Prologo
Dopo due anni di digiuno… eccomi nuovamente ad un convegno internazionale!
L'ultima volta fu a San Francisco ed ora a Londra, o meglio, a
Greenwich. Da notare che è la terza volta che vengo a Londra… ci sto prendendo l'abitudine… Prima volta che presento qualcosa dalla mia nuova materia di studio: crateri d'impatto e metamorfismo da shock. Veramente ci sono stati molti altri convegni internazionali in questo anno e mezzo in cui il mio lavoro è stato presentato, ma non da me, bensì dal mio capo. Partenza col botto con un talk ed un poster! Il talk immediatamente dopo il padre del metamorfismo da shock e portando qualcosa che il capo non avrebbe voluto studiassi e che avrebbe bisogno di ulteriore lavoro e dati per poter trarre delle conclusioni sensate. Il convegno sarà lussuoso e carissimo, dall'abitudine di volare in low cost e dormire in ostello all'albergo a 4 stelle in centro e la compagnia di bandiera, da un convegno di una settimana a Londra costato circa €300, a questo da almeno €1500! Spero di non stroncarmi da sola la carriera con una presentazione terribile e che quindi seguano altri convegni.
I giorno, domenica 7 agosto
Nonostante la partenza mattutina, il viaggio è sembrato più breve perché all'aeroporto di Vienna ho trovato il curatore della collezione di meteoriti del
NHM (museo di storia naturale) ed abbiamo parlato un po', facendo pratica di tedesco. Appena messo piede sul suolo britannico, il mio tedesco è andato a farsi benedire, e sono passata nuovamente ad un pessimo inglese vagamente americano. Ci sono volute più di due ore per raggiungere Greenwich e l'albergo da Heathrow, e soprattutto per capire che qui non avrei mai potuto usare la mia carta Postepay, visto che dappertutto chiedono un fantomatico PIN che non ricordo. Alla reception dell'hotel, dopo aver chiesto per ben tre volte il numero della stanza, me lo sono fatto scrivere. Davvero un accento strano… soprattutto perché non ho avuto grossi problemi di comprensione con la mia compagna di stanza, una giovane dottoranda di Seattle che studia/lavora a Providence, e che ha faticato a comprendere la ragazza della reception come me. E pensare che al mio primo convegno, nel 2005, avevo il terrore degli americani, non comprendendo una sillaba di quello che dicevano. È vero che con la pratica è migliorata anche la mia comprensione del tedesco-viennese. Se lavorassi qui magari farei l'orecchio pure al gallese, che sembra uno dei più difficili.
Il party di benvenuto al convegno si è svolto non all'aperto come programmato, causa tempo instabile, ma in un ambiente ristretto, dopo 3 piani di scale strette e vecchie di secoli, con una brass band quasi assordante, visto che nessuno vi prestava attenzione… tutto molto british. Il cibo era buono, l'alcool non mancava e la compagnia… politicamente scientifica. Almeno non ho fatto da tappezzeria, grazie a qualche conoscenza, ma non occorreva venire fin qui per parlare con i miei colleghi di Vienna o con le persone con cui collaboriamo, anche se di nascosto dal capo. Come al solito c'è voluto un po' per sciogliermi: ma vi sembra normale che un'italiana reagisca come un blocco di ghiaccio ad un affettuoso e paterno abbraccio da parte di un tedesco (beh, strano anche che un tedesco mi accolga con un abbraccio)???
Termine della giornata con un magnifico tramonto sul Tamigi con gli edifici storici dell'università da un lato e la modernissima Canary Wharf dall'altro.
II giorno, lunedì 8 agosto
Stamattina ho scoperto che la nostra carissima stanza non comprende la colazione, ma ho trovato un posto dolce ed economico a poca distanza. Sono andata ad attaccare il poster e comprare due libri con il 20% di sconto per il convegno. Il tipo me li ha prenotati, visto che sono le uniche copie che ha… che strano, nella mia vecchia comunità tutti avevano un Philpotts o un Vernon, qui sono così rari? Prima di prendermi un po' di tempo per fare pratica con il talk ho comprato un'Oyster Card. Il pranzo è stato abbondante e molto british, come tutto, ma almeno nessuno mi ha preso in giro per accompagnare patate, carne e piselli con una tazzona di tè! Il mio talk, nel primo pomeriggio, non ha convinto nessuno, ma almeno non ha generato il putiferio che invece mi sono persa alla fine della sessione, quando due grandi nomi si sono messi a litigare su un concetto, arrivando quasi alle mani. La sera lectio magistralis (Barringer Lecture) di un luminare dell'astronomia presso il museo di storia naturale. Wow! Non occorre dire altro! Location e speaker impagabili.
