi seri ed ambienti razionalmente accoglienti. Il venerdì sono partita con l’ULB, l’altra università con cui collaboravo, rivedendo le prof. locali, una tecnica, una post-doc australiana ed una dottoranda americana, sia per aggiornarci sugli anni passati sia per discutere delle collaborazioni in corso. Per pranzo ero in compagnia di un’amica friulana dottoranda in storia dell’arte, per il caffè di un anziano signore tedesco conosciuto durante la Bachreise e con cui si chiacchiera sempre volentieri di religione, filosofia, astronomia e scienza in genere, e per la cena di un’amica italo-rumena interprete e traduttrice. Il sabato ho fatto una sorpresa al mio ex-capo della VUB andandolo a trovare mentre faceva esami. Non se l'aspettava, ma mi sembrava il minimo visto che anni fa sacrificò una domenica mattina per aiutarmi col trasloco. Per pranzo mi ha raggiunto in città un amico sudtirolese conosciuto a Vienna e che l’anno scorso si è trasferito ad Anversa. Sarei andata a trovarlo volentieri, anche perché Anversa mi piace più di Bxl (non ci vuole molto), ma causa sciopero è dovuto venire lui. A Bxl si trova meglio, per l’atmosfera meno grigia ed inquadrata e più europeo-mediterranea rispetto ad Anversa. La domenica, prima di partire, sono tornata nella chiesa di lingua tedesca per la santa messa (festa di comunità, essendo la chiesa dedicata a San Paolo) ed un ultimo saluto.

Dopo due anni mi sono domandata (e mi è stato domandato) se sia felice a Vienna, ossia se abbia trovato quel che desideravo e se mi manchi qualcosa di Bxl che a Vienna non ho. A Vienna mi sento a casa, nel senso che vi ci vivo bene, almeno per il momento. Non la cambierei con nessun’altra città. Continuo ad amare Berlino, ma ho smesso di sognare di andare altrove perché non soddisfatta di dove sto, sono contenta di essere qui ed ho intenzione di godermi la città fin quando mi sarà permesso. Non mi manca nulla di Bxl, vi ci sono stata troppo male, nonostante qualche momento toccante e felice. Certo, le relazioni umane sono importanti, ma le amicizie restano anche a distanza. Capisco che a molti (Italiani) Bxl possa piacere e sono felice per loro che possono viverci, ma sono terribilmente soddisfatta e senza sensi di colpa di essere tornata a Vienna.

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