Il confronto è avvenuto in casa per gli italiani, o meglio a casa mia, perché per alcuni giorni è venuta a trovarmi un’organista giapponese conosciuta ad Haarlem, in giro per l’Europa assieme alla madre. In passato altri confronti simili erano avvenuti con una geologa russa, in terreno neutro con un’organista spagnola ed in trasferta con un cantante inglese. In questa occasione, mentre illustravo loro le bellezze e le ricchezze di Venezia e Padova, io e Shiori abbiamo avuto modo di chiacchierare e di confrontare usi e costumi di due popoli così distanti e così mitizzati da entrambe le parti.
Un oggetto d’uso comune per noi come il bidet ha destato la curiosità della mia amica che non ne aveva mai visto uno prima. In Giappone ci sono wc super-tecnologici che in pratica ti fanno un bidet ogni volta li utilizzi. Da questa sciocchezza si comprende quanto i Giapponesi siano puliti, ordinati ed avanzati tecnologicamente. Nel pieno sviluppo informatico riescono però a mantenere vive antiche tradizioni.
Se la nonna di Shiori, la mia amica, indossa ancora il kimono e dorme sul tatami, già la figlia ha uno stile misto con ampi e lunghi vestiti sopra i jeans. Altro esempio di tradizioni miste è la cerimonia nuziale, in cui la ritualità buddista è mescolata agli abiti occidentali. Shiori ed un ragazzo danese di erano innamorati durante il corso di Haarlem, la storia sembrava destinata ad un lieto fine ma... lontani di vista, lontani di cuore. In realtà lei è giunta ad un’età in cui solitamente le ragazze giapponesi si sposano ma lui non voleva impegnarsi così presto con un matrimonio avendo ancora anni di studio davanti e non ancora una lavoro stabile che gli permetta di mantenere una famiglia. Conclusione? Lei in primavera sposerà un ex-fidanzato conosciuto quando aveva 12 anni, che forse non ama ma che le darà una casa, il denaro ed il rispetto che merita, ed anche la libertà visto che trascorrerà almeno 16 ore al giorno fuori casa per lavorare.
Altra grande differenza tra Italiani e Giapponesi: noi lavoriamo per vivere, lì vivono per lavorare, ma solamente gli uomini, mentre le donne una volta sposate dedicano alla casa ed alla famiglia tutte le loro energie. Questa cosa avevo già avuto modo di osservarla in una giovane coppia di geologi giapponesi, lui era in Europa per un dottorato mentre lei lo seguiva senza proseguire gli studi ma anche senza più applicarli. Ora mi spiego anche perché tutte gli organisti giapponesi conosciuti sono giovani donne... l’unica donna con qualche anno in più che viveva del proprio mestiere e non era sposata era emigrata in Germania!
Dal punti di vista religioso l’integrazione è più avanzata che da noi. La mia amica è cristiana anglicana (d’altronde suonando l’organo è difficile non venire in contatto con la chiesa protestante) ma il fidanzato ed il resto della famiglia sono buddisti. Se per i matrimoni è più diffuso lo stile cristiano-occidentale, nei riti funebri prevale il rituale buddista, con cremazione seguita da numerose manifestazioni di rispetto e di affetto per il defunto da parte dei parenti. Noi abbiamo ormai perso l’abitudine di rendere grazie a tavola prima dei pasti, ma in Giappone esiste una formula rituale di ringraziamento e benedizione prima ed dopo i pasti. La gratitudine è un valore fondamentale per i Giapponesi!
Se la passione per Bach ci unisce (cosa strana per entrambe perché sia l’Italia cattolica che il Giappone buddista sono molto lontani dalla tradizione luterana tedesca di 3 - 4 secoli fa), nei gusti sui ragazzi ci dividiamo nettamente. A Shiori piacciono ragazzi che noi italiane scarteremo perché bassi, magri e troppo maniaci dell’ordine e della pulizia... da noi impera il modello finto trasandato, alto e moderatamente muscoloso. A parte gli scherzi, anche nell’osservare le opere d’arte (in Italia prevalentemente di argomento sacro) le differenze culturali emergono, anche se non saprei schematizzarle a parole.