Al ritorno ci siamo un po' spaventati perché due colleghi rimasti nei dintorni di Greenwich ci hanno avvisato che gli scontri che stanno infuocando la città erano arrivati fin lì e loro avevano rischiato di essere coinvolti. Per fortuna non abbiamo avuto problemi. Certo che a Vienna non conoscono il significato di scontro, manifestazione, guerriglia… tutto è pacifico e nel rispetto reciproco, qui invece si menano proprio per un nonnulla!
III giorno, martedì 9 agosto
Sveglia presto, causa anche cambio di fuso, per la colazione iper-dolce e cioccolatosa e poi conferenza. Sicuramente questa è stata la giornata più lunga e meno movimentata della settimana, dovendo stare tutto il giorno ad ascoltare altri che parlavano di cose che mi interessano relativamente o di cui non condivido l'approccio. I talks in cui avevo riposto tanta attesa si sono rivelati deludenti, confermando l'impressione di una comunità chiusa, individualista, in perenne competizione e, quel che è peggio, che lavora con il paraocchi e si tappa gli orecchi quando parlano gli altri. Prima di passare a dare un'occhiata ai poster, giusto per cercare di sfruttare appieno l'opportunità del convegno, ho ricaricato la batteria del portatile, lavorando (ancora!!!) su due lavori dal dottorato che non sono mai usciti. Questo, se possibile, ha aumentato la mia frustrazione: tanto buon lavoro che ancora viene raffinato prima della sottomissione a confronto con tanta superficialità pubblicata su riviste importanti e venduta come oro.
Nel frattempo gli scontri tra manifestanti (?, mi sembrano più vandali in cerca di violenza gratuita) e polizia a Londra hanno raggiunto Greenwich, generando un minimo di panico al convegno. A pranzo con due giovani americani, confrontando culture ed atteggiamenti verso la storia recente, siamo stati costretti a pagare ed andarcene prima del previsto per la repentina chiusura del locale. L'intero centro città è off-limits. Auto della polizia si susseguono a gran velocità. Dicono che al campus siamo sicuri… certo, come in prigione, visto che hanno preventivamente chiuso tutti i cancelli di accesso e si entra solo dopo scansione (avete letto bene, scansione! come le merci) del badge...
Per paura degli scontri è stata annullata la sessione poster ed alle 17 ci siamo tutti chiusi in albergo per precauzione. Ci è toccato cenare in albergo, unico ristorante aperto nella zona… delizioso buffet, servizio impeccabile… ma per un self-service, escluse le bevande, 25 sterline mi sono sembrate eccessive… pazienza, questo convegno resterà memorabile!
IV giorno, mercoledì 10 agosto
Finalmente una mattinata animata da interessanti talk, che uniscono modelli, esperimenti ed osservazioni (come ero abituata dall'altra comunità…). Pranzo al volo con una mela, dopo aver parlato di scienza con il mio idolo in questo settore, un giovane ricercatore tedesco (ma va?) che senza saperlo mi ha preceduto negli argomenti di cui mi sono occupata sia nel dottorato (pseudotachiliti nella Zona d'Ivrea) sia nel post-doc (metamorfismo di shock). Pomeriggio in barca sul Tamigi, gita offerta dall'organizzazione del convegno, sotto un sole accecante (ma siamo a Londra???) e chiacchierando con una tedesca emigrata negli USA (ma a questo convegno ci sono solo americani e tedeschi???). Alla sera banchetto nella
Painted Hall: carina, usata come set per i Pirati dei Caraibi, ma c'è di meglio. Ambientazione chic, cibo buono, vino a volontà (ma evidentemente non ero tra geologi in s.s.), peccato che non fosse previsto nulla per il dopocena, mi aspettavo balli ridicoli e cose simili dai racconti dei colleghi. Risultato, sono tornata relativamente presto con la pancia piena ed un po' d'amaro in bocca.
