Nota: giusto per la cronaca, ho esposto al capo le mie ragioni in modo pacato e sincero e lui non ha reagito imprecando e strepitando come temevo, anzi mi ha risposto con la stessa pacatezza e sincerità, spiegandomi le sue aspettative e riconoscendo che vista la situazione non si può fare altrimenti. Mi ha lasciato senza parole. La mail la tengo per testimonianza.
I giorno: la mia amata Baviera
II giorno: si comincia!
I giorno: la mia amata Baviera
Come
al solito mi sono presa tardi con la valigia, ma per fortuna parto con
calma. Dopo 7 ore di viaggio, di cui 4 su un ICE "pendolino" fino a
Regensburg (cavolo! "pendola" davvero! perché noi italiani abbiamo
venduto questo tecnologia e non più utilizzata?), un'ora di attesa in
stazione e poi 2 ore con un moderno regionale della Vogtland-Bahn,
compagnia privata che collega nord-Baviera e sud-Sassonia, sono giunta a
Marktredwitz, importante nodo ferroviario. Dopo pochi minuti è arrivato
un pulmino con l'insegna del GFZ di Potsdam per raccogliere i
viaggiatori via treno (gli altri sono arrivati in aereo a Monaco, dove
erano attesi da un altro pullman), il ragazzo che guidava, scambiandomi
per un altra persona a causa di un errore nella comunicazione degli
orari di arrivo, ha iniziato a parlarmi in tedesco… finché non gli è
venuto qualche dubbio (se i Viennesi mi credono di Klagenfurt, non la do
certo a bere ad uno di Potsdam!), ma a me ha fatto piacere dovermi
sforzare di "sprechare" questa complessa lingua. Non appena ci hanno
raggiunto gli altri due amanti delle ferrovie, una tedesca di Brema ed
un olandese, siamo partir ed in 20 minuti di stradine curate tra leggere
alture e pascoli siamo arrivati a destinazione.
panorama dal balcone |
Pausa.
Abbassare la mandibola e respirare a pieni polmoni. Il posto è
semplicemente mozzafiato! L'enorme hotel, tipicamente bavarese e dotato
di stalla, si trova a 700 m s.l.m., all'ingresso di un parco naturale.
Il ristorante ha una piattaforma rotante per godere del panorama mentre
si cena. La stanza è quasi grande quanto il mio appartamento di Vienna,
ma con pure un balcone in legno, con tavolo e sedie, e gerani rossi. Il
tramonto da qui, pur se coperto da nuvole minacciose e con vento di
tempesta, era magnifico! A cena, poi, ho chiacchierato con una tedesca
che lavora sulle perforazioni di faglie sismiche… potete immaginare, ero
al 7mo cielo! È tutto talmente piacevole e perfetto che fatico a
credere che non sia un sogno, almeno per il momento!
II giorno: si comincia!
Stamattina,
tra i 30 partecipanti al corso, si è seduto un ragazzo che stava
facendo una colazione "dolce" come me… la cosa era sospetta… così ho
scoperto che era italiano! Sta facendo un dottorato in USA ed abbiamo un
sacco di conoscenze in comune. In poche chiacchiere tra la colazione,
il viaggio in pullman al Geozentrum
ed il primo coffee-break ho scoperto di essere l'unica "impattologa",
che molti conoscono uno dei miei supervisori di dottorato, e di avere
collegamenti indiretti con 3/4 delle persone qui. È stato davvero
fantastico poter nuovamente parlare di geologia, di faglie attive, di
sismicità, di strain rate, ma anche introdurre quello che sto facendo
ora (inizio a pensare che mi abbiano selezionato per i miei trascorsi
geologici piuttosto che per l'importanza nell'ICDP del mio attuale
boss). Questo corso sarà più produttivo di un convegno se continua così!
Oggi
siamo anche andati a visitare il sito della più profonda perforazione
al mondo, qui a Windischeschenbach. Ben 9101 m! Si sono fermati quando
la temperatura e la pressione rendevano quasi impossibile continuare,
nonostante il progetto iniziale fosse di raggiungere quota 12 km. In
ogni caso sono praticamente arrivati alla transizione fragile/duttile
nella crosta continentale, pur avendo sbagliato in pieno
l'interpretazione dei profili sismici dell'epoca (ca. 20 anni fa). Un
buon incentivo, anche sbagliando interpretazione si può raggiungere un
buon risultato!
Nota.
Transizione fragile/duttile. Per i non geologi questo potrà suonare
incomprensibile. Si tratta della "zona" in cui la risposta delle rocce
alla deformazione cambia, da un tipo fragile per cui sollecitate si
rompono, ad un tipo duttile per cui invece si deformano lentissimamente.
Per i geologi, non solo questa spiegazione farà drizzare loro i capelli
in testa, ma pure il termine "fragile/duttile" può sembrare
orripilante, visto che ha occupato la mailing list di geotectonics per
lungo tempo. Sarebbe più corretto chiamarla transizione
frictional/viscous-plastic, poi su dove collocarla si potrebbe parlare
per mesi, ma non è questo il luogo. Sinceramente per me è molto più
affascinante questa discussione che il metamorfismo di shock, perché
quest'ultimo si realizza durante un evento raro (per fortuna), mentre il
primo è qualcosa di insito nella Terra attuale e non sappiamo ancora
abbastanza a proposito, ma questo non è un blog geologico, perciò mi
fermo qui. Buona notte!
