Il titolo di questo post non si riferisce certo al celebre musicista dell'età classica, ma ad un amico che mostra notevoli somiglianze con il più celebre (per il momento) predecessore, ossia Stefano Maria Tito Ignazio Torchio, compositore, violinista, promettente organista ed aspirante direttore d'orchestra. La settimana scorsa è stato qui a Vienna per tentare l'ammissione alla locale università per studiare appunto direzione d'orchestra, ma, ahimè, non si sono accorti del suo talento (o forse sì) e non l'hanno preso.
Stefano, nonostante l'indiscusso talento musicale, aveva timore di una città che non conosce bene come Padova. Per questo sono andata a prenderlo alla stazione al suo arrivo. Lui, che all'inizio sembra incredulo per la mia familiarità con i mezzi pubblici viennesi, in capo a due giorni girava tranquillamente in metro. Dategli qualche mese ed aggiungerà alle sue conoscenze tram ed S-Bahn. Per risparmiare e per non trovarsi tra sconosciuti, era ospitato da un prete italiano nella prima periferia della città, vicino il Danubio. Stanza piccola e maleodorante, sporcizia diffusa, bagno in comune con donne di dubbia origine, perpetua un po' dittatrice, ma nel complesso posto accogliente e ben servito dai mezzi pubblici.
L'esame che ha sostenuto Stefano durava parecchi giorni con prove diverse: teoria musicale con difficili prove d'orecchio e di analisi, canto ed accompagnamento, pianoforte, lettura a prima vista, altro strumento e direzione. Stefano ha stupito la commissione per il suo orecchio super-assoluto! Se l'è cavata con analisi, canto e pianoforte, ma è stato criticato per la lettura a prima vista e per la direzione. Gli hanno detto che per rimediare al suo "orribile" gesto (a mio parere molto più chiaro e pulito di altri direttori pagati in circolazione, in Italia e qui) basterebbero poche lezione (allora perché non l'avete preso? Non si viene qui per imparare?), e gli hanno suggerito i masterclass organizzati dagli stessi insegnanti.
COSA??? Allora ho capito tutto! Funziona come in Italia! Bisogna pagarsi prima qualche lezione e farsi conoscere per avere qualche speranza di entrare nelle istituzioni musicale. E' inutile pararsi dietro a sciocche giustificazioni: tutti più o meno siamo entrati così in conservatorio in Italia. Nonostante ne avessi avuto il sentore all'accademia di Haarlem, non credevo che fosse così anche qui.
Dai posti precedenti si arguisce che un altro amico era venuto con la medesima intenzione di studiare direzione d'orchestra a Vienna ed anzi era stato da me ospitato e nel frattempo ha ricevuto la felice notizia di essere stato preso. In realtà le differenze sono notevoli: questo amico (che si chiama pure Stefano) ha sostenuto un esame di un giorno contro i 4 previsti di Stefano, è entrato in un'università privata mentre Stefano concorreva per un'istituzione pubblica praticamente gratuita, aveva già tentato in Germania un esame simile per cui si può ritenere spiritualmente già preparato mentre Stefano usciva dall'Italia per la prima volta, inoltre sia caratterialmente che musicalmente sono due persono distantissime. Questo non per giustificare il temporaneo insuccesso di Stefano o per sminuire quello dell'altro amico, ma piuttosto per sottolineare le enormi differenze tra le due situazioni per cui un confronto è impossibile ed inopportuno.
Penso che non fosse il momento di Stefano, che comunque è intenzionato a ritentare l'esame l'anno prossimo, e credo che questa esperienza gli sia servita come assaggio di vita all'estero. Nonostante le sue manie alimentari, politiche, religiose ed economiche, è sopravvissuto ed in fondo in fondo ci ha provato gusto. Magari in altro momento o in altro posto il suo talento verrà riconosciuto e premiato come merita, ma nel frattempo anche lui sarà maturato tanto da saperlo apprezzare e gestire come si deve!
P.S. Durante la settimana in cui è stato qui, abbiamo sentito almeno 3 concerti: uno tutto Mozart alla Peterskirche, un saggio dell'università musicale in cui suonava il mio amico organista Peter (conosciuto a Montegrotto in vacanza, originario di Sillian, con cui ci si "rincorre" sempre) ed uno alla chiesa di St. Michael, ove abbiamo conosciuto il bravo e gentile giovane Kantor altoatesino che parla più italiano di quanto immaginassi.
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