V giorno, giovedì 11 agosto
Per prima cosa, dopo una rilassata sveglia, sono andata a prelevare i libri acquistati, poi mi sono fermata a parlare con il prof. brasiliano con cui collaboriamo e siamo stati entrambi coinvolti nella dimostrazione di un nuovo EBSD integrato con EDS (ok, roba tecnica). Il tipo che illustrava la macchina era già venuto a Vienna per un seminario, così chiacchierando mi ha dato la disponibilità di analizzare dei campioni come test: potrebbe essere un modo per avere dati gratis! Poi sono andata a visitare il museo marittimo, sempre attratta dalle mostre storiche e dalle esposizioni gratuite. Con l'occasione ho contribuito al mantenimento del museo comprando alcuni gadget nel negozio interno, a prezzi elevati ma pagando volentieri per la causa. Per pranzo ho raggiunto Letizia, un bio-ingegnere del mio paese qui per una collaborazione durante il dottorato, e siamo andate in un bel pub caratteristico. Nel primo pomeriggio mi sono vista con Elisa, un soprano conosciuto in conservatorio, qui per un corso d'inglese, mentre il ragazzo, Alessio, chitarrista, sta facendo un master in Australia. Brevi, così si fa! Chi si ferma in patria rischia di "rassegnarsi". Abbiamo incontrato alti due italiani, girando poi per interessanti negozi londinesi, con qualche sosta per tè, caffè o birra. Per sera ero di ritorno. La sorpresa in albergo: causa lavori, niente acqua tra le 23 e le 6 (speriamo ci sia comunque acqua domani mattina, devo fare anche lo shampoo!). Far entrare tutti gli acquisti, il tubo, il poster, la borsa del convegno… nella valigia sarà un'impresa, ma ho tempo. Sarà ben più difficile pagare l'albergo chiedendo una ricevuta comprensibile e rimborsabile dal dipartimento. Ho cambiato Paese, ma la burocrazia e l'ottusità di certi amministrativi (ma recentemente a Padova le cose erano molto migliorate) sono le stesse!
Alla fine della giornata, ormai sulla via (psicologica) del ritorno, devo ammettere che anche Londra ha il suo fascino, non ci vivrei volentieri per alcuni aspetti, ma mi piacciono il suo carattere, la sua multiculturalità e la sua flemmatica testardaggine nell'andare avanti, non rimuovendo il passato (come Vienna), non ossessionata dalla storia (come Berlino), ma tranquillamente costruendoci sopra, seguendo la linea delle fondamenta.
VI giorno, venerdì 12 agosto
L'acqua c'era, non è stato così complicato avere una ricevuta con almeno il mio nome (poi mi arrangerò a spiegarne il contenuto in segreteria… in tedesco), ho dovuto pagare con il bancomat austriaco ancora per quella storia del PIN con la Postepay, in valigia c'è stato tutto… tranne quel maledetto tubo del poster. Ci ho messo secoli per arrivare in aeroporto, la metro non è sicuramente il mezzo più rapido e comunque ho dovuto cambiare tre mezzi, poi 20 minuti di coda per avere indietro i soldi del deposito dell'Oyster (visto che dubito che mi saranno rimborsati i viaggi fatti con essa) ed infine km e km a piedi per trovare ove fare il check in per l'Austrian. I controlli erano subito dopo ed incredibilmente stavolta non mi hanno scelta per la perquisizione. Ho comprato un librone di scienza moderna, cose che solo inglesi ed americani sanno scrivere in modo semplice e senza annoiare. Per quanto riguarda la geologia e la planetologia sono aggiornata, ma di fisica quantistica non so nulla!
bilancio finale
Decisamente mi mancano i convegni di geologia strutturale, quelle lunghe sessioni animate da domande interessanti o semplicemente polemiche, ma sempre con lo scopo di avanzare nella scienza. Nonostante l'ottima ed invidiabile organizzazione e qualche sporadica interessante discussione (guarda caso con un geologo strutturale!), non mi è sembrato di poter trarre qualche utilità da questo convegno. Non ho condiviso informazioni con alcuno, non ho imparato nulla di nuovo, non torno piena di entusiasmo con migliaia di idee e possibili progetti, non ho guadagnato nemmeno una collaborazione. Davvero inutile! Ognuno qui sembra lavorare con il paraocchi, non guardando cosa fanno le discipline vicine, riscoprendo l'acqua calda ogni volta. Geologi, geofisici, ingegneri, mellaturgisti, vulcanologi, mineralogisti… tutti snobbati perché "non capiscono" quello che viene fatto qui. Invece di discutere su basi scientifiche di un problema, si ignora lo speaker se giovane ed inesperto, si attacca personalmente se sostenitore di una scuola opposta. Tali scuole sono guidate da professori di mezza età, che hanno centinaia di pubblicazioni, spesso non di alta qualità, e che si fanno la guerra per soldi e fama, non per scienza. Sono molto delusa, pronta a mollare tutto se solo trovassi un'occasione per tornare a sputare sangue su qualcosa che mi faceva sentire inadeguata perché priva di sufficiente esperienza e conoscenza ma che non mi faceva dormire la notte con domande fondamentali sui meccanismi di deformazione e che mi entusiasmava con folli idee di scambio di competenze con esperti delle più disparate discipline. Prima, però, devo terminare alcune cose, per mettermi la coscienza a posto, e poi potrò guardarmi attorno e decidere se 1. continuare nella ricerca in questo settore ma con un geologo, 2. continuare nella ricerca ma tornando alla geologia, o 3. andare a lavorare in una compagnia privata. Ovviamente se la salute e la situazione familiare me lo permetteranno, preferibilmente non in Italia, per altri problemi già descritti qui, e fuori da questa oligarchica ottusa comunità di impattologi!