Cari Maestri di conservatorio e cari docenti universitari,
chi vi scrive è una delle tante persone vive con un piede in due staffe: il CONSERVATORIO e l’UNIVERSITÀ! Dai tempi delle superiori gli insegnanti di entrambe le parti mi chiedono insistentemente di fare una scelta, perché ritengono sia impossibile studiare due cose contemporaneamente. Per sfida e per passione mi sono sempre rifiutata di scartarne una a favore dell’altra, ma ora sono arrivata ad un punto cruciale per entrambe (il dottorato da una parte ed il diploma dall’altra) e le riforme scolastiche in atto mi costringono a decidere in cosa voglia specializzarmi o meglio cosa voglia fare “da grande”! Ormai condivido con poche persone una decisione così importante: ai Vostri tempi il problema non si poneva perché fare i musicisti era una professione che garantiva la pagnotta, mentre nel futuro prossimo l’equiparazione del conservatorio all’università e le nuove leggi sull’incompatibilità tra facoltà impediranno a qualcun altro di dedicarsi seriamente allo studio di scienza e strumento!
La musica. E’ una passione travolgente, con le sue esplosive gioie e le sue lacrimose crisi. In questi anni ha favorito la mia maturazione e mi ha fatto superare la mia timidezza, ma mi ha anche rivelato l’ipocrisia e la rivalità dominanti in conservatorio. La musica mi ha dato le più grandi gioie con l’amicizia di persone di ogni età e ragione sociale che provano piacere nel condividere opinioni e conoscenze, e le più grandi delusioni, con la frustrazione di chi non riesce a superare certe difficoltà tecniche-esecutive o con la rabbia per chi la musica la pretende senza capirla (committenti vari).
La scienza. E’ un amore solido e tranquillo, paragonabile alla vita matrimoniale, in cui le emozioni sono più misurate, dal moderato entusiasmo all’imbarazzo, senza picchi isterici in negativo od in positivo. Lo studio regolare mi ha dato il sapore dolce della soddisfazione proporzionata allo sforzo, la curiosità crescente mi ha portato ad un buon rapporto con la tecnologia e con i colleghi, la comunità scientifica mi ha fatto sentire veramente cittadina del mondo, ma l’ambiente universitario si è rivelato geloso delle proprie conoscenze, dominato solamente dal proprio tornaconto, tutto preso da una ricerca infinita di fondi.
Cari insegnanti, avevate ragione sulla difficoltà di vivere due vite, non potete nemmeno immaginare i salti mortali che ho dovuto fare per incastrare gli orari delle lezioni in università e conservatorio, le corse da un edificio all’altro a piedi, in autobus od in treno, l’ansia per i ritardi inevitabili e la tristezza nel vedere quanto il tempo dedicato allo studio, una volta diviso tra le due discipline, fosse scarso! Non potrete mai condividere i laceranti conflitti interiori nell’accorgersi che ormai una decisione bisognava penderla... ma ora ho scelto cosa fare “da grande”: farò quello per cui ho studiato all’università! Questo perché riconosco i miei limiti in campo musicale, perché alla mia età devo pensare a qualcosa che mi garantisca il pane e soprattutto perché la tranquilla quotidianità della vita scientifica mi fa sentire meglio! Con ciò non pensiate che abbandoni la musica! Come eminenti personaggi del passato recente (Borodin, chimico e compositore; Einstein, fisico e violinista; Schweitzer, medico ed organista; Ramsey, geologo e violoncellista, tanto per citarne alcuni) e più umilmente come molti altri colleghi di conservatorio, farò di tutto per continuare dignitosamente gli studi musicale, pur se nei limiti dettati dalla mia scelta. Rinunciarvi proprio adesso sarebbe amputare una parte di anima! Continuerò a studiare, senza disperarmi per le mie limitate capacità, apprezzando i piccoli successi quotidiani, accettando tutte le occasioni che mi verranno offerte di fare esperienze musicali diverse, proporzionate alle mie capacità ed al tempo a mia disposizione. Questa scelta non è un’ammissione di fallimento, anzi è un segno di maturità, che ho raggiunto proprio grazie alla musica.
Lo scopo di questa lettera è che Voi tutti comprendiate lo strano comportamento di tutti coloro con i quali condivido la scelta. Se ci presterete un po’ di attenzione, vi accorgerete quanto avere la mente divisa tra due anime sia un vantaggio ed un arricchimento per entrambe le discipline piuttosto che una perdita di tempo ed una dispersione di energie, come avete sempre sostenuto. Ora tocca a Voi fare di tutto perché almeno questi ultimi esemplari di scienziati musicisti sopravvivano e possano portare la loro indispensabile testimonianza alle nuove generazioni. E’ arrivato il momento di smettere di nascondere le proprie scelte e di mostrarle e spiegarle affinché vengano comprese e condivise.
Vi ringrazio per Vostra cortese attenzione che ha dato ragione di esistere a questo accorato appello corale! Con immutati affetto e dedizione
Lidia e gli altri
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