Terza volta a Berlino durante il 2018, ma ogni volta è un'esperienza nuova. Il motivo del mio recente soggiorno era prendere parte all'European Planetary Science Congress (EPSC) 2018, che si è tenuto presso la TU di Berlino.
La TU di Berlino, tra storia e modernità |
Impressioni dal convegno
Un miscuglio di sensazioni. Un po' perché c'erano parecchi italiani, tra cui ex-colleghi e vecchie conoscenze, oltre ad una grossa rappresentanza da Padova, la città in cui ho studiato. Un po' perché all'entusiasmo per l'interazione produttiva con astronomi, fisici ed ingegneri su temi comuni si è contrapposta la delusione della chiusura della comunità degli impattologi. Un po' perché ogni convegno rappresenta una fucina di idee che poi si spegne una volta tornati alla realtà quotidiana. Dopo la Humboldt e la FU, mi mancava la TU. Ora posso dire di aver visitato quasi tutte le università di Berlino. L'organizzazione è stata germanicamente efficiente, anche se l'ultimo giorno si sono dimenticati di pulire gli spazi a noi riservati. Il convegno non era affatto economico, ma non abbiamo ricevuto alcun gadget, come invece accade ad altre conferenze. Nemmeno la cena sociale, a buffet, era inclusa nella costosa iscrizione.
Impressioni dal soggiorno
Causa
concomitante maratona e fiera, gli hotel economici ove solitamente
pernotto avevano prezzi proibitivi, così ho prenotato una stanza tramite
airbnb. La stanza prenotata era presso una signora in pensione nel cuore di Mitte, in un tipico Plattenbau di epoca socialista, ma completamente rinnovato, a due passi da Gendarmenmarkt. A parte la deprecabile abitudine della signora di fumare, la permanenza è stata confortevole. Non solo ho trovato una casa arredata in modo molto simile alla mia fino ai minimi dettagli (sono proprio tedesca dentro, come la mia non comune famiglia), ma ho anche goduto di lunghe chiacchierate con la signora, avendo la possibilità di sentire come la pensa un tedesco medio della situazione attuale.
L'edificio in cui soggiornavo. Il primo di tre uguali. |
Nonostante la signora sia aperta e curiosa, tanto da ospitare gente da tutto il mondo e da avere amici con origini disparate, inizia a non sopportare i nuovi migranti. Tale cambio di mentalità risulta, a mio parere, dall'efficace propaganda di certi partiti (hanno addirittura distribuito gratuitamente libercoli complottisti), ma anche dall'atteggiamento arrogante ed offensivo di qualche testa calda (alla signora è stato dato della nazista in un supermercato da un mediorientale). Lei auspica un ritorno ai tempi dei Gastarbeiter, non la chiusura delle frontiere, ossia immigrazione controllata e solo della forza lavoro necessaria. Eppure in passato anche i Gastarbeiter furono mal digeriti.
Berlino offre sempre occasione di riflessione storica. Sono passata anche dal Tränenpalast, ripensando a quando la città era divisa. A differenza di Vienna, la storia recente e l'attualità sono onnipresenti. Dunque, arrivederci Berlino, alla prossima occasione di vederci!
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