L’unico stereotipo che Shiori e sua madre mi hanno confermato è... l’amore per le fotografie, ma d’altronde il padre di Shiori è fotografo!
P.S. Non sapevo che in Giappone esistessero dolci così buoni! Mi sono fatta promettere un libro di ricette scritto in inglese o in tedesco... poi vi farò sperimentare!
Un oggetto d’uso comune per noi come il bidet ha destato la curiosità della mia amica che non ne aveva mai visto uno prima. In Giappone ci sono wc super-tecnologici che in pratica ti fanno un bidet ogni volta li utilizzi. Da questa sciocchezza si comprende quanto i Giapponesi siano puliti, ordinati ed avanzati tecnologicamente. Nel pieno sviluppo informatico riescono però a mantenere vive antiche tradizioni.
Se la nonna di Shiori, la mia amica, indossa ancora il kimono e dorme sul tatami, già la figlia ha uno stile misto con ampi e lunghi vestiti sopra i jeans. Altro esempio di tradizioni miste è la cerimonia nuziale, in cui la ritualità buddista è mescolata agli abiti occidentali. Shiori ed un ragazzo danese di erano innamorati durante il corso di Haarlem, la storia sembrava destinata ad un lieto fine ma... lontani di vista, lontani di cuore. In realtà lei è giunta ad un’età in cui solitamente le ragazze giapponesi si sposano ma lui non voleva impegnarsi così presto con un matrimonio avendo ancora anni di studio davanti e non ancora una lavoro stabile che gli permetta di mantenere una famiglia. Conclusione? Lei in primavera sposerà un ex-fidanzato conosciuto quando aveva 12 anni, che forse non ama ma che le darà una casa, il denaro ed il rispetto che merita, ed anche la libertà visto che trascorrerà almeno 16 ore al giorno fuori casa per lavorare.
Altra grande differenza tra Italiani e Giapponesi: noi lavoriamo per vivere, lì vivono per lavorare, ma solamente gli uomini, mentre le donne una volta sposate dedicano alla casa ed alla famiglia tutte le loro energie. Questa cosa avevo già avuto modo di osservarla in una giovane coppia di geologi giapponesi, lui era in Europa per un dottorato mentre lei lo seguiva senza proseguire gli studi ma anche senza più applicarli. Ora mi spiego anche perché tutte gli organisti giapponesi conosciuti sono giovani donne... l’unica donna con qualche anno in più che viveva del proprio mestiere e non era sposata era emigrata in Germania!
Dal punti di vista religioso l’integrazione è più avanzata che da noi. La mia amica è cristiana anglicana (d’altronde suonando l’organo è difficile non venire in contatto con la chiesa protestante) ma il fidanzato ed il resto della famiglia sono buddisti. Se per i matrimoni è più diffuso lo stile cristiano-occidentale, nei riti funebri prevale il rituale buddista, con cremazione seguita da numerose manifestazioni di rispetto e di affetto per il defunto da parte dei parenti. Noi abbiamo ormai perso l’abitudine di rendere grazie a tavola prima dei pasti, ma in Giappone esiste una formula rituale di ringraziamento e benedizione prima ed dopo i pasti. La gratitudine è un valore fondamentale per i Giapponesi!
Se la passione per Bach ci unisce (cosa strana per entrambe perché sia l’Italia cattolica che il Giappone buddista sono molto lontani dalla tradizione luterana tedesca di 3 - 4 secoli fa), nei gusti sui ragazzi ci dividiamo nettamente. A Shiori piacciono ragazzi che noi italiane scarteremo perché bassi, magri e troppo maniaci dell’ordine e della pulizia... da noi impera il modello finto trasandato, alto e moderatamente muscoloso. A parte gli scherzi, anche nell’osservare le opere d’arte (in Italia prevalentemente di argomento sacro) le differenze culturali emergono, anche se non saprei schematizzarle a parole.
L’unico stereotipo che Shiori e sua madre mi hanno confermato è... l’amore per le fotografie, ma d’altronde il padre di Shiori è fotografo!
P.S. Non sapevo che in Giappone esistessero dolci così buoni! Mi sono fatta promettere un libro di ricette scritto in inglese o in tedesco... poi vi farò sperimentare!
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