Monday, November 28, 2011

e se domani... il mio aereo cadesse?

Non devo andare in paesi pericolosi né tantomeno sono affetta da paura di volare, domani devo semplicemente andare per lavoro in un'altra capitale europea e tornare in giornata, con una tranquilla compagnia di bandiera. Per curiosità, divertimento, scaramanzia, depressione, cinismo, mi domandavo cosa succederebbe se per destino uno dei due aerei cadesse (incidente, attentato, guasto, boh).

Ci vorrebbe un po' prima che il mio nome saltasse fuori tra i quasi 200 passeggeri, non è detto poi che sia l'unica italiana. Forse verrei addirittura menzionata nei tg italiani, come "cervello in fuga", mancata nello svolgimento del proprio lavoro, o forse il mio nome rimarrebbe impresso in qualche lapide a ricordo della tragedia. I miei, purtroppo, ne morrebbero dal dolore. Il mio capo farebbe un'alzata di spalle seguita da un moto di disappunto perché non ci sarebbe nessuno in grado di portare a termine il mio lavoro, proprio ora che si avvicinano i termini per le consegne, e perché dovrebbe pagare un hacker anche solo per accedere ai dati raccolti in quasi due anni, protetti da password. I miei colleghi viennesi si rattristerebbero per un po' dando la colpa al capo per l'accaduto e rinfacciandogli di non essere stato anche lui su quell'aereo. I miei professori di Padova avrebbero una parola di compianto e si riprometterebbero di sottomettere, finalmente, quel famoso lavoro dal mio dottorato, fosse solo per mio ricordo, ma poi non avrebbero mai veramente il tempo di farlo. I miei "amici" su Fb commenterebbero l'accaduto in modo da informare chi non lo sappia ancora, magari maledicendo il momento in cui sono espatriata per la situazione italiana, anche se sarebbe potuto accadere pure rimanendo in patria. Gli altri amici ed i parenti sarebbero comunque rattristati dall'evento, ma reagirebbero fatalisticamente. 

Siamo 7 miliardi su questa Terra, un numero che non riusciamo nemmeno ad immaginare, gente muore e gente nasce ogni giorno, cosa cambia durante questa breve esperienza di vita? Ovviamente speriamo che i miei voli domani siano tra le migliaia o milioni al giorno che arrivano felicemente a destinazione e che possa condividere un altro piccolo momento di questa esistenza.

4 comments:

  1. Io ci ho pensato mentre ero in aereo, a non so quanti mila piedi di altezza nel bel mezzo dell'Atlantico. Ho guardato fuori dal finestrino, ho visto la distesa di stelle e il blu notte del cielo tuffarsi nel mare e ho pensato: chi se ne frega. Alla fine e' un attimo e poi basta.

    Fai buon viaggio e non sta' a mena' jella! Quando torni?

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  2. Un post che non ha bisogno di commenti (per dirlo ho dovuto lasciare un commento, mi spiace); l'ho letto ascoltando Così Parlò Zarathustra di Strauss e mi ha fatto un effetto particolare!

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  3. su, su, un po' di ottimismo :)
    Claudia: parto prima dell'alba e torno a notte fonda, sto fuori casa solo 17 ore, sarà per questo che mi fa un po' d'impressione.
    Albertus82: anch'io oggi ho ascoltato Strauss, la Sinfonia della Alpi, diretta da Sinopoli, dici che abbia influito sui pensieri fatalistici?

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  4. @LP: Può anche darsi. Al momento anch'io sto ascoltando la Alpensinfonie diretta da Karajan (il primo CD della storia, detto per inciso), ed effettivamente dal tramonto in poi c'è tutto il tempo e il modo per meditare...

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