Questa settimana non ho avuto un momento di respiro, nonostante... non abbia partecipato attivamente all'assemblea annuale della EGU (unione europea di geoscienze). L'ultima volta che vi presentai qualcosa, non contando un poster clandestino nel 2012, fu nel 2007, quando ci venni con i colleghi del dipartimento di geologia (allora si chiamava ancora così, ora dipartimento di geoscienze) dell'università di Padova. Durante il mio primo post-doc a Vienna ero costantemente fuori città in questo periodo, o a Berlino per lavoro o in Italia in vacanza. Quest'anno non mi sono mossa e quasi ogni giorno ho avuto un pranzo e/o una cena con ex-colleghi, che mi hanno ricordato quanto accaduto in questi dieci anni.
Sabato sera ho rivisto tre degli ex-dottorandi di Vienna, ossia una ragazza polacca che ora si è stabilizzata in Polonia con il marito, un americano, che era venuto anche a Bxl ed ora fisso in Sudafrica con la moglie russa, anche lei geologa e con un dottorato a Vienna, ed un austro-ungherese astronomo che è rimasto in città. Mancava solo un altro astronomo veneto, che dopo due anni in Canada è tornato a Vienna per un anno. Gli altri ex-dottorandi di quel gruppo, arrivato nel 2010 come me, se ne sono andati dopo circa un anno. Si trattava di due italiane ed un tedesco, che poco dopo aver lasciato la città hanno trovato lavoro nel privato nei rispettivi paesi o altrove.
Domenica ho cenato con ex-colleghi pisani, tra cui un amico che vive da anni a Vienna e lavora(va) nel privato, un geologo che vive e lavora in Scozia e che conobbi prima ancora di laurearmi ad un corso a Basilea ed una geologa che solo ora è riuscita a rientrare a Pisa dopo aver trascorso anni di ricerca in Alaska, Sudafrica e Brasile. Abbiamo ricordato i vecchi convegni ove ci siamo conosciuti, le bevute assieme, i nostri ex-capi, i corsi a Perugia, etc. ossia i tempi in cui io iniziavo a conoscere il mondo accademico mentre loro, già con qualche anno di esperienza, me ne mostravano gli aspetti positivi. Con gli anni ho scoperto da sola quelli negativi, ad averli conosciuti subito forse non avrei intrapreso questa strada, nonostante l'entusiasmo non sia mai venuto a mancare.
Lunedì sono rimasta in ufficio, organizzando gli incontri dei giorni successivi. Martedì ho pranzato con gli ex-dottorandi viennesi del mio gruppo, quelli del sabato, ma cui si sono aggiunte anche l'attuale dottoranda turca, che lavora al convegno, e la moglie russa del collega americano, che ha svolto il dottorato su campioni provenienti dallo stesso affioramento su cui feci il dottorato e con cui ho amabilmente discusso di possibili future collaborazioni. A sorpresa ho pure rivisto un collega belga, da anni a Brema per un post-doc.
Mercoledì ho pranzato con un ex-compagno di università, ora a Roma, che ha sposato un'altra compagna di corso. Siamo scappati dal caos della zona convegno per poter conversare tranquillamente al sole, di fronte all'alte Donau. Tra aggiornamenti reciproci, idee per possibili collaborazioni e l'immancabile confronto Italia-Estero le ore sono volate. Dopo cena ho rivisto un amico di lunga data, ex-collega di Padova, venuto al convegno quasi senza preavviso e solo per un giorno.
Giovedì ho cenato con gli ex-colleghi dal Belgio, che avevo già visto velocemente martedì. Due di loro, un dottorando belga fiammingo ed uno di origine olandese, sono venuti un po' prima all'università, così hanno potuto vedere dove lavoro ora. Per cena ci ha raggiunto anche un dottorando brussellese e ci siamo lasciati solo dopo un numero appropriato di allegre chiacchiere e di birre austriache. Nonostante questi ragazzi lavorino su argomenti molto distanti da ciò di cui mi occupo, abbiamo legato a Bxl grazie ai numerosi pranzi assieme in mensa ed un'escursione in Baviera. La vita sociale dell'università resta uno dei pochi ricordi piacevoli della permanenza a Bxl.
Venerdì ho iniziato con la colazione con l'ex-collega pisana di domenica, per un ultimo saluto prima di chissà quanto, visto che l'ultima volta che c'eravamo viste risale credo all'autunno 2010 a Padova. Dopo un seminario di un ottimo ricercatore inglese che lavora a Padova (rarissimo caso di emigrazione al contrario...), per pranzo mi ha raggiunta un'ex-dottoranda triestina che aveva lasciato Vienna anni fa per iniziare una brillante carriera accademica nella sua città. Mi ha confermato l'effetto straniante nel tornare in questo posto, che non muta mai ed è fuori dal resto del mondo e dalla realtà.
Finalmente l'EGU è terminato. Per incontrare alcuni degli amici sono andata alla sede del convegno, ove lavoravano colleghi ed ex-colleghi dell'università di Vienna, quindi saltavo dall'inglese al tedesco e all'italiano in continuazione. È stata una settimana intensa. Per caso non ho rivisto alcune persone del mio passato accademico che preferivo non rincontrare (credo sia un sentimento reciproco, visto che non mi hanno cercata, pur sapendo che sono in città), non solo italiani. Al contrario, mi ha fatto molto piacere rivedere così tante persone, conosciute negli anni ed in giro per l'Europa. Spero di essere stata per i più giovani di loro quello che i più anziani sono stati per me all'inizio del dottorato ed ai primi convegni. Ognuno vive questa esperienza in modo diverso, ma sono più le persone che incontriamo che ci fanno crescere di quello che ci viene insegnato sulla materia.
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