Da una parte e dall'altra delle Alpi, l'autunno quest'anno porta elezioni, oltre ai rincari di elettricità. gas e carburanti (gli altri si protraggono da mesi ormai e non fanno più notizia). In Italia si vota per un nuovo parlamento, con una legge elettorale alla prima verifica popolare, in Austria si vota per il presidente della repubblica, che qui viene eletto direttamente dai cittadini (ma conta né più né meno dell'equivalente italiano, invece votato dal parlamento).
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In Austria, cominciano a comparire i manifesti elettorali. Quest'anno numero record di candidati, ben 7. Ammetto di prenderne in considerazione solo tre: il presidente uscente, dei Verdi, che si ricandida, l'oppositore di destra e l'outsider, un giovane medico-rocker, fondatore del partito della birra, che al di là delle provocazioni ha delle idee serie (ma dovrebbe eventualmente fare il cancelliere, non il presidente della repubblica). I restanti quattro non hanno particolare rilevanza e non arriveranno di sicuro al ballottaggio. In ogni caso, qui non posso votare, nonostante vi ci viva (con un'interruzione) da più di 12 anni ed abbia ottenuto il permesso di soggiorno a tempo indeterminato. Dovrei prendere la cittadinanza, rinunciando a quella italiana, aspettando tempi burocratici biblici e sborsando qualche migliaio di euro tra traduzioni giurate, documenti autenticati ed autorizzazioni. Il problema è che circa un terzo dei residenti a Vienna non può votare. Nella maggior parte dei casi non si tratta di Turchi, Polacchi o ex-Jugoslavi, ma di Tedeschi di Germania ed altri Europei. I vari partiti politici, a parte la destra, si stanno battendo affinché chi avrebbe le condizioni per chiedere la cittadinanza possa registrarsi per votare, pure non diventando ufficialmente austriaco.
Tema complesso. Fino a quando dovrebbero avere diritto al voto gli espatriati? È sufficiente avere un passaporto italiano per poter decidere i rappresentanti del paese in cui non si vive più? Lo stesso vale per gli austriaci che da decenni vivono altrove. I tedeschi che non risiedono in Germania per più di 15 anni perdono il diritto di voto e quelli che ancora possono votare devono farlo a proprie spese postali. Giusto per avere un'idea di come funziona più a nord. Non avrebbe più senso poter votare nel paese in cui si vive da tempo? Nella vita quotidiana, sarò più influenzata dalle leggi italiane o da quelle austriache? Pur non sentendomi abbastanza austriaca per diventarlo ufficialmente, seguo più la politica locale di quella italiana ormai.
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