III giorno: si continua
III giorno: si continua
Giorno
lungo, pieno di lezioni teoriche, ma egualmente interessanti ed
affascinanti. L'ultima parte riguardava la tecnologia nelle
perforazioni. Se il corso corrispondente a Padova (ma per lo
sfruttamento di acquiferi) mi era sembrato superfluo nel piano di studi,
qui ha trovato la sua perfetta collocazione… resto dell'idea che sia
inutile sprecare un semestre intero per imparare quello che si apprende
facilmente in 2h di teoria (in inglese) ed altrettante di pratica.
Ovviamente era tenuto da un ingegnere, stranamente comprensibilissimo e
pure simpatico. Un altro corso riguardava la biosfera profonda, ossia la
vita (di microrganismi) in profondità. In questo caso non so quanti
fossero interessati. Mi dispiace per il povero relatore, ma ad un
geologo come me, tutto quello che è vivo (forse eccetto le altre
persone) è un ostacolo durante il lavoro. Penso alla vegetazione che
copre gli affioramenti, al rischio zecche, vipere, vespe, etc. Nelle
perforazioni scientifiche, le attenzioni da usare per campionare tali
forme di vita microscopica sono tali da rallentare se non impedire il
lavoro sul materiale inorganico.
Ad
ogni coffee-break, ad ogni cena, pure a colazione, ci rimpinzano di
dolci… tornerò 10 kg più grassa da questo corso, ma come resistere?
IV giorno: si va in cantiere
IV giorno: si va in cantiere
In
conclusione, pessima idea, a mio parere. Abbiamo visitato due cantieri
ove si stanno svolgendo perforazioni per impianti geotermici in Baviera,
a sud di Monaco. Il primo
è privato e ci hanno rintronato la testa con scarpe di sicurezza ed
elmetti, per poi farci vedere poco e sapere ancora meno. L'unico più
loquace era il geologo che però faceva un lavoro davvero gramo,
descrivendo al microscopio il cutting, che deve raccogliersi da solo, e
da quello capire in che formazione si trova. Il secondo
cantiere usa materiale del GFZ ed abbiamo visto e capito molto di più,
senza tante pare sulla sicurezza (gli elmetti sempre!). Faceva freddo,
soffiava un vento… viennese, non pioveva ma minacciava.
rig del GFZ |
Ci
abbiamo impiegato quasi 4 ore di pullman per arrivare al primo sito,
compresa una sosta pipì, poi quasi 2h per spostarsi al secondo, pranzo
in viaggio, infine il ritorno è stato eterno per colpa dell'idea
dell'autista di accorciare per deliziose stradine bavarese
(paesaggisticamente davvero belle, ma tra deviazioni e centri storici
non si è certo accorciato il tempo) e di una lunga coda per lavori
sull'autostrada poco dopo Regensburg. Siamo tornati in albergo alle 21,
con un francese che commentava: - non avevo idea che la Germania fosse
così grande.- al che non ho potuto trattenermi dal dire - e questa era
solo la Baviera!-
V giorno: si riprende con... l'Oktoberfest
V giorno: si riprende con... l'Oktoberfest
Altro
giorno di teoria, ma sempre più interessante! Anche per le
conversazioni collaterali al corso, nei momenti associativi. Non capita
tutti i giorni di parlare con un keniota di foreste ed agricoltura, con
un newyorchese di sistemi educativi, con un neozelandese di musica, con
un sudafricano di politica italiana (veramente avrei evitato volentieri
questo argomento), etc. Incredibilmente le battute del nostro presidente
del consiglio arrivano fino in Sudafrica! Non avrei mai pensato che
nazioni così lontane avessero un qualche minimo interesse alla nostra
politica interna…
La
sera c'è stata la "cena sociale" nella piattaforma rotante, con cucina
tipica bavarese e pure intrattenimento musicale tipico. La perfetta
atmosfera "Oktoberfest"
è stata integrata da un canto indiano, uno turco ed una versione
poliglotta di "Fra Martino campanaro". Gli altri ospiti dell'albergo, un
gruppo di ferrovieri pensionati, hanno mostrato di apprezzare tale
multiculturalità.
Nota.
La buona predisposizione verso il capo è durata il tempo di… non
controllare le e-mail. In modo carino ha cancellato la collaborazione
con Berlino. La mia lapidaria e garibaldina risposta ha destata
l'immediata reazione del Prof. di Berlino, che però ha scritto solo a
me. È un cara persona ed uno scienziato valente, ma nel rapporto con il
boss è troppo debole e non voglio essere sempre il "bastian contrario"
della situazione!
VI giorno: fine del sogno
VI giorno: fine del sogno
Dopo
aver fatto tardi ieri sera per gli allegri festeggiamenti, stamattina
la levataccia era d'obbligo per preparare la valigia. Brina sui prati,
nebbia nelle vallate, cielo azzurro e tiepido sole… un trattore che
sparge letame, il bosco umido, Weißwurst e Käsespätzle
per pranzo… come lasciare questo paradiso? Le ultime lezioni teoriche,
la consegna del materiale e degli attestati, gli scambi di saluti,
indirizzi e contatti Fb con la promessa di risentirsi… e poi in treno,
attraverso il nord della Baviera e poi l'est, costeggiando il Danubio
fino alla mia attuale città. Con la malinconia del tramonto lascio un
sogno per la quotidiana realtà.
Nota
1. La statistica continua. I miei coetanei maschi al corso, soprattutto
dal nord-centro Europa, sono tutti già sposati. Le femmine, metà
coniugate con geologi, l'altra metà no. Ovviamente io rientro in
quest'ultima categoria.
Nota
2. Una ragazza di Brema ha detto che ha riconosciuto da subito il mio
accento viennese nel parlare inglese, che poi ho perso durante la
settimana, recuperando quello italiano, essendo a contatto con un altro
italiano emigrato. A posto! Prossimamente devo emigrare ad Hannover,
chissà che almeno acquisti un buon accento tedesco.
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