Per un bel po' di tempo non ho scritto nulla sul blog. Non avevo niente da dire? Non proprio.
Volevo parlare di Venezia, mentre tutto il mondo aveva gli occhi su Piazza San Marco, per raccontare che la città comprende anche isole ed aree meno note, ove vivono e lavorano persone in carne ed ossa, che non hanno dormito notti intere per cercare di salvare il salvabile dalle proprie abitazioni o attività commerciali. Come anche a Chioggia, sospesa sulla laguna come Venezia ma meno nota.
Il Pensatore alla VUB |
Volevo parlare delle donne in geologia, il tema è tornato preponderantemente nella mia vita sia causa un'accesa discussione su una mailing list internazionale cui sono iscritta, sia dopo un'esperienza non proprio esaltante in un gruppo dominato da maschi, alcuni dei quali decisamente all'antica, nonostante la giovane età. Non ho ragione di lamentarmi, a parte un collega tedesco, tra le persone attorno a me e tra i miei capi non ho al momento persone tanto grette. Stupisce che ci sia ancora una tale diffusione di pregiudizi simili, specialmente nelle nuove generazioni, pure nordiche.
Volevo parlare dell'ipocrisia nella lotta al cambiamento climatico, che si traduce in parole d'odio invece che in azioni e che demonizza la plastica senza rendersi conto che in molte situazione il suo uso (corretto) ci ha agevolato e talvolta salvato la vita. La mia personale ricetta sarebbe di eliminarne l'uso superfluo, di riciclare il possibile, di incentivare l'uso dei mezzi pubblici (più facile a Vienna, ove funzionano!) e della bici (a pedale tradizionale, così si risparmia pure sulla palestra), di ridurre il consumo di carne e di alimenti esotici (essere vegani può portare a cercare sostituti che non crescono alle nostre latitudini) e di risparmiarsi maledizioni ed accuse al prossimo, che contribuiscono solo a farci produrre più CO2 dalla rabbia.
Volevo parlare del diverso concetto di educazione e di rispetto a seconda della zona del mondo da cui si proviene, ispirata da un episodio osservato anni fa su un autobus, ove due ragazzi africani non si sono accorti di essere guardati male perché parlavano a voce alta e si tagliavano le unghie dei piedi, ma si sono prodigati ad aiutare un anziano confuso che invece noi europei abbiamo volutamente ignorato. Anche l'ennesimo viaggio in Giappone mi ha fornito spunti per riflettere sul concetto di educazione. Con tutta l'attenzione dei Giapponesi all'ambiente che ci circonda, ci sono degli usi che a noi sembrano maleducati, ma che per loro sono normali e viceversa (per loro succhiare il brodo e per noi soffiarsi il naso in pubblico).
sulla strada |
Tutto ciò per mostrare che gli argomenti non mi sono mancati e non sempre "politically correct". Sono stati frutto di riflessioni nei momenti "morti", come durante un viaggio in metropolitana più lungo del solito (invece di immergersi nello smartphone) oppure aspettando che si sblocchi la porta della lavatrice a fine lavaggio. In realtà, lo scopo di questo post è proprio esaltare quei minuti in cui la mente vaga seguendo connessioni altrimenti difficili da immaginare, collegando fatti avvenuti e la formazione di una propria opinione a riguardo. Nel silenzio dell'isolamento volontario pure in mezzo alla folla. Lode al tempo di "oziare" nei propri pensieri! Tempo preziosissimo, purché resti un istante e non prenda il sopravvento sull'azione.